SpaceX e 5G. Migliaia di satelliti in più. C'è ancora "spazio" dopo l'atmosfera?
Convoglio di satelliti SpaceX sul Piemonte. Foto privata

Convogli di satelliti nel cielo, scenari da fantascienza, Internet, magnetismo, telecomunicazioni. Vogliamo tutto questo?

Sabato 24 e domenica 25 aprile, i terrestri residenti nel Nord Italia hanno avuto il privilegio di osservare la carovana dei 60 satelliti della nuova impresa spaziale nota come “Starlink”. Già avvistate nel 2019 e scambiate da qualcuno come UFO, da altri come attacchi missilistici russi, le catene di luci nel cielo, infine si sono rivelati convogli di nuovi trasmettitori della SpaceX, destinati a essere collocati in ogni dove oltre l’atmosfera.

Ma che cos’è la SpaceX? Trattasi di un’azienda aerospaziale americana dell’imprenditore Elon Musk, nata con l’obiettivo di costruire mezzi aerospaziali economici e anche di arrivare un giorno a colonizzare Marte.

Il programma Starlink, tramite l’uso di razzi riciclabili della SpaceX, intende realizzare una totale copertura attorno il globo terrestre con piccoli satelliti a banda larga, così da assicurare un contatto internet anche in ogni parte più remota e sconnessa del mondo.

Cose “dell’altro mondo” ancor di più in questo momento di Covid19, aggressivo microbo intenzionato lui a colonizzare il pianeta Terra. 

Il lancio di 60 satelliti è avvenuto con un razzo “recuperabile” Falcon 9 dalla base di Cape Canaveral ­ in Florida. Dopo due minuti il vettore si è separato, iniziando la discesa controllata che lo ha portato ad essere ricuperato su una piattaforma in oceano Atlantico. Con questa nuova messa in orbita la collocazione dei nuovi satelliti, ciascuno dal peso di 220 kg, ha raggiunto le 420 unità.

La SpaceX ha ottenuto il via della Federal Comunications Commission USA per portare in orbita fino a 12.000 satelliti Starlink. Secondo l'azienda i primi servizi potrebbero partire entro la fine 2020 una volta in orbita almeno 720 satelliti. Il prossimo lancio di 60 unità è previsto a maggio. I primi a usufruirne dovrebbero essere Stati Uniti e il Canada.

Il piano SpaceX si pone in concorrenza con la tecnologia 5G ad alta frequenza e onde corte che, con la perplessità di numerosi rappresentanti della scienza e della medicina, sembra avviata a infarcire il cielo di satelliti e le città di antenne, allo scopo di decuplicare le onde elettromagnetiche sparate sulla terra, così da velocizzare la precedente 4G wireless dedicata alla telefonia mobile.

Entrambi i programmi, che paiono ispirati dai più nobili estremismi del progresso sfrenato, promettono segnali migliori per i nostri gingilli elettronici, ma ogni novità tecnica ha un prezzo non sempre ecosostenibile.

La certezza è che migliaia di satelliti in più corrono il rischio di cambiare il volto alle notti stellate, stendendo altri punti luminosi su quelli degli astri. Per quanto riguarda il rilascio elettromagnetico, questa è un’altra storia. Da più parti è indicato come dannoso per ogni cellula vivente, animale e vegetale. Dunque rimane un mistero l’indifferenza alla più semplice delle domande: “abbiamo bisogno di tutto questo?”

Il primo convoglio SpaceX che ha destato scalpore nel 2019

Una riflessione che prende il posto della cronaca

Il 2019 aveva lasciato il pianeta alle prese con fumo e fiamme delle foreste australiane, con il riscaldamento globale e con gli insuccessi nel mettere d’accordo le nazioni del mondo sulle energie da derivati fossili e la diminuzione delle emissioni di CO2.

Questo 2020 e il suo diabolico Covid19 ci hanno dato più di una lezione: si è scoperta ogni umana fragilità, ma è stato anche dimostrato che l’inversione di rotta sull’inquinamento & la frenata delle emissioni di gas serra, sono attuabili. Esattamente come il Coronavirus ci ha imposto e anche insegnato, bloccando mezzo mondo in modo così efficace da apparire quasi soprannaturale.

Stilando infine una priorità sulle emergenze umane, ora occorre superare l’emergenza sanitaria che ha messo il mondo in ginocchio; quindi, domandarci se è giusto riprendere a muoverci, produrre, consumare e vivere come se niente fosse stato.

Riguardo alle catene di satelliti in transito spaziale, merita interrogarci su quanto servano davvero alla gente comune; dei costi, e su cos’altro si può fare. Quindi, chiederci perché sono in molti, dal basso, a ragionare in questi termini, mentre dai piani alti del potere, partono indecifrabili imposizioni globali e... spaziali.

E allora prende piede il sospetto che migliaia di satelliti attorno al mondo possano servire ad altri, ignoti progetti di controllo globale su volti, gesti e pensieri di ogni essere vivente. Il motivo reale resta sfuggente da smascherare.

Il progetto spaziale viene promosso “dall’informazione seria” come un’impresa che renderà il vivere migliore, ma un insieme di denunce “alternative” descrive scenari d’altro spessore. Voci indipendenti di studiosi e scienziati al di fuori del coro rilanciano su effetti dannosi, interessi economici, diminuzione della popolazione, controllo delle masse, lobotomia mediatica tramite assuefazione tecnologica. Non sono argomenti da poco.

SpaceX & 5G; nuovi satelliti nello spazio sempre più affollato di tecnologici modelli e di detriti ormai obsoleti. Possiamo dire che dal sacrificio di Laika (1957), prima cagnetta nello spazio "ultima frontiera", vi sia stato qualche beneficio nelle parità sociali e nella serenità del quotidiano vivere? Che sulla Terra non vi siano più  prevaricazioni e guerre? Che ogni giorno a venire è sempre stato più onesto del precedente? Previsioni del tempo a parte.

Ognuno risponda per sé; personalmente, di altri 10.000 satelliti e pioggia di onde magnetiche ad attraversarmi il corpo, non ne sento la mancanza e accoglierei con molto più entusiasmo un maggiore impegno per la salvaguardia del pianeta Terra.

Ne scrivo per dar notizia, ma anche per solleticare la coscienza d’ogni lettore. Chi dissente faccia sentire la sua voce, condivida il suo pensiero, pretenda spiegazioni dai mass media, dalle istituzioni.

 

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Articolo pubblicato il 02/05/2020