Coronavirus in Piemonte. Insediato il Comitato Istituzionale di monitoraggio per la Fase 2. Sono quasi stabili i contagi ed i decessi, ma aumentano i guariti.

AGGIORNAMENTO DEL 7 MAGGIO: Bufera sulla Regione Piemonte; fuoco di fila delle opposizioni e lotte intestine nella maggioranza. Il dato nazionale

Situazione di prudente attesa in  Piemonte, ove l’andamento il contagio continua ad attenuarsi.

Acquisire informazioni indispensabili per capire l’evolversi della situazione e prevenire la diffusione di nuovi contagi è l’obiettivo che si è posto, nel corso delle prima riunione svoltasi in videoconferenza nella serata di ieri, il Comitato istituzionale per il monitoraggio della Fase2 costituito dalla Giunta regionale, su indicazione del presidente Alberto Cirio.

Un confronto costante con il territorio per acquisire, ogni tre giorni, le informazioni sugli effetti dell’attenuazione delle misure di contenimento contro il Coronavirus sia in termini di ripresa delle attività che di valutazione della regolarità dei processi e di correlazione con gli aspetti sanitari.

Questo lavoro di monitoraggio capillare della Fase 2 affiancherà quello sanitario, seguito direttamente dall’Unità di crisi e dall’Assessorato alla Sanità in interfaccia con il Ministero della Salute.

Il Comitato istituzionale opererà in coordinamento con le Prefetture piemontesi e con il supporto scientifico e metodologico dell’Ires. Il Gruppo è presieduto dal vicepresidente della Regione, Fabio Carosso, che ne coordina i lavori, dal presidente di Ires Piemonte, quale Segretario, e da un rappresentante dell’Unità di Crisi regionale. Inoltre, coinvolge i sindaci dei Comuni capoluogo, i presidenti delle Province, i rappresentanti delle associazioni degli enti locali e delle aziende sanitarie in coordinamento con le Prefetture piemontesi. Partecipano ai lavori anche i capigruppo del Consiglio regionale.

Per raggiungere il suo scopo, il Comitato si è posto una precisa linea operativa. Come riassume il vicepresidente Carosso “Monitoreremo, sia a livello delle singole aree provinciali che regionale nel suo complesso, come si sta evolvendo la situazione economica e sanitaria, alla luce della progressiva riapertura delle attività produttive e dell’aumento dello spostamento delle persone, in modo da individuare come si suddividono gli eventuali nuovi contagi per categorie sociali e produttive, ed intuire dove e perché si potrebbero verificare zone o settori sui quali concentrare l’attenzione per evitare una nuova chiusura”.

Per questo motivo i dati verranno inviati all’Ires, che provvederà alla redazione di un rapporto settimanale. A carattere periodico tutti i componenti si incontreranno per via telematica per analizzare la situazione e suggerire le disposizioni che si potrebbero rendere necessarie.

Alla riunione di insediamento erano collegati in videoconferenza il Prefetto di Torino, Claudio Palomba, i sindaci di Torino, Novara e Cuneo, i presidenti delle Province di Alessandria, Asti, Novara e Biella e di Ires Piemonte, i capigruppo del Consiglio regionale e il commissario straordinario per l’emergenza Covid Vincenzo Coccolo e il responsabile dell’ufficio di coordinamento legale dell’area giuridica dell’Unità di Crisi, Antonio Rinaudo.

Ieri l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 6.891 (+327 rispetto a ieri): 533 (+15) in provincia di Alessandria, 301 (+34 ) in provincia di Asti, 350 (+4) in provincia di Biella, 770 (+49) in provincia di Cuneo, 556 (+18) in provincia di Novara, 3.616 (+179) in provincia di Torino, 308 (+12) in provincia di Vercelli, 383 (+11) nel Verbano-Cusio-Ossola, 74 (+5) provenienti da altre regioni.

Altri 2.943 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Sono 31 i decessi di persone positive al test del Coronavirus Covid-19, in linea con i giorni scorsi, di cui 3 al momento registrati nella giornata di oggi (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale è ora di 3.247 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 584 Alessandria, 195 Asti, 165 Biella, 267 Cuneo, 276 Novara, 1.448 Torino, 164 Vercelli, 115 Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Sono 27.939 (+165 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.622 in provincia di Alessandria, 1.641 in provincia di Asti, 997 in provincia di Biella, 2.587 in provincia di Cuneo, 2.399 in provincia di Novara, 14.116 in provincia di Torino, 1.152 in provincia di Vercelli, 1.068 nel Verbano-Cusio-Ossola, 249 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 108 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 150 (-5 rispetto a ieri), mentre i. ricoverati non in terapia intensiva sono 2147 (-160 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 12.661 (-300 rispetto a ieri).

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 188.057, di cui 103.161 risultati negativi

Non si placano le polemiche nei confronti della regione Piemonte sul come si è affrontato il pericolo coronavirus. Dopo la protesta dei medici ed infermieri che operano nei reparti Covid per le mancate, tardive ed incomplete dotazioni di mezzi protettivi, forniti a loro tutela, è stata la volta delle pessima scelta di inviare pazienti Covit nei reparti delle case di riposo, contribuendo di fatto alla massiccia moria degli ospiti ricoverati. La magistratura sta ampliando le indagini. Poi la tardiva scelta di sottoporre al test virologico medici infermieri e i casi sospetti, ha aperto un varco incolmabile tra il Piemonte ed altre regioni virtuose e previdenti come il Veneto e non solo.

Ieri pomeriggio, il fuoco di fila è stato sparato dalle minoranze nel consiglio regionale nei confronti dell’assessore Icardi, chiedendo l’istituzione di una commissione d’inchiesta per la gestione del Coronavirus, con l’esautorazione dell’assessore. Anche pezzi della maggioranza si sono, nei fatti inseriti in queste polemiche, pare per un’espressione giudicata infelice e pronunciata dall’assessore.

Se, a prescindere dalle singole espressioni, possiamo imputare colpe a questa giunta, le indichiamo nella scelta inopportuna di alcuni membri dell’Unità di Crisi, per non parlare de membri dell Comitato scientifico, rivelatisi incompetenti, presuntuosi e colpevoli di non aver verificato il funzionamento del sistema che, con la cancellazione automatica  dei casi sospetti di malati segnalati da parte dei medici di famiglia, hanno di fatto provocato, nelle scorse settimane, l’avanzata del morbo  e i cresciuti decessi.

Situazione in evoluzione con gli esiti facilmente immaginabili. A prescindere dalle beghe politiche e correntizie, gli oltre 3200 piemontesi deceduti, esigono di fare piena luce su colpe e responsabilità. Va notato che, proprio per sopperire alle ripercussioni del Coronavirus, la giunta è già alle code per non aver provveduto alla rimozione dell’assessore Marco Protopapa, giudicato interlocutore incapace dalle potenti organizzazioni del mondo agricolo

 

Il dato nazionale

Oltre ottomila guariti in un giorno, con una conseguente netta riduzione della platea di persone attualmente positive. Ma il numero di morti torna a salire e sono tanti soprattutto in Lombardia: 369 in totale, 222 in Lombardia, un aumento vertiginoso rispetto al numero di vittime degli ultimi giorni nella regione. Dei 1444 tamponi positivi rilevati ieri, la maggior parte sono in Lombardia, con 764 nuovi positivi (il 52,9% dei nuovi contagi). Tra le altre regioni più colpite dal coronavirus, l'incremento di casi è di 165 casi in Piemonte, 104 in Emilia Romagna, di 77 in Veneto, di 26 in Toscana, di 76 in Liguria e di 81 nel Lazio.

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Articolo pubblicato il 07/05/2020