Coronavirus in Piemonte. Ancora contagi, aumentano guariti. I dati Fondazione GIMBE; Piemonte dopo Veneto x numero tamponi. Sondaggio di Anaao Assomed Piemonte e Nursind Piemonte tra medici e infermieri

AGGIORNAMENTO DEL 10 MAGGIO: Nuova erogazione di Intesa SanPaolo. Il dato nazionale

In Piemonte, in controtendenza rispetto all’andamento nazionale, non si è ancor imboccata la linea discendente. Pur con minime variazioni, non cessa di ridursi l’accesso di nuovi contagiati. La prossima settimana potrebbe essere quella decisiva, per capire se le seppur misurate riduzioni del contenimento, può contribuire a determinare qualche variazione. 

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 8195 (+508 rispetto a ieri): 633 (+20) in provincia di Alessandria, 349 (+8) in provincia di Asti, 433 (+58) in provincia di Biella, 899 (+41) in provincia di Cuneo, 761(+143) in provincia di Novara, 4245 (+209) in provincia di Torino, 351 (+17) in provincia di Vercelli, 446 (+11) nel Verbano-Cusio-Ossola, 78 (+1) provenienti da altre regioni.

Altri 3089 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.   

Sono 26 (3  più di venerdì) i decessi di persone positive al test del Coronavirus Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, di cui 5 al momento registrati nella giornata di ieri (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente dall’Unità di crisi può comprendere anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid). Il totale è ora di 3.331 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 592 Alessandria, 201 Asti, 167 Biella, 274 Cuneo, 284 Novara, 1.491 Torino, 169 Vercelli, 120 Verbano-Cusio-Ossola, 33 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

Risultano 28.549 (+181 rispetto a ieri) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.723 in provincia di Alessandria, 1.671 in provincia di Asti, 1.007 in provincia di Biella, 2.634 in provincia di Cuneo, 2.468 in provincia di Novara, 14.428 in provincia di Torino, 1.179 in provincia di Vercelli, 1.075 nel Verbano-Cusio-Ossola, 253 residenti fuori regione, ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 111 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 143 (+ 3 rispetto a ieri), mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono 2.010 (-3 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 11.781.

I tamponi diagnostici finora eseguiti sono 205.800, di cui 112.800 risultati negativi.    

Analizzato i dati di tutte le Regioni negli ultimi 14 giorni, la Fondazione Gimbe ha rilevato che circa un terzo dei tamponi sono «di controllo» e che il numero di tamponi per 100.000 abitanti/giorno è ancora molto esiguo rispetto alla massiccia attività di testing necessaria nella fase 2. La Fondazione ha quindi raggruppato le Regioni in base al numero di tamponi totali effettuati giornalmente ogni 100mila abitanti. La Media nazionale è di 88 tamponi per 100.000 abitanti/die e il Piemonte con una media di 117 ogni 100.000 abitanti si colloca al secondo posto prima di Emilia Romagna e Liguria.

Mentre in alcune strutture sanitarie è in corso la protesta di medici ed infermieri per la carenza di dispositivi di protezione,  Anaao Assomed Piemonte e Nursind Piemonte hanno diffuso i risultati di un sondaggio proposto agli operatori sanitari del Piemonte  per fotografare le difficoltà vissute nei primi mesi dell’emergenza Covid. Al sondaggio, aperto dal 27 Aprile all’8 Maggio 2020, hanno risposto 1930 operatori sanitari, rappresentativi di tutte le ASL e degli Ospedali del Piemonte. Di questi il 70% sono infermieri, il 16.5% medici e l’8% oss.

Il 79% dei responders al sondaggio lavora o ha lavorato nei reparti Covid e il 59% ha fatto il tampone. L’1,83% dei sintomatici e il 3,14% dei contatti stretti senza protezioni non l’ha invece purtroppo eseguito. L’indicazione ad eseguire il tampone è stata per il 22% il contatto stretto senza le adeguate protezioni con colleghi, per il 34,4% il contatto stretto con pazienti. In tutto, oltre 56% degli operatori ha eseguito l’esame per contatti stretti in carenza di protezione. Questo dato è significativo della grave difficoltà, soprattutto nelle prime settimane del contagio, di ottenere adeguati DPI. Fatto che, come da noi ripetutamente sostenuto-

Il 77% degli operatori ha continuato a lavorare in attesa dell’esito del tampone, come prevede l’art. 7 del DPCM del 9 Marzo, che esclude i sanitari dalla quarantena preventiva. Questo dato, unito al fatto che ben il 18% degli operatori sottoposti a tampone è risultato positivo, chiarisce bene come nelle Strutture Sanitarie sia venuta a mancare, a causa di una criticatissima scelta politica nazionale, una reale tutela della salute dei lavoratori e contestualmente come questa scelta possa aver favorito il contagio.

Nell’80,5% dei casi l’esecuzione del test molecolare è stato gestito dal Servizio di Medicina del Lavoro, nel 19,4% dei casi dal SISP. La successiva sorveglianza sanitaria degli operatori con tampone positivo è mancata nel 54% dei casi.

In attesa di eseguire il tampone sei stato posto in isolamento Solo il 36% dei responders ha eseguito il tampone come da Protocollo Regionale, ovvero immediatamente se sintomatici o dopo 3 giorni dall’avvenuto contatto con un Covid positivo. Il 27% ha atteso tra i 5 e i 10 giorni, il 12,9% ha atteso oltre 10 giorni e il 20,9% oltre 2 settimane.

Se consideriamo solo i sanitari che hanno sviluppato i sintomi a domicilio, e che quindi sono stati presi in carico dal SISP e non dal medico competente, i tempi d’attesa per l’esecuzione dell’esame aumentano ulteriormente: il 24,8% ha atteso oltre le due settimane, per un totale del 41,27% dei responders che ha atteso più di 10 giorni.

Ora: i sanitari hanno lavorato in carenza di DPI, non hanno fatto la quarantena preventiva, numerosi sono risultati positivi ed hanno comunque atteso giorni per eseguire il tampone. Sicuramente avranno avuto timore di portare a casa l’infezione. Ma tutto il lavoro di ricostruzione e test ai contatti è completamente mancata: l’89% dei positivi dichiara che non è stato fatto il tampone ai propri famigliari. per la ricostruzione del contatto, alla fine l’8,7% dei sanitari ha avuto un famigliare malato Covid. Il partner quello più esposto con il 5,98% dei casi, seguono genitori, fratelli, figli. Proprio con l’intento di evitare il contagio dei propri affetti, di mettere a rischio la loro salute e di limitare il diffondersi del virus Il 39,2% del personale ha dovuto dormire fuori casa

E’ stato quindi chiesto di precisare perché la fornitura di DPI non fosse adeguata. Il 73,9% ha dichiarato un numero insufficiente di dispositivi, con conseguente necessità di riutilizzo di quelli in dotazione. Il 33,9% invece ha risposto che mancavano le FFP2 e FFP3 e infine il 26,6% afferma di aver dovuto trovare soluzioni tampone come ad esempio sacchi dell’immondizia per assenza di forniture.

Avendo ricevuto molte segnalazioni in merito a materiale consegnato, poi risultato non a norma, abbiamo cercato di fotografare l’entità del fenomeno. Quasi la metà, il 45,4% ha risposto di aver ricevuto materiale poi ritirato perché non conforme. Non sappiamo se il materiale sia stato utilizzato, per quanto tempo e se il personale fosse adeguatamente protetto.

Un altro aspetto particolarmente significativo nella propagazione del virus all’interno delle strutture ospedaliere, è la distinzione tra percorsi sporchi e puliti: le strutture sono diventate focolai di infezione anche e soprattutto per questa criticità. Il 58,75% ha risposto che questi percorsi non erano ben differenziati, un dato altissimo se si pensa alle conseguenze che tale problematica ha rappresentato.

In conclusione è stato chiesto, alla luce di tutte le difficoltà sopra fotografate, di dare un voto all’azienda, relativamente alla capacità di affrontare e gestire l’emergenza COVID. I colleghi che hanno aderito al sondaggio sono stati impietosi: voto 5.

Sono dati allarmanti. Le rispettive ASO, seguendo forse le indicazione dell’Unità di Crisi, hanno messo a repentaglio la salute e la vita di medici ed infermieri. La Magistratura sta indagando in più direzione. Vorremo ricevere un commento da parte dell’assessore Icardi

La Regione ringrazia Intesa SanPaolo per l’erogazione di 540.000 euro all’AslTO3 per la strumentazione ed i reagenti necessari per la produzione di kit diagnostici Covid e 600.000 euro all’Asl To4 per l’acquisto di apparecchiature indispensabili alla gestione di pazienti Covid (tra cui 11 ventilatori con doppia funzione di anestesia e ventilazione e una centrale di monitoraggio, inclusi 8 monitor per la terapia intensiva), destinata alle Rianimazioni degli ospedali di Ivrea, Chivasso e Ciriè. Risorse che si aggiungono ai 600.000 euro assegnati per la realizzazione presso l’Istituto di Candiolo di un nuovo laboratorio di diagnostica e screening Covid a disposizione degli enti pubblici della Regione

 

Il dato nazionale

Sono 84.842 i malati di coronavirus in Italia, in calo rispetto a venerdì di 3.119. Nella giornata di venerdì la diminuzione era stata di 1.663. Il dato è della Protezione civile. I pazienti guariti dal Covid 19 in Italia sono oltre 100 mila, ad oggi esattamente 103.031, con un incremento 4.008 rispetto a venerdì, quando i dimessi e guariti erano stati 2.747. Le vittime per coronavirus in Italia sono salite a 30.395, con un incremento di 194 in un giorno. Venerdì l'aumento dei morti era stato di 243 unità. Diminuiscono anche oggi, come ormai da settimane, i ricoverati in terapia intensiva: sono 1.034, 134 in meno rispetto a venerdì, quando il calo era stato di 143. In Lombardia sono 330, 70 meno di ieri. In Piemonte invece sono saliti di 3 unità e sono ora 143.

I contagiati totali dal coronavirus in Italia - vale a dire gli attualmente positivi, le vittime e i guariti - sono 218.268 con un incremento rispetto a ieri di 1.083.

 

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Articolo pubblicato il 10/05/2020