Torino. Chiara Appendino, quel cervello che non riesce a superare i 20 all’ora

La città è in ginocchio ma il duetto Appendino - La Pietra riesce ancora ad accanirsi contro i torinesi.

Come molti ed autorevoli commentatori ci hanno dimostrato, la città sta affrontando una crisi economica di dimensioni incalcolabili, conseguenza della pesante situazione sanitaria che ancor non è debellata.

Molte attività artigianali e commerciali, purtroppo non riapriranno. I mercati rionali a detta degli ambulanti, sono stati lasciati soli dal Comune. Se sono riusciti a postare i banchi esclusivamente di generi alimentari, lo devono al loro spirito di iniziativa. Hanno delimitato spazi e percorsi, in alcuni casi stipendiato vigilanti e con tutto comodo l’assessore Sacco ha dato il placet all’apertura. Forse il 18 maggio, dopo i timidi inizi dell’asporto, potranno aprire altre attività. Il Comune, come nel caso del barista di via Monte di Pietà, ha sguinzagliato i vigili in missione repressiva, senza badare  a circostanze o ragioni valide e dimostrabili.

Quel che i commercianti, che nel frattempo si sono peritati nelle consegne a  domicilio ed altri iniziative idonee ad attenuare il peso dalle spese incombenti, chiedono, è di poter lavorare, quando tornerà la normalità, magari senza essere succubi delle anacronistiche norme comunali sui riposi e quant’altro di odioso stia scritto in regolamenti decrepiti, imposti dal Comune con arroganza e cattiveria, tanto per recuperare un po’ il denaro perso.

Ed eccoci che, per facilitare la ripresa del lavoro  artigianale e commerciale bloccato da mesi, facilitare i movimenti,  favorire la popolazione più anziana che non è avvezza inforcare la bicicletta, cosa scopre la nostra ingegnosa prima cittadina?

Riservare l’uso esclusivo dei controviali ai ciclisti. Spendendo oltretutto ingenti mezzi per adeguarne il tracciato e sottrarli a tutti gli interventi che potrebbero invece ricader a vantaggio dei torinesi.

E come potrà agire il cittadino indifeso che già oggi vede  deserte le piste ciclabili con biciclette e monopattini che scorrazzano impetuosi senza badare all’incrocio con anziani e bambini?

In questi casi, nonostante le numerose proteste, non si è mai visto un vigile elevare la multa ai riottosi ciclisti. Cosa dovremo rispondere alle reiterate proteste dei cittadini che ci pervengono? Incitarli alla lotta fisica con il ciclista? Consigliarli di buttarli giù dal monopattino, quando se li vedono arrivare contro?

In attesa di autorevoli risposte, vediamo fin dove è attivata l’arroganza del potere.

Sono 27 i controviali torinesi sui quali verrà istituito il limite massimo di velocità di 20 Km/h come previsto dal piano della Città per la nuova mobilità cittadina dalla Fase 2 in avanti. L'obiettivo è quello di destinare queste carreggiate ad un uso prevalentemente ciclabile così da incentivare l'utilizzo della bicicletta e degli altri mezzi di mobilità dolce e sostenibile.

Si tratta complessivamente di 80 km di controviali, a cominciare dai 4 km su entrambe le direzioni in corso Francia. Gli altri corsi interessati saranno Vittorio Emanuele, Regina Margherita, San Maurizio, Galileo Ferraris, Unione Sovietica, Peschiera, Einaudi, Ferrucci, Tassoni, Svizzera, Lecce, Potenza, Siracusa, Giambone, Cosenza, Novara, Tortona, Vigevano, Racconigi, nel tratto piazza Robilant-corso Peschiera, Dante, tra corso Turati e via Roccabruna, Bramante tra corso Turati e via Giordano Bruno, Lepanto tra corso Turati e Galileo Ferraris. E, ancora le carreggiate perimetrali delle piazze Pitagora, Cattaneo, della Repubblica e piazzale San Gabriele da Gorizia. Si dice che già stamane inizieranno i lavori.

Nulla sfugge al perfido duetto!

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 11/05/2020