Questione di rotta

Dove sta andando il Governo? Da nessuna parte, aspetta.

Che dire di fronte agli imbarazzanti travagli di un decreto che si chiama/chiamava Aprile, ma che a metà Maggio è ancora pura utopia e intenzione (o, per meglio dire, invenzione), su cui forse al Governo si metteranno d’accordo entro la fine del mese o magari direttamente a Giugno, e che comunque non verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale prima di altri due mesi? Giuseppi, i suoi valenti Ministri e l’intera compagine governativa stanno però facendo un valente lavoro: pagine e pagine, centinaia di pagine, migliaia di parole, anzi fiumi di parole senza senso mentre l’Italia economica boccheggia e annega nell’alto mare causato dallo tsunami del Covid.

E gli effetti di tale misure, sempre che si rivelino positivi, arriveranno probabilmente quando per tante imprese – e, ricordiamolo, anche per tutti i dipendenti a cui esse danno lavoro – sarà ormai troppo tardi. Una serranda abbassata non si può riaprire dall’oggi al domani con un colpo di bacchetta magica: esattamente come un paziente non si può guarire con l’aspirina, o rianimare con riti propiziatori inneggianti a un futuro di prosperità e salute.

Servono misure concrete e servono adesso. E forse neanche: servivano prima. Servivano subito.

Per coprire litigi, sgambetti, bisticci e pasticci dei due congiunti di Governo, PD e M5S, s’invocano tecnicismi europei e tempi tecnici che avrebbero rallentato la stesura del documento. Il Ministro dell’Economia Gualtieri si è addirittura definito rammaricato per i tempi matusalemmici della burocrazia: di cui sembra essersi accorto solo ora, dimenticando però che chi deve scrivere norme esaustive e agili, consultabili e non lunghe come un elenco telefonico, è – anche – lui.

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Articolo pubblicato il 13/05/2020