San Giorgio Monferrato (AL) - Conflitto di interessi: se ci sei batti un colpo

Gigi Cabrino per Civico20News

Dal 1994 con la famosa “discesa in campo” di Berlusconi il conflitto di interessi è diventato il mantra della politica italiana; il Cavaliere con le sue aziende televisive entrava in politica per tutelare i suoi interessi, questo veniva ripetuto in maniera martellante da ogni parte, Berlusconi usava lo Stato per tutelare ed arricchire le proprie aziende e diventava l’unico in assoluto in Italia e nel mondo ad essere in conflitto di interesse, anche negli anni in cui non era al governo.

Questo continuo martellamento sul conflitto di interesse di Berlusconi ha permesso alla Sinistra italiana , nei vari partiti eredi del PCI, di nascondere gli enormi conflitti di interesse in cui era ed è invischiata, conflitti di interesse in confronto ai quali la situazione di Berlusconi è poca cosa.

Dal dopoguerra in poi la Sinistra in Italia ha raggiunto il controllo egemonico di ampi settori della Pubblica Amministrazione, dei trasporti ( i mitici “ferrovieri rossi”), della sanità pubblica, della scuola, della Rai; grazie alla presenza quasi egemonica dei sindacati vicini ai partiti della Sinistra questi settori sono stati militarmente controllati dalla Sinistra; per fare il confronto con le televisioni del Cavaliere basta pensare che la radio televisione pubblica al massimo poteva avere qualche direttore di rete o qualche dirigente non organico alla Sinistra, ma la quasi totalità del personale è sempre stato solidamente controllato dal PCI e dai suoi discendenti; quanti sono stati i giornalisti RAI, professionalmente molto preparati, per la carità, che poi hanno fatto il salto in politica, ovviamente a Sinistra? L’elenco è lungo.

Della vicinanza alla Sinistra dei grandi quotidiani nazionali, quelli per intenderci che da sempre “fanno opinione”, è superfluo parlare.

Gli scandali bancari, con migliaia e migliaia di risparmiatori truffati in banca Etruria, MPS e via di seguito, hanno svelato ciò che si è sempre voluto tenere nascosto, vale a dire il controllo da parte di chi a parole si batteva per le lotte operaie di grossi istituti bancari dediti alle peggiori speculazioni finanziarie.

Sul controllo della Magistratura, che dovrebbe essere indipendente, da parte delle correnti di sinistra nell’Associazione Nazionale Magistrati e nel CSM, in queste settimane stiamo assistendo a spettacoli nauseanti; come nel caso di molti giornalisti della TV pubblica sono molti i magistrati che hanno utilizzato la loro funzione per perseguire obiettivi politici, certi proclami delle correnti militanti sinistrorse della Magistratura sembrano discorsi da Soviet; per non parlare dei magistrati entrati in Parlamento nelle liste di partiti di Sinistra, in alcuni casi uomini seri e professionali, in altri con seri problemi ad affrontare un discorso in lingua italiana; In ogni caso non sono stati esempi limpidi di terzietà dell’ordine giudiziario.

Il fatto attuale è che questo enorme controllo del PD e della Sinistra in generale su interi settori dell’economia della comunicazione e della struttura dello Stato, pur essendo stato solennemente trombato alle ultime elezioni politiche, si trova al Governo alleato con il Movimento 5 Stelle.

I 5 Stelle sono proprietà privata di una azienda del settore internet ( gli eletti devono versare il pizzo ad una piattaforma gestita dalla società proprietaria ) e si trovano a gestire, per conto dell’azienda internet di controllo, dossier quali la tecnologia 5G, tutto il settore della didattica a distanza digitale che, esploso in tempo di quarantena non pare proprio voler sparire al rientro a scuola l’anno prossimo; proprio in questi giorni il Presidente del Consiglio – espresso dal partito dell’azienda internet, va ribadito fino alla nausea – ha annunciato poderosi investimenti di denaro pubblico nel settore digitale; cosa ottima, ci mancherebbe, ma il dubbio di un leggerissimo conflitto d’interessi non sfiora nessuno?

Aggiungiamo che, en passant, i 5 Stelle hanno piazzato alla presidenza del colosso Eni l’amministratrice dell’editoriale del quotidiano di riferimento e grande sponsor giornalistico dell’alleanza giallorossa.

Allora, il conflitto d’interesse, sparito dal dibattito pubblico, è cosa che riguarda ancora soltanto Berlusconi e le sue aziende?

 

Gigi Cabrino

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 28/05/2020