Coronavirus in Piemonte. Mascherina obbligatoria all’aperto da 29 maggio a 2 Giugno. L’ordinanza della Regione. L’insofferenza dei cittadini circa prolungarsi di norme rigide, sovente non capite.
Luigi Icardi

AGGIORANMENTO DEL 28 MAGGIO: Nessun decesso nelle ultime 24 ore. Il dato nazionale

I pericoli per l’estensione dei contagio sono tutt’altro che irreali, se il presidente della Regione, Alberto Cirio, preso in contropiede dalle manifestazioni scomposte avvenute durante il passaggio delle Frecce Tricolori sul cielo di Torino, di concerto con il Governo, ha deciso l’adozione di nuove misure restrittive. 

Una grave colpa innanzitutto del Governo ed altrettanto della sindaca Appendino, cui la strage di piazza san Carlo non ha insegnato nulla, impongono ai Piemontesi nuovi sacrifici.

Da venerdì 29 maggio fino alla mezzanotte di martedì 2 giugno , salvo diverse regolamentazioni dei Sindaci relative al proprio territorio comunale, sarà obbligatorio l’uso della mascherina in tutti i luoghi pubblici all’aperto del territorio regionale, ma solo all’interno dei centri abitati e nelle aree commerciali.

L’obbligo non sarà valido per i bambini di età inferiore a sei anni, per i soggetti con forme di disabilità o con patologie non compatibili con l’uso continuativo dei dispositivi di protezione individuale. Non sarà, inoltre, obbligatorio indossare la mascherina mentre si pratica attività sportiva e motoria. 

Per quanto riguarda, invece, le attività di ristorazione continuano a essere valide negli esercizi pubblici di somministrazione alimenti le prescrizioni previste dalle linee guida del Protocollo nazionale siglato tra Regioni e Governo. Pertanto l’uso della mascherina non è obbligatorio per chi siede ai tavoli di un locale, sia all’interno che all’esterno nei dehors.

«Di concerto con le Prefetture - spiega il presidente Cirio - , alla luce di quanto avvenuto nei giorni scorsi con la movida e durante il passaggio delle Frecce Tricolori, abbiamo ritenuto necessario un irrigidimento delle norme di uso della mascherina all’aperto in vista del weekend lungo del 2 giugno. Una precauzione per non vanificare questi mesi di sacrificio e per ricordare a ognuno di noi che, oggi più che mai, i nostri comportamenti sono fondamentali per impedire alla curva del contagio di tornare a crescere».

Sta crescendo il malcontento in buona parte della popolazione per toni del Presidente Cirio e dell’assessore Icardi, ritenuti allarmisti e per l’incertezza che domina sulle possibilità di migrare in altre regioni, senza poter neppure  programmare le vacanze in tempo utile.

 

Di errori in questi mesi, ne sono stati compiti tanti, ad iniziare dalle direttive farlocche e contradditorie dell’Istituto Superiore della Sanità, per il tramite della Protezione Civile e delle Unità di Crisi di alcune regioni, composti da persone inesperte ed inadeguate ai compiti. Gli italiani e soprattutto coloro che hanno sofferto fisicamente  e perso congiunti in questa terribile circostanza, dovranno conoscere  verità e responsabilità. Corre voce che nei prossimi giorni, la Politica assuma decisioni drastiche verso alcuni assessori alla Sanità, ma oltre alla superficiale vigilanza imputata, dovrà emergere il perché in regioni come il Piemonte, gli assessori, invece di affidarsi a professionisti preparati, si siano circondati di cinici supponenti privi di scrupoli e di professionalità .

 

La magistratura sta indagando. Auspichiamo che i nominativi dei veri responsabili di tanto sfacelo siano chiaramente identificati ed indicati. Da ciò l’amarezza ed il disagio dimostrato da molti piemontesi negli ultimi giorni, C’è una crisi di credibilità.

 

La Situazione delle ultime 24 ore per la specificità dei dati, induce a non poche riflessioni sul dopo.

 

L’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato che i pazienti virologicamente guariti, cioè risultati negativi ai due test di verifica al termine della malattia, sono 16.479 (+544 rispetto a ieri): 1653 (+100) in provincia di Alessandria, 788 (+48) in provincia di Asti, 678 (+3) in provincia di Biella, 1638 (+59) in provincia di Cuneo, (+16) in provincia di Novara, 8.655 (+257) in provincia di Torino, 709 (+26) in provincia di Vercelli, 831(+34) nel Verbano-Cusio-Ossola, 123 (-1) provenienti da altre regioni.

 

Altri 3.616sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

 

Sono 16 (due più di martedì)  i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati nel pomeriggio dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte,  forse dimenticati in qualche morgue, da chissà quanti giorni. Infatti ieri non è morto nessuno in Piemonte.

 

Il totale è ora di 3.828 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 635 Alessandria, 232 Asti, 203 Biella, 366 Cuneo, 332 Novara, 1691 Torino, 208 Vercelli, 125Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 36 residenti fuori regione, ma deceduti in Piemonte.

 

Sono 30.387 (+ 73 rispetto a martedì, di cui 28 rilevati nelle RSA) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3.881 in provincia di Alessandria, 1.802 in provincia di Asti, 1032 in provincia di Biella, 2756 in provincia di Cuneo, 2675 in provincia di Novara, 15498 in provincia di Torino, 1288 in provincia di Vercelli, 1108 nel Verbano-Cusio-Ossola, 254 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 93 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

 

I ricoverati in terapia intensiva sono68 (-2 rispetto a martedì), mentre i ricoverati non in terapia intensiva sono 1118(-44 rispetto a martedì).

Le persone in isolamento domiciliare sono 5.278

I tamponi diagnostici finora processati sono 298.571, di cui 166.237 risultati negativi.

 

Il dato nazionale

Tornano a salire i dati su contagi e decessi per l'epidemia di Covid-19 in Italia e le regioni sorvegliare speciali sono ancora Lombardia, Piemonte e Liguria, in un'Italia decisamente frammentata, con regioni in cui i nuovi casi si contano sulla punta delle dita e altre in cui sono nell'ordine delle decine e delle centinaia.

Secondo il bilancio giornaliero della protezione civile sono 50.966 i malati di coronavirus in Italia, 1.976 meno del giorno prima, quando il calo era stato di 2.358. 

 

Sono 117 le vittime del coronavirus nelle ultime 24 ore, in risalita rispetto al livello più basso da inizio marzo toccato con 78. I morti a livello nazionale salgono così a 33.072.

 

 

Risalgono i nuovi positivi in Italia, con un ritorno ai livelli di 4 giorni fa. Sono ora 231.139 i contagiati totali, 584 i più. Il dato comprende attualmente positivi, vittime e guariti. In Lombardia sono 384 in più. Il giorno prima l'incremento nazionale era stato di 397.

 

Sono saliti a 147.101 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento di 2.443. Martedì l'aumento era stato di 2.677. 

Sono 505 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 16 in meno. Di questi, 175 sono in Lombardia, 8 meno. I malati ricoverati con sintomi sono invece 7.729, con un calo di 188, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 42.732, con un calo di 1.772.

 

Il rapporto tra tamponi fatti nelle ultime 24 ore (67.324) e casi individuati (584) è di un contagiato ogni 115,3 test, quasi lo 0,87%, nella media degli ultimi giorni. Se si escludono i tamponi ripetuti, circa il 40% in media, la percentuale di positivi sui soli nuovi casi testati - come da parametri del ministero della Salute - sale all'1,6%.

 

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Articolo pubblicato il 28/05/2020