Argelato (Bologna) – La Madonna di San Luca nelle immaginette sacre

Una ottantina di santini della collezione di Piero Ingenni diventano un libro

Ormai da diversi anni il bisogno di spiritualità, il “sacro” che riemerge come medicina ai mali di una società consumistica e spesso vuota di valori, ha fatto registrare un vero e proprio crescente interesse per il vasto universo della religiosità popolare; un mondo fatto di gesti e cose semplici, se vogliamo talvolta anche ingenue e che, proprio per questo loro fascino intrinseco, attraggono l’uomo “computerizzato” del duemila.

Per questa ragione la casa editrice Minerva ha dato alle stampe  un esauriente e interessante libro, curato da Piero Ingenni e Mario Fanti”I Santini della Madonna di San Luca” (pp.224 ill. b/n., € 15.00- foto copertina libro).Ma il santino quando è nato? Che scopo aveva? Chi era indirizzata questa produzione?  La storia del santino inizia con grande diffusione dei libri a stampa operata alla fine del 1400.

Le incisioni a soggetto sacro su rame o su legno  che dovevano servire ad illustrare i libri, venivano anche vendute singolarmente. Nel Seicento, durante la Controriforma, se ne fece uno strumento privilegiato contro la diffusione delle nuove idee riformate e specialmente nei paesi del Nord Europa, come le Fiandre, i Gesuiti dettero un particolare impulso alla produzione di queste immaginette assai necessarie come mezzo di catechesi, inviandole anche nei paesi lontani come quelli dell’Estremo Oriente.

Dalla fine del Settecento il santino assume, altre diverse funzioni che favorirono anche di più la diffusione più ampia, per esempio i ricordini della Prima Comunione, oppure i “luttini” per annunciare la scomparsa di un congiunto.

I monasteri femminili erano la sede privilegiata per la realizzazione di questi manufatti, soprattutto nelle ore per la ricreazione spirituale, durante la quale, le monache conversando, potevano dedicarsi ognuna al proprio lavoro preferito. Nell’Ottocento si ha un vero fiorire di immaginette, realizzate con finezza, le nuove tecniche  e con l’avvento di precise macchine fanno si di avere una vasta produzione seriale di immaginette sacre invadendo il mercato mondiale di immaginette, con una produzione varia, le più attraenti si hanno in quelle a tecnica merlettate, trinate, monocolori o colorate.

Nel XX secolo si ha un netto declino  del santino, specialmente dopo il periodo Liberty e fra le due guerre: si produrranno immaginette sempre più poco curate dovute soprattutto ai limitati mezzi economici del periodo. Questo prodotto di devozione popolare,  principalmente, non era indirizzato ad un acquirente colto, ne a durare a lungo nel tempo, ma grazie alla oculatezza dei collezionisti che hanno capito il valore di documentazione culturale li hanno studiati e conservati e  tutt’oggi possiamo ammirarli come quelli riportati nel libro di Piero Ingenni e Mario Fanti.   

 Il santino  veniva distribuito direttamente in chiesa, da chi raccoglieva le offerte,veniva conservato tra le pagine dei libri di preghiera, quasi a costituirne una illustrazione, o infilato nelle cornici che contenevano i ritratti delle persone care, o lasciati nelle mani dei bambini che ne facevano collezione, distinguendoli per tecnica di stampa, per bellezza delle immagini, per i trafori o le merlature dei bordi.

Il libro riporta un ordinamento cronologico dei santini  riportati, si inizia con un santino del 1815, riportando non una preghiera ma una Canzonetta spirituale lodando Maria Vergine di san Luca. La devozione individuale e collettiva verso l’immagine della Madonna di San Luca, custodita nel santuario sul colle della Guardia, risale al XII secolo e da allora ha sempre costituito una caratteristica della città di Bologna.

Le preghiere e anche i testi poetici o di inni riportati a tergo dei “santini”della Madonna di San Luca, sono spesso brevi ed essenziali: richieste di intercessione e di grazie per i singoli e per l’intera comunità, o espressione di lode e di ammirazione verso la Madre del Salvatore.

Piero Ingenni ha raccolto, in un lungo numero di anni, una quantità di testimonianze relative alla devozione verso la Madonna di San Luca(santini, medaglie,monete, editti e diverse pubblicazioni).  Ha partecipato alla realizzazione della raccolta storico-didattica nota come Museo della Beata Vergine di San Luca, realizzato nel 2004 nel cassero di porta Saragozza, e continua tuttora collaborarvi.

Mario Fanti, studioso della storia di Bologna, è autore di importanti studi e ricerche sulla vicenda della Beata Vergine di San Luca dal Medioevo ad oggi. Ha partecipato anch’egli con vari contributi, alla realizzazione dell’omonimo Museo e alla compilazione del relativo catalogo

“I Santini della Madonna di San Luca” a cura di Piero Ingenni e Mario Fanti, 224 pp. ill. in b/n, Minerva 2019 €15.00 

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Articolo pubblicato il 30/05/2020