Lettera aperta al Presidente Emerito della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.

Avv. Edoardo Pezzoni Mauri - vice Presidente UMI

Illustre Presidente,    

 

ho avuto modo solo ora di ascoltare su internet la Sua intervista con Fabio Fazio nel corso della trasmissione televisiva “Che tempo che fa”, andata in onda alcuni giorni fa. Ho apprezzato alcune Sue risposte, altre meno, ma ciò che mi ha violentemente colpito è stato il Suo ricordo dei tragici fatti accaduti 70 anni fa a Napoli, nel corso dei quali, in Via Medina, morirono 9 ragazzi i cui nomi, e le cui età, voglio qui ricordare: Ida Cavalieri di anni 19, Vincenzo Di Guida di anni 20, Gaetano D’Alessandro di anni 16, Mario Fioretti di anni 21, Michele Pappalardo di anni 22, Francesco D’Azzo di anni 21, Guido Beninato, Felice Chirico, Carlo Russo di anni 14. Questi giovani ragazzi, questi bambini, sono morti mentre manifestavano il loro attaccamento ed il loro affetto verso il loro Re e, repubblicani o monarchici che si sia, trovo abnorme definirli, come Lei li ha definiti, “popolino monarchico isterizzato”.

 

Vede, Emerito Presidente, tutto mi sarei aspettato da Lei, che proviene dalla tradizione politica comunista, tranne che sentir parole tanto dispregiative nei confronti del Popolo, quello stesso Popolo che il Suo storico partito ha detto, per anni, di voler difendere e promuovere. “Avanti Popolo, alla riscossa….” era l’inno Suo, del Suo partito della Sua storia politica, della Sua vita ed ora che essa volge, per evidenti ragioni anagrafiche, al termine sentirle definire dei ragazzi, dei bambini che manifestavano per il proprio Ideale, quale che esso fosse, come “popolino isterizzato” mi basisce. Ma forse sbaglio io.

 

Forse non vi è alcuna contraddizione tra le tremende parole da Lei utilizzate da Fazio e la Sua storia politica. Un comunista, o ex comunista, che disprezza il Popolo ed i suoi ideali: possibile, mi chiedevo? Ebbene, si, possibile … non è infatti la prima volta, nella Sua storia politica, che Ella sceglie di schierarsi contro il Popolo che manifesta.

 

Così come nel 1956 Lei preferì schierarsi con la repressione sovietica che schiacciò l’anelito di libertà degli studenti e degli operai, socialisti – non isterici monarchici – di Budapest, oggi, rileggendo e ricordando i tragici fatti di Via Medina, non ha avuto dubbi o esitazioni, non ha valutato gli altrui ideali, non ha concesso l’onore delle armi agli sconfitti … no.

 

Lei ha offeso quel “popolino” dal quale provenivano quei ragazzini, morti per l’ideale in cui credevano. La politica prima di tutto. La politica di parte, incapace del rispetto dell’avversario.

 

Vede, Emerito Presidente, in fin dei conti Lei da Fazio ha fatto un involontario regalo a quei morti e a quel “popolino” perché Lei ha fornito la palese dimostrazione che un Presidente della Repubblica non potrà mai essere un arbitro imparziale giacché sempre si porterà dietro la propria ideologia e le proprie convinzioni politiche. Vi saranno Presidenti migliori o peggiori, più o meno capaci di astrarsi dal proprio passato politico di parte, ma Lei, disprezzando il “popolino monarchico isterizzato” ha dimostrato come l’Istituto monarchico, in cui credevano quei poveri ragazzi, sia ancora attuale in quanto unica garanzia di un Capo dello Stato veramente terzo, estraneo all’agone politico, Padre nobile della Patria, garante del Popolo tutto.

W il Popolo.

 

Edoardo Pezzoni Mauri

vice Presidente UMI

 

 

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Articolo pubblicato il 02/06/2020