Alcune persone possiedono il dono della chiaroveggenza, noto anche come il dono della doppia visione. Esiste davvero una tale facoltà?

La chiaroveggenza è la presunta capacità di talune persone che si dichiarano in grado di vedere eventi e situazioni  appartenenti al passato o al futuro in modo chiaro e lucido; una capacità che consente ad un individuo sensibile di poter descrivere la vita di una persona che può verificare la veridicità di eventi remoti che appartengono  alla sua sfera  privata, e di anticipargli situazioni che si verificheranno in futuro.

Si tratta dunque di una forma di percezione extrasensoriale tale da consentirci in qualche modo di osservare la vita in un modo non convenzionale.  Una sorta di sesto senso che mette gli individui in grado di percepire fenomeni che sfuggono ai sensi abituali. Ma esiste davvero una tale facoltà? E' un fenomeno che possiamo verificare e accettare alla luce delle nostre moderne conoscenze? In base a quanto gli studiosi di  questo fenomeno descrivono, vi sono molti modi in cui la manifestazione della chiaroveggenza viene presentata.

Il più diffuso è quello in cui il chiaroveggente racconta a chi lo consulta diversi episodi della sua vita passata o gli anticipa eventi e situazioni che si verificheranno in un futuro più o meno prossimo. Altri si dichiarano in grado di vedere la cosiddetta "aura" da cui tutti dovremmo essere avvolti, il contorno luminoso che rappresenta i nostri corpi sottili, un alone che si irradia dal corpo fisico di ogni essere vivente. I diversi colori dell'aura hanno, secondo il chiaroveggente in grado di osservarli, un significato particolare: a ciascun colore specifico corrisponderebbe il riflesso delle emozioni  e lo stato di salute.    

E' possibile dunque comprendere come il veggente possa individuare eventuali malattie in base alla disarmonia di alcune colorazioni dell'aura e consigliare quali possano essere i rimedi per poter armonizzare di nuovo i corpi sottili riportando allo stato di perfetta salute una persona. Queste affermazioni non sono frutto di studi moderni, ma risalgano ad epoche antiche; uno fra gli studiosi di tale fenomeno fra i più importanti,  fu Paracelso, alchimista e terapeuta che tenne sempre ben presente le alterazioni del corpo eterico, responsabili - affermava - degli squilibri e delle malattie del corpo fisico, una delle ragioni per cui fu cacciato da tutte le università in cui ebbe la ventura di poter insegnare da medici affatto lungimiranti. Ma per quanto riguarda la chiaroveggenza vera e propria vi sono  altre manifestazioni  le cui possibilità di visione sono assai più ampie, tali da interessare il destino di un intero popolo.

Le previsioni della veggente  Cassandra durante la guerra di Troia sono famose in questo senso. Così come le previsioni di profeti ebrei come Ezechiele e Daniele. Grazie al loro dono, sono stati in grado di descrivere in anticipo le calamità che si sarebbero abbattute sui loro contemporanei se non avessero cambiato le loro abitudini. A volte, nel caso di alcuni veggenti, è descritta una forma di  conoscenza superiore che sembrerebbe letteralmente venire vista e poi trasmessa. Il ricco contenuto delle rivelazioni descritte da Ildegarda di Bingen, nota badessa tedesca vissuta nel Medioevo, testimonia l'apice della sua ispirazione. Per quanto riguarda l'apostolo Giovanni, questi sembra in grado di descrivere nell'Apocalisse, il destino di tutta l'umanità.

Le facoltà della chiaroveggenza di cui si ha riscontro non sono pertanto uniformi. Sono distribuite in modo diverso per ogni veggente; è possibile che nessuno di loro  possa vedere tutti i piani eterei presenti attorno a noi, ma ognuno ha la facoltà di scrutare  un livello piuttosto che un altro e, soprattutto il poter osservare in un livello più elevato degli altri, sembrerebbe dipendere  dallo stato interiore del veggente, cioè dalla sua maturità spirituale. Più è evoluto, più sarà in grado di vedere. Esistono  davvero grandi differenze tra i veggenti e questo parrebbe dipendere dal fatto che il corpo non è l'essere umano in sé, ma  solo uno strumento messo a disposizione dello spirito. Però anche il cervello e gli occhi, che appartengono al corpo fisico, sono solo strumenti. Non sono né il cervello né gli occhi a vedere, ma chi li usa, la mente, il vero sé.

Queste condizioni non ci permettono dunque di trarre delle conclusioni precise sulla veridicità di alcune manifestazioni legate alla chiaroveggenza, anche se in questi ultimi mesi di pandemia, si è verificato un episodio che ha riaperto il dibattito sulla possibilità di conoscere o meno il futuro: una sensitiva americana aveva previsto in uno dei suoi libri che, "intorno al 2020" si sarebbe diffusa su tutto il pianeta una grave malattia. Queste le sue parole presenti nel libro scritto da Sylvia Browne nel 2008,"End of Days": Browne ha previsto che "intorno al 2020 una grave malattia, simile a una polmonite, si diffonderà in tutto il mondo, attaccando i polmoni e i bronchi, resistendo a tutti i trattamenti conosciuti. Quasi più sconcertante della malattia stessa sarà il fatto che essa scomparirà improvvisamente, tanto rapidamente quanto è arrivata e  attaccherà di nuovo dieci anni dopo, per poi scomparire completamente".

Il testo  ultimamente è stato ripreso e presentato in tutti i network come una profezia e, pur non rappresentando una prova certa, sembrerebbe essere  uno fra i casi più attendibili di previsione della nostra era. Un caso che  ha sicuramente colpito i lettori per la sua attinenza al periodo che ci tocca vivere e che lascia aperto un dibattito vecchio di secoli.

Ma per quanto dubbie possano apparire ai numerosi scettici le affermazioni della scrittrice, ci regalano una speranza: quella che il virus da cui siamo afflitti scomparirà comunque, di certo grazie alle conoscenze razionali che abbiamo acquisito in campo medico e che non tarderanno ad essere messe in pratica quanto prima restituendo ad ognuno di noi la facoltà di muoversi liberamente nel mondo, come sempre abbiamo fatto e faremo.

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Articolo pubblicato il 07/06/2020