Amore La Sol Mi Fa Remirare

L’etichetta americana Centaur propone un nuovo omaggio all’arte musicale di Leonardo da Vinci, che vede protagonisti il soprano Nadia Caristi e il liutista Massimo Marchese.

Tra i numerosi campi in cui eccelleva Leonardo da Vinci vi era anche la musica, che frequentò sia come compositore, sia come brillante musicista, sia come inventore di strumenti – a questo proposito, Giorgio Vasari riferisce nelle sue Vite che Leonardo donò al duca di Milano Ludovico il Moro una lira d’argento a forma di teschio di cavallo, caratterizzata da un timbro molto potente.

 

Purtroppo Leonardo riteneva la musica «sorella minore della pittura» per il suo carattere intrinsecamente effimero, destinata a non a resistere al trascorrere del tempo come le arti figurative, ma a morire nel momento stesso in cui viene generata, un fatto che può spiegare la relativa scarsità di opere musicali tramandate dagli scritti del genio di Vinci.

 

Nonostante questo, nel corso dell’ultimo anno la figura e l’opera di Leonardo sono state celebrate da parecchie etichette, in occasione del quinto centenario della scomparsa del genio italiano. Tra questi dischi si segnala l’antologia Amore la sol mi fa remirare pubblicata dalla casa discografica americana Centaur, nella quale il soprano Nadia Caristi e il liutista Massimo Marchese delineano un vivido affresco della durata di un’ora del panorama musicale fiorito in Italia settentrionale tra la seconda metà del XV e i primi decenni del XVI secolo.

 

I ventidue brani in programma formano altrettante istantanee di un’epoca ricca di fermenti culturali, che sarebbe approdata non molti anni più tardi alla splendida stagione rinascimentale di Giovanni Pierluigi da Palestrina.

 

A ben vedere, in questo disco c’è un assaggio di quasi tutto, dalle suggestive opere sacre di Franchino Gaffurio (compositore di Lodi, che secondo molti studiosi sarebbe stato raffigurato dallo stesso Leonardo nel suo Ritratto di musico) alla tradizione dei compositori franco-fiamminghi (i famosi “Oltremontani”) Johannes Ockeghem, Jacob Arcadelt e Josquin Desprez e dai dioscuri della frottola Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara ai grandi maestri del liuto come Vincenzo Capirola, Francesco da Milano, Joan Ambrosio Danza (autore della celeberrima Tastar de corda) e Francesco Spinacino. Leonardo apre e chiude il disco con sei dei 171 “rebus” musicali conservati nella Windsor Collection, veri e propri enigmi dai quali emergono melodie, che di recente sono state sviluppate dal liutista Massimo Lonardi e in questo disco vengono eseguite in maniera impeccabile dai due interpreti.

 

Tra questi brani si segnala Amor mi fa remirare, che dà il titolo al disco e di cui si può vedere nell’immagine il manoscritto (si ricordi che Leonardo scriveva da destra verso sinistra!). Reinterpretati secondo la prassi improvvisativa in auge nei primi anni del XVI secolo, questi brani delineano un’immagine di Leonardo del tutto inedita, basata su congetture ma certamente plausibile e in grado di rendere efficacemente quella che può essere considerata una forma di divertissement intellettuale di una delle menti più eccelse della storia.

 

Da parte sua, Nadia Caristi sfoggia una apprezzabile proprietà stilistica e una notevole espressività, spaziando dai toni austeri di Beata progenies di Gaffurio, alla vivacità di Per fuggir d’amor le punte di Cara, alla devota contemplazione del Vergine bella (su versi di Petrarca) di Tromboncino e all’intensità assorta della chanson Mille regretz di Desprez, sul cui tema furono composte decine di messe. Questo approccio teso a enfatizzare il carattere di ogni brano contribuisce a garantire un ascolto molto piacevole, dal quale traspare un’immagine del patrimonio rinascimentale molto più ricca e variegata di quanto molti pensano.

 

 

AA.VV.

amore la sol mi fa remirare

Nadia Caristi, soprano

Massimo Marchese, liuto

Centaur CRC3807 (CD alto prezzo)

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Articolo pubblicato il 27/06/2020