Johannes Amos Comenius (Moravia 1592 – Amsterdam 1670): Quando si potrà chiamare felice un anziano?

Pillole di saggezza tratte dal libro UNUM NECESSARIUM (Edizioni Lectorium Rosicrucianum)

Platone dichiarava che è felice colui o colei che, in età avanzata, è dotato di un chiaro intendimento di tutto.

 

Egli diceva che la gioventù e l’età adulta sono vissute quasi interamente nello smarrimento.

 

Siccome non soltanto lo spirito e la mente, ma anche la volontà e l’agire sono fuorvianti, si può esprimerlo in maniera più completa: felice è l’anziano che ha trovato l’uscita dal labirinto della vita, che ha messo a riposo la pietra di Sisifo e i cui desideri sono esauditi.

 

Se resta ancora qualcosa da fare per l’anziano, è qualcosa di forte, di elevato, mirato verso il cielo. Perciò Davide ritiene felice l’anziano a cui Dio rinnova la sua giovinezza elevandolo come l’aquila

 

Quest’uomo è come un vecchio albero che, benché meno fertile, dà tuttavia frutti che, cresciuti meglio, sono più maturi e hanno un sapore più dolce.

 

Tutti gli smarrimenti della vita, che l’anziano nota in se stesso o negli altri, devono essere corretti prima della fine della vita perché la morte non arrivi trovandolo impreparato e la vita vissuta perda tutto il valore acquisito.

 

Con l’esperienza interiore, come al corridore dello stadio, cui il premio per il suo trionfo arride soltanto al termine della gara, così la palma per la vita virtuosa arride soltanto alla morte.

Se (la gara) è stata sprecata, non vi è più occasione per una correzione, ma soltanto lutto eterno.

 

 

Johannes Ames Comenius (in ceco: Jan Amos Comensky), nato in Moravia nel 1592 e morto presso Amsterdam nel 1670, fu pedagogista, filosofo, letterato, teologo, scrittore.

 

Tra le tante sue opere ricordiamo Didactica magna, Pansophiae prodromus, Ianua linguarum, l’Orbis pictus, la Via Iucis e, in ceco, forse la sua opera più conosciuta: Il Labirinto del mondo e il paradiso del cuore.

 

Vissuto in un periodo tormentato dalle guerre di religione, la sua appartenenza come pastore e vescovo dell’Unione dei Fratelli Boemi, gruppo di seguaci staccatosi dalla chiesa hussita nel 1462, gli causarono persecuzioni ed esilio, costringendolo a peregrinare e a rifugiarsi in molte città europee.

 

Tra i suoi ispiratori viene annoverato Johann Valentin Andreas (1586-1654), animatore del circolo di Tubingen, che darà alle stampe, nel 1616, Le nozze alchemiche di Cristiano Rosacroce, opera che insieme alla Fama Fraternitatis e alla Confessio tanto scalpore ed entusiasmo suscitarono in tutto Europa.

 

L’Unum Necessarium viene pubblicato ora in prima traduzione italiana

 

 

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Articolo pubblicato il 07/07/2020