L'Agroalimentare italiano più forte del Covid

Secondo i dati di Coldiretti tiene la filiera, per un valore di oltre 500 miliardi di euro

Lo abbiamo detto tante volte: la grandezza dell’Italia sta nei piccoli, in quella moltitudine di micro-Impenditori, nei Commercianti, negli Artigiani, nei Professionisti che costituiscono l’ossatura del nostro sistema produttivo. Oltre ovviamente a esserne i muscoli, perché così come un individuo non può camminare senza gambe, allo stesso modo un Paese non può correre senza produzione, impresa, creatività. Creatività, sinoGnimo di saper fare, la quale rappresenta la nostra somma eccellenza. In ogni campo, anche quello della filiera agroalimentare.

Qualche dato, pubblicato dalla Coldiretti. In Italia il valore del comparto è stimato essere di circa 538 miliardi di euro, l’unico fra quelli di punta (design, moda, tecnologia etc.) che abbia meglio retto ai contraccolpi economici del Covid. Di questo tesoretto, quasi 45 miliardi sono ascrivibili all’export, e quindi al tanto stimato urbi et orbi “made in Italy”.

Dietro alle cifre, però, ci sono prima di tutto le persone, il cui lavoro non va inteso come un mero “far fatica per qualcosa” ma costituisce una vera e propria passione. Il 25% (cioè 1/4) del PIL, 3,8 milioni di posti di lavoro (quindi, sia chiaro, 3,8 milioni di famiglie che da codesto impiego ricavano sostentamento), 740.000 imprese agricole, 70.000 industrie alimentari, 330.000 aziende operanti nel settore della ristorazione e oltre 230.000 punti vendita al dettaglio. Numeri legati tanto all’abilità degli Italiani impegnati in Agricoltura quanto allo stretto legame col territorio, che nel corso dei decenni ha fatto di tante realtà produttive trasmesse di padre in figlio un prezioso patrimonio materiale e immateriale, fatto di tradizioni e valori.

Nessuno può sapere davvero chi sia e dove vada senza conoscere le proprie radici. Ricordiamolo a qualche improvvisato personaggio, inspiegabilmente trapiantato in Politica.

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Articolo pubblicato il 04/09/2020