Germania - La protesta degli agricoltori con centinaia di trattori verso la Porta di Brandeburgo

Manifestazioni in tutto il paese contro la politica agricola del governo federale

In Germania, ieri mattina gli agricoltori hanno iniziato manifestazioni di protesta contro la politica agraria  del governo federale che prevede un parziale taglio dei sussidi per il settore. A Berlino, davanti alla porta di Brandeburgo, alle 10 del mattino la polizia ha contato 566 tra trattori, camion, automobili, furgoni e rimorchi.

Ma si sono registrati disagi al traffico anche in diversi altri stati federati. Ad esempio, nel distretto di Cloppenburg, nel nord-ovest della Bassa Sassonia, un’autostrada federale è stata bloccata da 40 veicoli. E nel Meclemburgo-Pomerania Occidentale gli agricoltori hanno bloccato gli ingressi alle strade di lunga percorrenza con centinaia di trattori.

La questione principale riguarda gli sgravi fiscali per il gasolio agricolo: all’associazione degli agricoltori non basta un parziale ritiro dei piani di austerità del governo. Le proteste sono anche sostenute dalle società di spedizioni, che manifestano contro l’aumento dei pedaggi dei camion.

Quella appena cominciata sarà una settimana di passione per l’intero paese e uno stress test per Olaf Scholz, alle prese con l’ennesima situazione spinosa capace di minare il suo già basso consenso.

Dopo l’ammonimento del mese scorso della Corte Costituzionale per la voragine di 60 miliardi di euro lasciata nel bilancio federale, il governo è corso ai ripari per coprirla, rimettendo mano ai conti. “Manteniamo i nostri obiettivi ma è chiaro che dobbiamo accontentarci di molti meno soldi per raggiungerli”, aveva specificato il cancelliere al momento del nuovo accordo di bilancio, che prevedeva un deficit ridotto ma comunque significativo (17 miliardi) da colmare.

Il modo per farlo è sempre lo stesso, alzando le tasse. Specie per il settore primario, in cui la tanto attesa transizione verde è stata la vittima sacrificale. Gli agricoltori si sono quindi visti togliere alcune sovvenzioni principali, dall’abolizione del trattamento preferenziale sulla tassa dei veicoli agricoli a quella sui sussidi per il gasolio, dando inizio alle proteste.

A metà dicembre, poco meno di duemila trattori erano arrivati nel centro di Berlino, davanti alla Porta di Brandeburgo, ottenendo qualche giorno dopo una piccola marcia indietro del governo.

Il sussidio sui veicoli è stato mantenuto, mentre lo sgravio fiscale sul diesel verrà tolto, ma gradualmente: quest’anno sarà ridotto del 40%, il prossimo del 30%, per poi eliminarlo del tutto nel 2026.

Giovedì il ministro dell’Economia Robert Habeck è stato aggredito da qualche decina di manifestanti che hanno impedito di attraccare al traghetto su cui viaggiava, di ritorno da qualche giorno di ferie trascorso in un’isola nel Mare del nord. Due giorni dopo il collega alle Finanze, Christian Lindner, se l’è presa con una protesta a suo dire insensata visto che il settore è già “altamente sovvenzionato”.

Una miccia che ha acceso il fuoco alla vigilia della mobilitazione generale indetta dall’Unione tedesca dei contadini (DBV), certa di come la direzione del governo porterà al collasso del comparto.

A fare da teatro al malcontento sono gran parte delle città della Germania.  Bloccato anche il grande centro di logistica a sud di Berlino, che ha comportato ritardi. Il gelo del mattino non ha rappresentato un ostacolo per gli agricoltori che hanno cominciato a sfilare con i loro trattori, su cui sono stati issati striscioni con slogan espliciti: “Niente agricoltori, niente cibo, niente futuro”.

Lo stabilimento della Volkswagen a Emdem, nel nord-est, è rimasto chiuso per via dei blocchi stradali che hanno impedito all'impianto di funzionare regolarmente. I convogli hanno raggiunto anche Amburgo e Brema, mentre a Colonia se ne sono presentati almeno 500 - rispetto ai 120 trattori attesi - poco meno di quelli che hanno attraversato la Strada 17 che collega la Porta di Brandeburgo alla Ernst-Reuter-Platz nella capitale.

 “Chiediamo alla cittadinanza di comprendere”, ha spiegato il presidente del DBV, Joachim Rukwied. “Non vogliamo perdere il grande sostegno e la solidarietà che stiamo ricevendo da ampi settore della società.” E aggiunge una postilla di politica estera, accusando la squadra di Scholz di voler salvare il mondo mentre si dimentica dei suoi agricoltori – un rimando alla volontà di importare grano ucraino senza dazi.

 A fine dicembre un sondaggio dava  l’AdF al 23%, dove mai prima d’ora era arrivato, frutto anche delle turbolenze economiche che hanno portato a una sfiducia generale dell’elettorato tedesco nei confronti delle forze politiche tradizionali. E il mese di discussione necessaria per arrivare a un accordo sul bilancio federale ha pesato ancor di più in termini positivi, con i sondaggi in Brandeburgo, Sassonia e Turingia – i tre Land dove si voterà quest’anno – che la vedono in testa l’estrema destra.

A scendere in picchiata è la popolarità di Scholz, ai minimi storici. Non i suoi, ma di tutti coloro che lo hanno preceduto nel ruolo dal 1997. Attualmente solo un tedesco su cinque si dice soddisfatto del leader dell’Spd. Ciononostante i numeri non lo preoccupano e prova a tirare dritto per la sua strada, sebbene ostruita dagli agricoltori.

Dal governo fanno sapere che non ci sarà alcun passo indietro riguardo ulteriori eliminazioni dei sussidi. E mercoledì a incrociare le braccia saranno anche i lavoratori del settore ferroviario, in sciopero per due giorni.

 

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Articolo pubblicato il 09/01/2024