Il Servizio Sanitario Nazionale è totalmente in crisi

A dirlo il Fondatore del "Popolo della Famiglia", Mario Adinolfi.

Chi legge “Civico 20 News” con regolarità sa che ci occupiamo spesso di sanità. Normalmente lo facciamo esaltando interventi chirurgici ben riusciti, trapianti d’organo solido andati a buon fine, strutture sanitarie che sono esempio anche per la medicina dei Paesi esteri.

Questa volta, invece, per amor di verità, parliamo dei problemi che ammorbano il nostro Servizio Sanitario Nazionale e che stanno traghettando i pazienti verso la Sanità Privata che, ovviamente, si sta arricchendo oltremodo.

Sul tema abbiamo ascoltato il Fondatore del “Popolo della Famiglia”, Mario Adinolfi, che ha detto: “Il Servizio Sanitario Nazionale è forse il pilastro più importante del welfare italiano ed è oggi totalmente in crisi. Di fatto chi è povero non si cura, a sud di Roma i servizi ospedalieri sono di imbarazzante inadeguatezza, le liste d’attesa hanno di fatto già consegnato al privato la sanità, persino i Pronto Soccorso ormai sono aperti da società che fanno pagare 140 euro a intervento”.

Quadro tragico che, purtroppo, è reale. Chi ha un problema di salute e deve fare controlli e accertamenti si sta rendendo conto che stiamo marciando a passo spedito verso una sanità sempre più privata.

Oltretutto – ed è bene dirlo – sanità privata non è sinonimo di sanità eccellente. Anche nel privato, talvolta più che nel pubblico, si trovano medici approssimativi, frettolosi e poco competenti. Tutto questo a chi giova?

Mario Adinolfi (nella foto a sinistra), uomo che non le manda a dire, prosegue entrando nel vivo e dicendo: “Se ti serve una TAC la lista d’attesa se ti dice bene è di 100 giorni e allora vai a fartela privatamente. Se puoi. Altrimenti adotti il metodo di andare privatamente da un medico ospedaliero, gli paghi la visita privata e lui poi ti accorcerà le attese nel sistema pubblico”.

In un Paese civile si può far funzionare così la macchina della sanità? Assolutamente no!

Una soluzione – la più ovvia – è quella di investire sul capitale umano che si trova nelle nostre strutture sanitarie. Bisogna che gli Assessorati Regionali alla Sanità facciano pressione sul Ministero della Salute affinché scucia più fondi al fine di retribuire in modo equo e dignitoso medici, infermieri, ostetriche, fisioterapisti, tecnici di laboratorio, tecnici sanitari di radiologia medica, … che – a causa della mole di lavoro e della retribuzione ridicola - fuggono nel privato o, peggio, all’estero.

Il leader del “Popolo della Famiglia” non ha dubbi. Servono “più risorse umane e più tecnologia, meno sprechi e corruzione, uguale sanità più vicina al cittadino integrando nel sistema pubblico anche il privato convenzionato con un serio investimento nella Medicina Territoriale di Prossimità”.

Proposte lodevoli che darebbero nuova linfa al nostro Servizio Sanitario Nazionale. Qualcuno le attuerà?

Ci riserviamo di tornare sul tema.

 

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Articolo pubblicato il 13/02/2024