La Gig economy in Italia, ovvero il lavoro saltuario e a tempo.

Prevalentemente via web sono in crescita lavori on demand.

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Con gig economy si intende un modello economico sempre più diffuso dove non esistono più le prestazioni lavorative continuative (il posto fisso, con contratto a tempo indeterminato) ma si lavora on demand, cioè solo quando c’è richiesta per i propri servizi, prodotti o competenze.

L' istantanea sui nuovi lavori “on demand'” che si offrono e si scambiano su app e piattaforme web, è stata scattata dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti con una indagine ad hoc. I primi risultati sono stati presentati al Festival dell'Economia di Trento, che ha messo al centro del dibattito proprio il rapporto tra lavoro, tecnologia e diritti. I rider sono appena il 10% di questa nuova galassia di lavoratori e di questi sono circa 10mila quelli che lavorano per le piattaforme di food delivery. Nella ricerca della Fondazione un 45% si dichiara tra soddisfatto e molto soddisfatto del suo lavoro che rimane comunque in gran parte occasionale, visto che il 50% dei gig worker lo fa per 1-4 ore a settimana e il 20% tra 5 e 9 ore.

 

La metà è donna 
Circa la metà di chi fa questi lavori è donna, con livelli di studio elevato. Solo per 150mila, lo 0,4% dell’intera popolazione, si tratta dell'unico lavoro. Gli immigrati rappresentano il 3 per cento. Questi lavoratori vengono contrattualizzati nel 10% dei casi come cococo, mentre il 50% con collaborazione occasionale a ritenuta d'acconto. Più del 50% viene pagato a consegna, mentre meno del 20% è pagato a ora. Il guadagno medio si attesta sugli 839 euro per chi lo fa come lavoro principale e 343 euro per chi lo fa come lavoretto (in media circa 12 euro lordi l'ora).

 

Il 78% è under 30 
Deliveroo, ha spiegato il country manager per l'Italia Matteo Sarzana, «ha più di 2mila rider» nelle 17 città dove è presente: «Il 78% è under 30. In media le ore lavorate sono 10 e più della metà sta con noi meno di 4 mesi». Solo il 17% resta tra i 6 mesi e un anno mentre appena il 15% lavora per la piattaforma più di 12 mesi. «Metà dei rider sono studenti, un terzo lo fa come secondo lavoro, anche per altre piattaforme e solo un sesto dichiara di non essere occupato».

L'inquadramento è con la collaborazione occasionale con ritenuta d'acconto e la paga media oraria è di 12,80 euro l'ora. Il 70% dei nostri rider, spiega Sarzana «è passato per scelta dalla paga oraria a quella a consegna» e la piattaforma, come garanzia, si impegna a mettere la differenza se non si raggiunge la media di 1,5 consegne l'ora. In più «abbiamo lanciato una polizza globale che copre danni contro terzi e infortuni, garantendo il riconoscimento di una diaria nel momento in cui accada qualcosa per cui non può essere eseguita la prestazione». Il 96% dei rider sceglie questo lavoro per le caratteristiche di flessibilità.


 

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Articolo pubblicato il 05/06/2018