Usa, Egitto e Qatar ci riprovano: nuova proposta per cessate il fuoco tra Hamas e Israele

Luigi Cabrino: "Pronta una nuova proposta per portare le parti a sedere attorno ad un tavolo"

Dopo che diversi stati occidentali, Usa su tutti, hanno cominciato a manifestare contrarietà all' uso sproporzionato della forza di Israele contro Gaza come risposta agli attacchi del 7 ottobre le parti non sembrano interessate a discutere.

La delusione delle cancellerie per l'indisponibilità di Netanyahu a considerare la possibilità di uno stato palestinese non fa demordere gli attori internazionali.
Usa, Egitto e Qatar, a quanto riporta Agenzia Nova, hanno pronta una nuova proposta per portare a sedere attorno ad un tavolo Israeliani ed Hamas.

Al momento nessuna delle parti in conflitto ha aderito ai termini della nuova proposta, ma secondo le fonti sia Israele che Hamas avrebbero manifestato la volontà di tornare al tavolo dei negoziati, in stallo dopo la fine dell’ultimo cessate il fuoco, lo scorso 30 novembre.

I colloqui dovrebbero aver luogo già nei prossimi giorni al Cairo. Sempre oggi, 21 gennaio, il portale d’informazione “Axios” ha riferito dell’imminente partenza per l’Egitto e per il Qatar del rappresentante della Casa Bianca per il Medio Oriente, Brett McGurk.

Per i mediatori non sarà facile, in ogni caso, raggiungere un accordo. Israele spinge per una pausa di due settimane dell’offensiva nella Striscia in cambio di nuovi scambi di prigionieri, ma resta riluttante a discutere di un cessate il fuoco permanente. Hamas, dall’altra parte, “cerca di ottenere il massimo vantaggio possibile” dagli ostaggi ed è disponibile a liberarne solo in cambio del rilascio di migliaia di prigionieri palestinesi detenuti da Israele e di un cessate il fuoco definitivo.

Secondo il “Wsj”, il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar è disponibile a liberare altri ostaggi, ma vuole “un cessate il fuoco più lungo e migliori condizioni rispetto a quelle ottenute l’ultima volta”. Usa, Egitto e Qatar sono comunque convinti che un nuovo accordo sugli ostaggi sia la chiave per arrivare a una più lunga cessazione delle ostilità. A favore dei mediatori, secondo una fonte egiziana, potrebbero giocare anche le divisioni all’interno del governo israeliano, con alcuni membri convinti della necessità di dare priorità al rilascio degli ostaggi.

Luigi Cabrino 

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Articolo pubblicato il 23/01/2024