Ricordo di Mariella Pintus

Ad un anno dalla scomparsa

Un anno fa, il 18 gennaio 2013, veniva annunciata la scomparsa di Mariella Pintus, esponente piemontesista, storica, studiosa dei movimenti autonomisti e cultrice della cultura identitaria.

Le mie travagliate vicende familiari non mi avevano permesso di commemorarla in modo adeguato e, ad un anno di distanza, ho sentito come un dovere - gradito dovere - partecipare alla Messa del suo anniversario, celebrata da Padre Giacomo, amico ed estimatore di Mariella, presso la Chiesa di Santa Maria del Monte, al Monte dei Cappuccini.

È stato un modo per ricordare una cara amica che ultimamente, per forza di cose, avevo dovuto trascurare e la cui scomparsa mi aveva colpito in modo particolare.

Avevo conosciuto personalmente Mariella, grazie ad un amico comune, dopo che per anni avevo seguito su RPL le sue trasmissioni radiofoniche, dedicate alla storia e alle tradizioni locali ed alla musica popolare.

Più volte l’avevo sentita citare il libro di mia moglie “C’era una volta a Viù” quando descriveva feste, lavori e sapere tradizionale delle Valli di Lanzo.

Ne era nata una amicizia tra le nostre famiglie, con incontri conviviali, frequentazioni della Valle di Viù, partecipazione agli spettacoli che mia moglie come Presidente del Gruppo Folkloristico di Viù organizzava ogni anno, interviste radiofoniche.

Mariella era docente dell’Università della Terza Età di Torino, titolare del corso “Culture dei popoli occitani e francoprovenzale” ed eravamo andati, mia moglie ed io, vestiti con gli abiti tradizionali di Viù per presenziare ad una sua lezione di fine corso, conclusa ballando la “corenta” di Viù.

Mariella aveva anche chiesto la nostra collaborazione per preparare uno spettacolo intitolato “La Vijà”, che si era poi svolto a San Raffaele Cimena (Torino), il 6 settembre 2008, con canti, lettura di poesie e fiabe, racconti di masche e balli con musiche dei Barmenk.

Ho collaborato con Mariella anche a proposito dei miei temi della criminalità del passato.

Quando il compianto Tavo Burat (Gustavo Buratti) mi ha chiamato a far parte del gruppo di esperti che dovevano preparare un libro dedicato ai briganti popolari italiani e bisognava individuare un consulente per gli “insorgenti” piemontesi, ho subito pensato di coinvolgere Mariella.

È stata lei che ha preparato i due importanti capitoli dedicati a “Mayno della Spinetta, brigante alessandrino, imperatore della Fraschea” ed a “I fratelli Scarsello di Narzole”.

Il libro è poi venuto alla luce col titolo “Banditi e ribelli dimenticati. Storie di irriducibili al futuro che viene”, a cura di Corrado Mornese e Gustavo Buratti (Milano, Lampi di stampa, 2006).

Del resto, Mariella aveva con Mayno della Spinetta una lunga frequentazione, che risaliva al

giugno 1999 quando, in occasione dei 50 anni di attività delle due storiche case editrici “Il Punto” e “Piemonte in Bancarella”, in piazza San Carlo a Torino, era stato proposto per la prima volta lo spettacolo-conferenza, a cura della Compagnia di San Quintino, “Il brigante Mayno”.

Era un atto unico in italiano e piemontese di M. Pintus, M. Bianco, G. Serra (1999), interpretato dagli attori Marcella Bianco, Giorgio Serra e Fabrizio Bava, con Claudio Scanalino (musica, voce e chitarra), Dario Durisi (tastiere), Fulvio Bava (consulenza), con la regia di Mariella.

E non solo, Mariella aveva già pubblicato il libro “Insorgenti piemontesi. Ribelli, sanfedisti e personaggi singolari dell’età napoleonica” (Collegno, Chiaramonte, 2003).

Certamente sto parlando di quel poco che ho realizzato con Mariella: mai come nel suo caso rimpiango di non averle dedicato più tempo, di avere rimandato molte iniziative, con la mia perniciosa illusione di avere a disposizione l’eternità.

Per chi non la conosce, va detto che era nata a Isola Dovarese, in provincia di Cremona, ed ha vissuto dal 1961 a Torino, sua amata città di adozione.

Come giornalista pubblicista è stata direttore del mensile “La Veillà du Val d’Aoste”.

Come studiosa di Storia e Tradizioni delle Regioni padano-alpine, si era attivata in tutto il Piemonte, in Valle d’Aosta e in Lombardia, per convegni, conferenze, manifestazioni e percorsi culturali.

È stata la Presidente dell’Associazione culturale “Università delle Genti e delle Tradizioni” ed ha così collaborato con altri sodalizi ed alcune Circoscrizioni della Città di Torino ed inoltre con gli Assessorati alla Cultura di numerosi Comuni e delle Regioni Piemonte e Lombardia.

Ha contribuito, per la parte storica ed artistica, alla progettazione di un Eco-museo da collocarsi nel Vallone di Marmora, sulle Alpi Occitane ed aveva intrapreso il percorso per la creazione del primo eco-museo in Valle d’Aosta.

Ultimamente è stata attiva collaboratrice dell’Associazione “Gioventura Piemontèisa”.

Come docente e conferenziere, aveva grandi capacità espositive, assecondate anche dalla sua caratteristica e gradevole voce, tanto profonda e modulata che, nel vederla di persona, mi era apparsa un po’ incongruente col suo fisico minuto.

Ad attirare l’interesse e la simpatia degli uditori erano però soprattutto la sua grande preparazione culturale ed il suo entusiasmo contagioso: i suoi allievi dell’Unitre, molto numerosi, le erano molto affezionati.

Ciao Mariella, per ricordarti cercheremo di portare avanti degnamente le tue idee.

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Articolo pubblicato il 21/01/2014