Alla Galleria C.S.A.Farm di Torino, l'originale personale "raddoppiata" dell'artista pescarese, tra simulacri d'acrobati caracollanti o capovolti e volti ingialliti di icone pop-religiose
Un ermetico, criptico testo esplicativo, per assurdo ossimoro, invita ad esplorare il caotico cosmico "stralunato" pianeta, col satellite in orbita semielissoidale - putacaso accecato dal parodistico missile-proiettile di Méliès -, ove dimora il taurino demiurgo astronauta od argonauta di Pescara, protagonista dell'originale personale (scelga il lettore il vocabolo e l'attributo) che s'inaugura stasera alla C.S.A.Farm: in precaria sospensione sulle corde funamboliche d'una prospettiva sghemba, insolita ed accattivante, appesa a-testa-in-giù, egli offre una "reinterpretazione del mondo" che ci circonda. E dei tipi strani - itterici - che v'incontriamo. Insanità e in santità. Chissà?!...
È Totoro quel che riluce. Forse un cavetto d’ottone che rivive vividamente come filo d’equilibrista tra due bastoni fasciati da nastro isolante verde-prato, con tanto di retina metallica di sicurezza, o sagome di acrobati in salto dal trapezio su una cassettina nerastra di cartone riciclato… Ciclo, circo, circonvoluzione, circonlocuzione. Esili linee felliniane discorrendo disegnano invece concreti spazi, seppur miniaturizzati, che oltre le quattro dimensioni canoniche (altezza, larghezza, profondità, tempo) sul palcoscenico cronotopico della fisica relativistico-quantistica rappresentano teatralmente la quinta: poetica.
Le improbabili specie di fiere sui generis del fantastico meraviglioso caravanserraglio o carrozzone azzerato dell’artista abruzzese (il cui cognome riecheggia curiosamente misteriosamente il titolo di un famoso film nipponico d’animazione di Hayao Miyazaki) si esibiscono sotto il piccolo tendone di telo-cerato rosso-cremisi. Tale sorta di visione magrittiana ecologica, che risulta caratterizzare le opere di Claudio, sia queste inedite sia le precedenti, giunge a tradurre la surreale sublimazione in elaborazione fattuale, l’astrazione in proiezione, la concezione in percezione, la creatività in manualità, la spiritualità in corporeità, la nube del pensiero in pioggia di materia. Sostanza che diviene sogno. Viceversa.
“Arguta, divertente, musicale, eccitante, bizzarra, politica, entusiasmante, spaventosa, metaforica, comica, sardonica”: gli iperbolici aggettivi qualificativi proclamati in anteprima all’insensibile o sensibilissima pellicola dell’Arancia Meccanica di Kubrick potrebbero magari adattarsi alle sembianze dei figurini di Faccia Gialla (ben impresso appellativo popolare del Patrono di Napoli), che l’autore - passando adesso dai volumi solidi, però piuttosto leggeri, apparentemente fragili, quasi eterei, del suo particolare ready-made, alle superfici piane, quantunque rilevate negli elementi costitutivi del collage - aveva inizialmente assemblato in rettangoli "tascabili" di dieci-per-quindici centimetri, mentre ora si mostrano riprodotti tramite immagine digitale in grande formato; moti temperamentali e ironici atteggiamenti mimici ottenuti per giustapposizione di ri/ta/gli e fram-men-ti di altre cose, raccolte, recuperate un po’ dappertutto, permettono di ritrovarsi, di rispecchiarsi nelle indifferenti irriverenti strafottenti smorfie, fortuite o premeditate, rivelatrici involontarie ovvero deliberate di significati inconsci, d'una ritualità sacrale praticata al limite dell'ossessiva ripetitività semantica scaramantica, psichica quanto carnale, impersonata dalle icone profane di una religiosità tradizionale trasmutata in chiave banalmente consumistica, coll'aureola pubblicitaria della devozione utilitarista o adorazione dell'ego, nella mascherata ipocrita dei ruoli culturali e nel persuasivo/pervasivo linguaggio spettacolare dei mass-media e dei social-network. Ma così la falsa identità dell’individuo, appena ricostruita, subito torna a disperdersi, si dissolve, svanisce.
Gli accesi cromatismi, col colorito ocra, innaturale, dell’epidermide sul sostrato, ne accentuano la paradossale funzione caricaturale dell’essere-umano. Un gigantesco pennello dipinge i nostri connotati. Chi li ha ideati, abbozzati e definiti? Chi ci ritrae? Chi ci fotografa? Chi c’immortala?
"Circus e Faccia Gialla"
Opere inedite
Solo show / Mostra personale
di Claudio Totoro
a cura di Marcello Corazzini
Dal 15 maggio al 14 giugno 2015
Inaugurazione, venerdì 15 maggio
ore 18,00
Orario di apertura al pubblico:
dal martedì al sabato
dalle 16,00 alle 19,30
(chiusura, lunedì e festivi)
Catalogo in galleria
Testi di M. Corazzini, E.S. Laterza
e P. Messerklinger
CosmoShopArt
CSA Farm
Via Vanchiglia, 36 (interno cortile)
Torino
Info: www.cosmoshopart.it
www.facebook.com/csafarm/events/circusefacciagialla
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Nella immagini a corredo del testo, opere delle serie "Circus" (2014) e "Faccia Gialla" (2015) di Claudio Totoro © aut./CSA
link al precedente articolo Anticontemporaneo?...
relativo alla mostra personale di Saro Arizza
alla Galleria CSA Farm di Torino :
www.bdtorino.eu/sito/articolo.anticontemporaneo?
link all'articolo-intervista
CSA Farm, una nuova dimensione di creatività in città (e in rete)
relativo alla mostra collettiva Vi presento... i miei
a cura di Marcello Corazzini
alla Galleria CSA Farm di Torino :
www.bdtorino.eu/sito/articolo.csafarm
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Articolo pubblicato il 15/05/2015