Spellato da Apollo

Francesco Vezzoli, "Autoritratto quale Apollo del Belvedere nell'atto di uccidere il satiro Marsia" (part.), 2015, scultura-installazione, foto di Sebastiano Pellion di Persano � aut./F.Vezzoli/FrancoNoero/Artribune

Alla Galleria Franco Noero di Torino, la mostra personale "Metamorfosi" di Francesco Vezzoli mette in scena il mito ovidiano di Marsia

Ricordate la filastrocca scioglilingua?

A solleticare la suscettibilità degli dèi - è risaputo - si rischia la pelle. Letteralmente. Lo sperimentò proprio epidermicamente il povero satiro Marsia, quando con inusitata hybris osò sfidare Apollo nel suono dell'aulòs (tipico strumento aerofono della Grecia antica), con l'esito scontato di finirne scornato, anzi scorticato, per l'appunto: tramite l'immancabile "trucchetto divino", la celestiale gara di musica non potè che vertere a favore del permaloso e vendicativo patrono olimpico delle arti, risultato ovviamente vincitore, con conseguente bruciante ovvero urticante punizione del misero sconfitto che aveva ardito competere con l'immortale figlio di Zeus, secondo la versione della vicenda narrata nelle Metamorfosi. Con il medesimo titolo dell'opera dello "scandaloso" Ovidio, la Galleria Franco Noero di Torino presenta la personale di Francesco Vezzoli, inaugurata martedì 9 giugno, concepita e allestita specificamente per la sede espositiva di via Mottalciata.

Veduta dell'esposizione 'Metamorfosi' di Francesco Vezzoli, sala delle Muse, nove light-box, foto S. Pellion di Persano © aut./FrancoNoero/Artribune

Come recita il testo introduttivo, "tra i più noti e celebrati autori degli ultimi vent'anni nel panorama italiano ed internazionale, lungo il suo iter professionale egli ha fatto ricorso tanto a strumenti espressivi classici - la scultura o la foto - quanto a mezzi decisamente meno tradizionali - dal ricamo al format televisivo - fondando il suo originalissimo mondo creativo su un complesso intreccio di riferimenti colti e popolari".

Veduta dell'esposizione 'Metamorfosi' di Francesco Vezzoli, sala di Apollo e Marsia, sculture in marmo e altri materiali, foto S. Pellion di Persano © aut./FrancoNoero/Artribune

Nella mostra, immaginata e realizzata quale cammino obbligato di avvicinamento progressivo al cuore del racconto evocato, vien messa in scena "una singolare e sorprendente riedizione dell'episodio mitico"; gli ambienti dell'ex edificio industriale "si trasformano così in uno spazio allegorico abitato da nove light box" (raffiguranti le muse giudicanti, ispirate all'iconografia dei cosiddetti Tarocchi del Mantegna) e dalle statue dei due protagonisti (una autentica romana, in marmo, risalente al primo secolo dopo Cristo, accanto ad un contemporaneo Febo "del Belvedere" in guisa di boia scuoiatore, con le sembianze d'autoritratto dello stesso Vezzoli: un... vezzo!).

'Le Metamorfosi' di Francesco Vezzoli © l'artista/FrancoNoero Scontro tra titani?