L'inaspettatamente "colorata e digitale" mostra personale della Mongelli si conclude a fine mese alla Galleria Tonin di Torino
Galleria Fotografica (10)
Improvvisamente l'autunno in corso (evocando avverbialmente un Tennessee Williams buono per tutte le stagioni), il colore. E digitale (i piedi son protagonisti: sarà forse per questo?). Giochi-di-parole e scherzi a parte, dall'allieva di Avigdor, esclusivamente votata all'analogico bianco-e-nero - pur se rielaborato con intrusioni "scarificanti" di aloni od aure chiaroscurali e "virali" viraggi di varie tonalità su negativo e/o positivo, in fase di sviluppo e stampa - non ci s'aspettava assolutamente un simile fiorire spontaneo di vivaci pixel cromatici.
Paola Mongelli stupisce lo spettatore-fruitore della sua opera iconica, sempre mentalmente molto meditata e maturata progressivamente nel tempo, fotografando le proprie etremità inferiori (tali solo per la collocazione somatica, non certo per importanza funzionale), su cui - non va dimenticato - l'essere umano poggia e si regge, appunto, dritto "in piedi" (homo erectus), calcando il suolo, tenendosi ben piantato in terra (ma quale? dove? in che momento?) e potendosi muovere in piena ovvero relativa libertà - allorquando naturalmente la salute e la società lo consentano, entro dati limiti - per permettersi di pretendere/protendere a perseguire/proseguire gli itinerari e le mete esistenziali, pratiche o teoriche, che si prefigge: nell'ambito di una ricerca sperimentale su tecnica, metodo di esibizione e contenuto materiale quanto concettuale, ispirata ad un aforisma dello scrittore Marco Ercolani, la serie di venticinque immagini - di differenti dimensioni - in mostra alla Galleria Paolo Tonin di Torino, ancora sino al 30 ottobre prossimo, rivela e svela la straordinarietà dell'ordinario, dell'usuale, familiare intimità quotidiana così universalizzata, dissolvendo la riconoscibilità formale in sofisticate graduazioni tonali, filtri, schermature, sfocature, sfasamenti, distorsioni e sovrimpressioni che però "non rinunciano al rigore compositivo" tipico dell'artista, che qui poi aggiunge/raggiunge il continuo effetto dinamico eracliteo.
Come spiega la curatrice Maria Teresa Roberto, negli scatti di Paola "la prospettiva si rovescia" e, anziché costruire un singolo, personale sguardo d'interpretazione del mondo, "diviene uno strumento di autoanalisi, capace di produrre dunque una successione virtualmente infinita di autoritratti, ogni volta transitori e aperti, di una soggettività in cammino, in cui sfumano l’una nell’altra la fisicità del corpo e l'effimera precarietà della sua ombra": mai una sterile, compiaciuta osservazione ombelicale, quasi feticista; al contrario, un acuto approfondimento interiore.
Schegge, fram-men-ti d'I-o.
(c.s./e.s.l.)
Paola Mongelli
"Quale terra"
Mostra foto-iconografica personale
a cura di Maria Teresa Roberto
Fino al 30 ottobre 2015
PaoloToninArteContemporanea
Galleria
Paolo Tonin
Arte Contemporanea
Palazzo Della Chiesa di Roddi
Via S. Tommaso, 6 – Torino
Info: 011-19710514
info@toningallery.com
www.toningallery.com/paolamongelli
Paola Mongelli
Via De Amicis, 117 – Luserna San Giovanni (To)
Info: 338-6130898
pao.mongelli@gmail.com
Le immagini sotto il titolo e a corredo del testo dell'articolo
sono tratte da fotocolor digitali della serie "Quale terra" (2015) di Paola Mongelli
in mostra alla Galleria Paolo Tonin di Torino
© P.Mongellli/PaoloTonin
link al precedente articolo On the railroad (ripercorrendo il passato)
relativo alla mostra personale Passeggeri di Paola Mongelli
nello spazio espositivo dell'artista a Luserna San Giovanni (To):
www.bdtorino.eu/sito/articolo.ontherailroad
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Articolo pubblicato il 24/10/2015