La “Torino noir” vista e narrata da Milo Julini

Storie del vicolo Tre Quartini – seconda parte

Continua la nostra ricognizione fra le notizie riportate negli articoli del giornale “La Stampa” a proposito del vicolo Tre Quartini.

In questa seconda rassegna di “ritagli di giornale” esaminiamo quelli relativi al regno di re Umberto I (1878-1900).

Il primo riguarda soltanto indirettamente il nostro vicolo perché la vivace scenetta della guardia municipale che interviene con energia nei confronti del giovane ladruncolo avviene a Porta Palazzo (piazza Emanuele Filiberto, al tempo, corrisponde alla attuale piazza della Repubblica e piazza Milano è il tratto porticato di questa piazza, dove sbocca la via Milano).

Apprendiamo così dell’esistenza di un negozio di pantofole nel vicolo Tre Quartini.

“La Stampa”, 20 settembre 1881. – Pantofole sospette. – Un garzone panettiere disoccupato, per nome A. Carlo d’anni 16, si aggirava ieri nei dintorni di piazza Milano e piazza Emanuele Filiberto offrendo in vendita un paio di pantofole nuove.

Una guardia municipale, avvertita di ciò, raggiunse il giovinotto e lo interrogò:

- Di chi sono quelle pantofole?

- Oh bella sono le mie!

- Dove le avete comperate?

- Veramente non le ho comperate, ma le ho avute.

- Da chi?

- Non lo so,

- Ah, non lo sapete? Allora venite con me…

E senza far tante cerimonie la guardia condusse Carlino alla Questura.

Colà dopo un altro interrogatorio, pare si sia venuto a capo di qualcosa.

Il panettiere avrebbe confessato che le pantofole erano di un negoziante del vicolo dei Tre Quartini, a cui egli le aveva rubate.

Siamo nel 1881, non possiamo pensare che il cronista manifesti qualche simpatia o almeno un po’ di commiserazione per il giovane deviante: il suo apprezzamento va al tutore dell’ordine!

Anche l’incidente sul lavoro del successivo ritaglio non solleva alcuna considerazione sulla sicurezza delle condizioni di lavoro, soltanto una vaga compassione.

“La Stampa”, 7 agosto 1886. – Sotto ad un carro. – Il facchino Ferrero Giovanni, d’anni 28, mentre alla stazione di P. N. scaricava alcune merci appartenenti alla ditta Cusin, inciampò e cadde a terra, ed una ruota del carro gli produsse grave lesione ad una gamba.

Alcuni suoi compagni lo portarono in una vicina farmacia, dove fu medicato, e poi, avendo rifiutato il concorso di una guardia urbana che si era offerta di farlo ricoverare all’Ospedale, venne trasportato a casa, nel vicolo dei Tre Quartini, n. 4.

Il cronista è invece molto critico nei confronti dell’artigiano avvinazzato che provoca un costoso danno alla vetrina del cambiavalute.

“La Stampa”, 28 maggio 1892. – Una lezione ad un ubriaco. – Certo Bert Giovanni d’anni 60, calzolaio, con domicilio nel vicolo Tre Quartini, N. 2, era ieri piuttosto avvinazzato, e passando presso il negozio del cambiavalute Signor Pietro Antonietti al N. 2 di via Santa Teresa, frantumò, non si sa come, un vetro del valore di lire 15.

Il cambiavalute chiamò due guardie civiche e l’ubbriaco (sic!) venne tratto in arresto alla Questura.

Concludiamo con questo annuncio di smarrimento di un gioiello che ci presenta la lunga passeggiata di un/una torinese distratto/a, che parte da piazza Venezia, oggi scomparsa.

Piazza Venezia era collocata tra corso Galileo Ferraris e via Confienza, sull’area oggi in buona parte occupata dalle Scuole Margherita di Savoia e Principessa Letizia, dal vecchio palazzo dei telefoni e dalle vie Meucci e Davide Bertolotti.

“La Stampa”, 1° febbraio 1896. – È stata smarrita una spilla d’oro, con un brillante ed una perla, nel percorrere questa mattina, piazza Venezia, piazza Solferino, via Arcivescovado, via Roma, piazza San Carlo, galleria Natta, vicolo Tre Quartini, via Bertola, fino a via XX Settembre. Competente mancia a chi rinvenisse detta spilla e la portasse all’Amministrazione della Stampa.

Un gioiello maschile? Oppure femminile? Quale era il motivo della lunga passeggiata? Ci si potrebbe imbastire sopra qualche storia, anche piccante, ma le informazioni sono troppo scarse e poi chi scrive non è un romanziere…

Fine seconda parte (continua)

È stata molto utile per questo articolo la consultazione del Gruppo “Torino sparita su Facebook”, da cui provengono alcune figure (m.j.)

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Articolo pubblicato il 13/01/2016