Su questa pietra (stoccata e fugata)

� CSA/Fiorile+

S'inaugura stasera alla CSA Farm di Torino la straordinaria esposizione della scabra scultura minimale ma monumentale di Guy Lydster

Dagli antipodi - da un Paese-isola che somiglia giusto un po' alla Penisola Italia capovolta - sino a Bologna (in mostra alla Galleria Fiorile+Tatler, a cura di Patti Campani, e nella centrale via IV Novembre, nei pressi della piazza Maggiore (*), con l'opera Il Bacio, 2015, in marmo rosa) e quindi a Torino, nello stimolante quartiere Vanchiglia, alla C.S.A.Farm, il lungo viaggio dello scultore neozelandese Guy Lydster sembra inarrestabile, nello spazio e nel tempo, nella materia e nello spirito, nel corpo e nell'anima. Eppure pare fermarsi nella quieta, profonda meditazione trascendentale zen che ispira (e respira...). Stasi prospettica. Dinamica emanazione d'energia fisica e mentale, fluente. Rispecchiamento riflessivo. Fulcro. Punto di fuga.

Guy Lydster accanto alla scultura in marmo rosa 'Il Bacio' (2015) (part.), in via IV Novembre a Bologna, foto © aut./P.Campani/Fiorile/CSA

Et super hanc petram...

Masse semplici e scrupolosamente lavorate, levigate ed incise, minimali quanto monumentali, di dimensioni differenti - poco importa la grandezza -, con tratti somatici di persone imprigionate come crisalidi dentro un bianco bozzolo di roccia da sgrezzare (sovviene la bellissima incompiuta Pietà Rondanini di Michelangelo), "i profili che l'artista presenta poco o nulla hanno ormai dei lineamenti umani; ma siamo noi, certamente, quasi trasformati in ciottoli di fiume: scabri, però potenzialmente fonte e contenitore di una forza che ha urgenza di uscire, di essere nuovamente”, recita il chiarificatore testo introduttivo dell'esposizione.

A quella limpida fresca sorgente naturale andremo a ristorarci, ad irrorarci e impregnarci di vitalità, a dissetarci di saggezza. Rinascere, rigenerarsi.

(c.s./e.s.l.)