Il tonfo dei FAAMG e la rivoluzione digitale

Quale futuro?

Lo scorso 9 giugno un rapporto di Goldman Sachs, in cui veniva ipotizzato per i colossi informatici raggruppati sono l’acronimo FAAMG (Facebook, Amazon, Apple, Microsoft e Google) una possibile bolla, analoga a quella delle dotcom del 2000, ha trascinato “giù l’indice dei tecnologici, il Nasdaq, perdendo fino al 4,5% (-6,5% per Netflix) con “rossi” superiori al 3% in chiusura” come scrive Il Sole 24 Ore.

Più volte su queste colonne abbiamo sottolineato, non senza una certa nota di allarme, la rapida crescita di questi titoli, che poco prima del 9 scorso “avevano aggiunto alle loro capitalizzazioni 600 miliardi di dollari. Detto altrimenti, le cinque società da sole avevano prodotto valore per quasi un terzo del Pil nominale italiano”.

Uno sviluppo ben tratteggiato nell’incipit di un articolo che Il Sole dedica alla vicenda. “Se 10 anni fa nell’olimpo dei titoli a maggior capitalizzazione a Wall Street figuravano soprattutto colossi dell'industria (General Electric, Exxon Mobil), della finanza (Citigroup, Bank of America), dei beni di consumo (Procter & Gamble) con solo un titolo del comparto tecnologico (Microsoft) nella top ten, oggi l’hi tech domina. Apple, Alphabet (Google), Microsoft, Amazon e Facebook hanno spodestato i re di quella che oggi si chiamerebbe “old economy” dalle prime posizioni nella classifica delle società a maggior capitalizzazione”.

La possibilità di una bolla dovuta a questi colossi, obbliga a tenere drammaticamente in considerazione le recenti parole dello scrittore e giornalista studioso delle nuove tecnologie, Evgeny Morozov alla Biennale di Democrazia: “abbiamo pensato che la rivoluzione digitale ci avrebbe traghettato fuori dalla crisi ma ci troviamo con servizi come Uber che distruggono le competizioni locali e che possono accedere ad accordi commerciali da milioni di dollari con paesi come l’Arabia Saudita”.

Ci pare sproporzionato, in sfavore del secondo, il rapporto innovazione tecnologica e adattamento alla stessa della società. Sono le parole di Morozov a proposito dell’illusione che la “rivoluzione digitale” non sarebbe andata a modificare internamente il mondo di lavoro, il modo di produrre e l’occupazione.

L.V.C.

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Articolo pubblicato il 21/06/2017