Novembre da Re - Parte 8

Ultimo articolo della serie con gli ultimi 3 film consigliati dalle opere di Stephen King

Per l'ultimo di questi articoli novembrini dedicati a Stephen King, vorrei parlarvi di tre film particolarmente vicini ai miei più personali gusti cinematografici.

Film che onestamente al di là delle mie preferenze non superano gli altri di cui abbiamo già parlato, special modo considerando quelli di registi come i vari Kubrick, Cronenberg, De Palma o Carpenter.

Sono invece più legati ai ricordi di quel tipo di cinema per chi ha vissuto il cinema degli anni '80, conosciuto in parte anche dai giovani di oggi come riproposizione di tutto il genere action/horror di quei tempi sotto forma di remake o reboot o spinoff di vario tipo, genere e risultato.

Operazione nostalgia alla quale non è ovviamente sfuggito neppure Stephen King, ad esempio con il nuovo film di "IT" di cui abbiamo già parlato, abbastanza riuscito teeneger movie senza infamia e senza lode.

Difficile digerire invece il remake di "Carrie" del 2013, ridotto semplicemente a un misero horror senza presa e senza spinta, dove invece l'originale del 1976 era un infallibile sinfonia di inquadrature e sequenze che davano il giusto tormento interiore al personaggio, terrorizzato dalle amiche a scuola cosi come dalla madre a casa.

Per non parlare poi dell'ancora meno riuscito "Cell", film del 2016 che floppò clamorosamente nonostante l'ottimo cast, ovvero l'accoppiata John Cusack e Samuel L. Jackson che invece era stata molto azzeccata per il film "1408" di cui avevamo parlato nel precedente articolo.

Un film che aveva un interessante incipit apocalittico di una infezione "di follia" che si diffonde rapidamente con l'orecchio al cellulare, per poi perdersi in sequenze scialbe senza pathos nè interesse e personaggi improbabili introdotti troppo in fretta che non lasciano nessuna impressione sulla storia o lo spettatore.

Concludiamo infine l'articolo sperando che il buon "re dell'horror" venga in futuro trasportato sullo schermo come merita, considerando che si ha ancora a disposizione una marea di suoi ottimi racconti e romanzi che si potrebbero tradurre in film.

Vi lascio allora coi miei ultimi (per ora) tre consigli riguardo a film tratti da romanzi del grande Stephen King.


L'IMPLACABILE (1987 - Paul Michael Glaser)

Ottimo action anni 80 ispirato con molta (moltissima) libertà al romanzo "L'uomo in fuga", una delle opere pubblicate con lo pseudonimo del "cattivo" Richard Bachman.

Protagonista indiscusso Arnold Schwarzenegger, nel ruolo di un pilota militare che si rifiuta di obbedire agli ordini finendo in disgrazia, condannato a vita per un reato che non ha commesso.

Riuscito poi ad evadere dal carcere grazie ad un gruppo di giovani rivoluzionari, finirà per essere di nuovo catturato e diventare la star del gioco a premi "Running man", spietato concorso a eliminazione fisica dei concorrenti diretto dal viscido e cattivissimo Richard Dawson.

Un film che si distacca parecchio dal romanzo originale, opera che scavava più a fondo nella povertà sociale, dove il protagonista era un padre disperato e la caccia poi era aperta a tutti gli Stati Uniti anzichè solamente i complessi degli studi televisivi.

Nonostante le differenze comunque un film divertente e godibile, con qualche frecciata al mondo martellante della tv e dei giochi a premi, incastonato in un futuro distopico dominato da una elite totalitaria e oppressiva.

Ben dirette e smorzate dalla giusta dose di umorismo tutte le varie sequenze, giustamente messo in scena con costumi e luci sgargianti per le locations e i vari "cacciatori" che fondono sarcasticamente in modo rumoroso e colorato il mondo del wrestling a quello dei telequiz.

Un'occasione persa forse per Schwarzenegger, il quale impegnato nelle riprese rifiutò nientemeno che una parte offertagli da Stanley Kubrick per ruolo di "Animal" in "Full Metal Jacket", a posteriori probabilmente mangiandosi le mani per quella chance irripetibile.

Un'occasione da cogliere al volo invece per il pubblico più moderno o che magari si erano lasciati sfuggire il film ai loro tempi, gustandosi l'insolito connubio Stephen King/Schwarzenegger per un film che vale senz'altro la pena di vedere per i fan di entrambi.


L'ULTIMA ECLISSI (1995 - Taylor Hackford)

Ispirato all'ottimo "Dolores Claiborne" pubblicato pochi anni prima, insolito romanzo completamente scritto in prima persona come un monologo/confessione della sboccata ed esuberante protagonista.

Il film vede il ritorno nell'universo di King di Kathy Bates, da noi ovviamente già menzionata per la sua paurosa performance in "Misery non deve morire".

Dove prima era per un personaggio spaventoso e implacabile, in questo film è invece una rozza e ignorante (ma irresistibilmente "rurale") donnona che vive nella piccola e bucolica isola di Little Tall, come donna di servizio per una ricca invalida.

Invalida che le muore davanti agli occhi facendola incriminare per l'omicidio, per cui le indagini saranno affidate all'investigatore Christopher Plummer che vuole a tutti i costi vederla condannata, complice la morte di suo marito avvenuta anni prima per cui la donna era riuscita a farla franca.

Unica a difenderla arriva sull'isola la giovane figlia interpretata da Jennifer Jason Leigh, la quale aveva abbandonato quel mondo da tempo lasciandosi dietro tutti i rapporti con la madre mai risanati.

Un ottima storia ben diretta da Hackford, saggiamente montata tra presente e flashback in cui ripercorriamo l'infelice matrimonio della donna e la disperazione che la porta al gesto estremo di uccidere il marito.

Saldamente costruito sulle ottime intepretazioni di tutto il cast, dalla coppia madre/figlia convicente, divertente e commovente tra la Bates e la Leigh; nonchè infine l'ottimo Plummer che incarna alla perfezione "la nemesi" della donna nel corso degli anni.

Un altro dei film da vedere senza remore per chi si dice un fan di Stephen King.


THE MIST (2007 -  Frank Darabont)

Riproposto di recente come (dimenticabile) serie televisiva su NETFLIX, ecco un'altra novella horror di Stephen King portata al cinema dallo stesso Frank Darabont che già aveva diretto con successo "Le ali della libertà" e "Il miglio verde".

Utilizzando il solito sistema/trappola come ne "La notte dei morti viventi", la storia vede un gruppo di concittadini confinati all'interno di un supermercato durante un improvviso evento sovrannaturale, quando una nebbia fitta e piena di terribili mostri cala all'improvviso tutta intorno a loro.

Un ottimo film che funziona perfettamente su due piani, quello più semplicemente horror dei protagonisti che devono sopravvivere alle malefiche creature venute dal nulla; così come poi ad un livello più sociale tra i sopravvissuti stessi.

Nel microcosmo dei prigionieri costretti alla coabitazione forzata, perennemente nella paura e nell'incertezza, le regole della società si sgretolano miseramente lasciando che ad emergere siano gli istinti più brutali e la follia apocalittico/religiosa.

Follia incarnata alla perfezione dalla grande prova dell'attrice Marcia Gay Harden, la quale in breve tempo assurge da pazza isolata e farneticante al ruolo di leader incontrastato della piccola comunità dei superstiti.

Una paura che quindi funziona "a strati" non lasciando letteralmente fiato allo spettatore, stravolto dalla follia dell'uomo stesso così come dai mostruosi animali che emergono dai fumi misteriosi della nebbia per divorare le loro vittime.

Ultima opera cinematografica finora per Darabont, da qui in poi solo impegnato in serie tv come "The Walking Dead" e "Mob City".

Uno dei migliori horror degli ultimi anni in mezzo ai tanti ispirati alle opere di King, del quale mai saremo sazi abbastanza e a cui auguriamo di scrivere ancora migliaia e migliaia di storie che chissà, diventino magari anche migliaia e migliaia di ottimi film.

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Articolo pubblicato il 26/11/2017