Web Tax, dietro l’angolo il rischio di un “condono” per i Big della Rete?

Una misura che sin dall’esordio rischia di mostrarsi debole

Più volte su queste colonne si è riflettuto sulla Web Tax, da un lato leggendo in essa una proposta necessaria, ma allo stesso tempo un intento velleitario difficile a venire.

Quando poi è stata annunciata dal Ministro Pier Carlo Padoan siamo scesi nel dettaglio dello studio di questa tassa tutta italiana e del dibattito che ha suscitato.

Ci pare quindi interessante segnalare un editoriale per la testata online Core.Com di Mira Fiordalisi, in cui si interroga sull’aliquota della Web Tax, definendola “light” con un valore papabile “fra il 2 e il 5% del fatturato” sempre “stando ai primi rumors”.

Continua poi mettendo in luce la contraddizione della misura: “l’Italia ha deciso […] di aprire la strada a tutta l'Europa. La soluzione sarebbe una sorta di “flat” web-tax. Una soluzione che se è vero che da un lato consentirebbe di portare nelle casse dello Stato non pochi soldi, dall’altro rappresenterebbe ben più che un regalo a colossi del calibro di Google & co. considerato il loro giro di affari”.

 

L’editorialista paragona la tassa a una sorta di “condono”, una misura frutto della volontà dell’Italia da fare da apripista in Europa, ma che “rischia piuttosto di dimostrarsi debole e in qualche modo favorire persino le web company americane sbilanciando ulteriormente la competizione di mercato?

 

La Web Tax sarà inserita nella manovra con un passaggio parlamentare, ci auguriamo che possa essere davvero un primo passo in seno all’Unione Europea verso la normalizzare di un settore dell’economia, il mondo dei servizi online, sicuramente sempre più di rilievo in futuro.

L.V.C.

 

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Articolo pubblicato il 03/11/2017