Torino. Santo Lapis – Un protagonista dimenticato del Barocco Italiano

Secondo concerto della dodicesima edizione di Regie Sinfonie, la stagione di musica antica organizzata dai Musici di Santa Pelagia

Sabato 25 novembre 2017 alle ore 21 nel Salone d’Onore di Palazzo Barolo, Via delle Orfane 7 Torino,  si terrà il secondo concerto della dodicesima edizione di Regie Sinfonie.  Protagonisti il clavicembalista Luigi Accardo e il violoncellista Nicola Brovelli in un programma imperniato sulla figura misteriosa del compositore bolognese Santo Lapis.

Il concerto sarà proceduto nella stessa sede alle ore 20 dalla conversazione tra Giovanni Tasso e Luigi Accardo “La figura romanzesca di Santo Lapis

  


Antonio Vivaldi (1678 -1741)

Sonata in si bemolle maggiore per violoncello e basso continuo RV 46

Largo – Allegro – Largo – Allegro


Santo Lapis (1699-1765)

Sonata terza in do maggiore per clavicembalo solo (Dodici Sonate per cembalo)

Spiritoso


Francesco Geminiani (1687-1762)

Sonata in re minore per violoncello e basso continuo op. 5 n. 2

Andante – Presto – Adagio – Allegro


Santo Lapis

Sonata ottava in la maggiore per clavicembalo solo (Dodici Sonate per cembalo)

Allegro


Salvatore Lanzetti (ca 1710-ca 1780)

Sonata in la minore per violoncello e basso continuo op. 1 n. 9

Adagio – Allegro – Andante


Ensemble ArtiCoolAzione

Nicola Brovelli, violoncello

Luigi Accardo, clavicembalo.


Il prezzo del biglietto è di 10 euro (ridotti 6 euro)

I curricula dei concertisti


Nicola Brovelli

Nicola Brovelli nasce a Busto Arsizio nel 1986. Inizia lo studio del violoncello con Caterina Dell’Agnello. Successivamente prosegue i suoi studi nella classe di Silvio Righini presso la Scuola Civica di Musica di Milano, diplomandosi da privatista presso il conservatorio “G. Verdi” di Milano nel 2007.

Ha conseguito una formazione orchestrale in importanti istituzioni. Nel 2004 è un elemento dell’Orchestra Giovanile Interregionale (IRO) di Ochsenhausen, mentre dal 2007 al 2009 è concertino dei violoncelli dell’Orchestra Giovanile Italiana, tramite la quale ha modo di collaborare con direttori quali Gabriele Ferro, Jeffrey Tate, Riccardo Muti, Claudio Abbado e Gianandrea Noseda.

Ha seguito masterclass di Karine Georgian, Giulio Franzetti, Alfons Kontarsky, Piernarciso Masi, Milos Mlejnik, Giovanni Gnocchi, Enrico Bronzi, Barthold e Sigiswald Kuijken.

Nel 2007 inizia lo studio del violoncello barocco nella classe di Gaetano Nasillo, diplomandosi con il massimo dei voti e la lode nel giugno del 2011. Nel 2010 è primo violoncello borsista dell’orchestra barocca della Civica Scuola di Musica di Milano, tramite la quale collabora con Roberto Balconi, Lorenzo Ghielmi, Antonio Frigé, Stefano Montanari, Paolo Rizzi e Maurizio Croci.

Nel 2013 segue uno stage di musica da camera romantica su strumenti storici presso la Jeune Orchestre Atlantique (JOA). Collabora attualmente con la Verdi Barocca (come primo violoncello e solista), Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Orchestra da Camera Milano Classica, Accademia del Santo Spirito, i Musici di Santa Pelagia, gli Invaghiti, Ghislieri Choir & Consort, Ensemble Les Nations, Accademia Hermans.

Nel 2013 vince un’audizione indetta dall’orchestra barocca Accademia degli Astrusi di Bologna.

Ha suonato per importanti festival e rassegne di musica, tra cui Estate Fiesolana, Ravenna Festival, Serate Musicali, Echi Lontani, Regie Sinfonie, MITO Settembre Musica, Amici della Musica di Firenze, Festival Organistico Olandese, Festival di Korcula, Kalendamaya, Varazdinske barokne ve?eri, Festival d’Ambronay. Ha registrato per Concerto Classics, Brilliant, Dynamic, Sony, Tactus, Glossa, Arcana e CPO.

Attualmente insegna violoncello, sia barocco sia moderno, presso l’Accademia Musicale Torinese.


Luigi Accardo

Luigi Accardo è nato a Cagliari nel 1985. Si è diplomato con Rosabianca Rachel in Pianoforte presso il Conservatorio Giovanni Pierluigi da Palestrina di Cagliari e in Clavicembalo con Paola Poncet presso il Conservatorio Giuseppe Nicolini di Piacenza.

Ha conseguito, sempre presso il Conservatorio di Piacenza, il Diploma Accademico di II Livello (master) in Clavicembalo e tastiere antiche e il diploma Accademico di II livello in Musica da Camera, entrambi con il massimo dei voti. Ha frequentato masterclass e corsi di perfezionamento, con maestri quali Christine Schornsheim, Olivier Baumont, Carmen Leoni, Pierre Hantaï.

Ha conseguito – con il massimo dei voti e la lode – la laurea di I livello in Etnomusicologia presso il Conservatorio di Cagliari e la laurea magistrale in Musicologia, con una tesi sui canti tradizionali della Settimana Santa di Bonnanaro, presso la Facoltà di Musicologia di Cremona.

Si è esibito in numerose città tra le quali Milano, Lodi, Piacenza, Cremona, Cagliari, Nora, Laconi, Alghero, Parma, Somma Campagna, Varese, L’Aquila, Mantova, Padova, Udine, Mondovì, Brema, Zagabria, Rovigno, Kor?ula, Prades e LaTour De France, Vorden, Kuwait City, Vilnius e Mosca.

Ha registrato per Arcana il CD “Santo Lapis – La stravaganza & 12 Harpsichord Sonatas”, in cui sono contenute 12 sonate e una Stravaganza registrate e pubblicate per la prima volta del compositore bolognese Santo Lapis.

Nel 2013 ha fondato con il musicista veronese Enrico Bissolo, il “Daccapo – Italian Harpsichord Duo”, ensemble musicale impegnato nella realizzazione del repertorio originale per due clavicembali. Il duo ha pubblicato un disco – “The Bach’s Court in Leipzig (The Harpsichord Lordship)”, uscito nel febbraio 2015 con Stradivarius.

Il duo collabora con i videomaker ARTCAM di Verona, realizzando videoclip musicali basati su personali trascrizioni dei grandi autori del Barocco italiano. Nel 2013 ha fondato con la violinista Sara Meloni l’ensemble “Musici di Castello”, con sede nel prestigioso Palazzo Siotto di Cagliari. Il gruppo è impegnato nello studio e nella realizzazione di repertori della musica antica, a partire dal primo Barocco fino ad arrivare allo stile galante.

È il clavicembalista dell’ensemble “ArtiCoolAzione”, formato dai giovani musicisti Nicola Brovelli (Violoncello), Diego Leveri? (tiorba, liuti e chitarra barocca) e Leandro Marziotte (controtenore).

Il gruppo si occupa prevalentemente di musica italiana e ha recentemente registrato un CD di cantate inedite della scuola napoletana del Settecento, pubblicato dall’etichetta Arcana, dal titolo “Frangi Cupido i Dardi”. Si occupa di tastiere elettroniche e synth a tastiera, realizzando video dimostrativi e programmazione per il portale europeo www.space4keys.com.

Ha suonato in numerose band e progetti e si è esibito in Sardegna, in Lombardia e in Svizzera. Ha registrato due dischi inediti: “Starbynary – Dark Passenger” (BakerTeam Records, 2014) e “Starbynary – Divina Commedia Inferno” (Revalve Records, 2017).

Ha registrato due assoli di tastiera per il disco del musicista argentino Ivan E. Silva (Chronopolis, 2014). Sul versante musicologico, partecipa a un progetto di ricerca incentrato sullo studio delle Celebrazioni musicali Cagliaritane del 1937. Ha svolto a fine documentario, per incarico dell’associazione culturale Hymnos di Santu Lussurgiu, registrazioni e ricerche sulle celebrazioni della Settimana Santa nel paese di Bonnanaro.

Ha partecipato a convegni e seminari, in qualità di relatore.


Santo Lapis –Un protagonista dimenticato del Barocco Italiano

“Il repertorio barocco riserva ai suoi appassionati sempre nuove sorprese, grazie alla incessante ricerca musicologica che da mezzo secolo continua a riportare alla luce opere e compositori caduti da tempo nell’oblio. Intendiamoci: nella maggior parte dei casi si tratta di figure di importanza secondaria se non addirittura marginale, ma ognuno di questi compositori va ad aggiungere una nuova tessera a quel meraviglioso mosaico che è la produzione musicale fiorita tra il XVII e il XVIII secolo, di cui oggi viene eseguita normalmente solo una minima parte.

Questo concerto ha il merito di riproporre due sonate per clavicembalo di Santo Lapis, compositore, arrangiatore di pasticci operistici e impresario teatrale nato a Bologna nel 1699, sulle cui vicende biografiche continuano a permanere più luci che ombre.

Per farsene un’idea basta pensare a uno dei molti pittoreschi personaggi che percorsero tra alterne vicende i paesi europei alla ricerca di una fortuna sempre a portata di mano ma che – per una ragione o per l’altra – non riuscirono mai ad afferrare. Dopo aver ricoperto una serie di incarichi musicali tra Bologna e Venezia, nel 1733 Lapis – che, a dispetto del nome di battesimo proprio santo non doveva essere – abbandonò la moglie e il figlioletto per fuggire con un’altra donna nei territori dell’impero asburgico, dove ebbe inizio il suo lungo peregrinare in tutto il continente.

Dopo essersi unito a una compagnia operistica itinerante, Lapis cominciò a farsi notare in alcuni dei principali centri periferici dell’attuale Austria, ma – quando era ormai pronto per il grande salto nel paradiso dorato di Vienna – scoppio la Guerra di Successione Austriaca, che lo costrinse a fuggire in Olanda, dove rimase per una quindicina di anni raggiungendo un buon successo, organizzando concerti in abbonamento e stagioni operistiche, impartendo lezioni ai rampolli della borghesia e della nobiltà locale e scrivendo opere di pregevole fattura per il numero sempre maggiore di musicisti dilettanti di Amsterdam, L’Aja, Haarlem e Leida. Nel 1757, ormai giunto alle soglie della sessantina, Lapis si trasferì nella prospera Inghilterra, dove continuò a dare prova del suo multiforme talento fino alla sua morte, avvenuta nel 1765.

Subito dopo la sua scomparsa, di Lapis si perse quasi completamente la memoria e la sua produzione andò in gran parte dispersa, al punto che delle sue 18 opere a stampa sei sono andate irrimediabilmente perdute e delle altre ci sono pervenute pochissime copie, mentre del suo copioso catalogo operistico si è salvato un solo titolo, La generosità di Tiberio, un’opera seria messa in scena a Venezia nel 1729.

Di questo fascinoso compositore vengono proposte tre delle dodici sonate composte nel 1746 per la ventenne contessina russa Elisabeth Esperance Golowkin, che probabilmente fu una delle allieve di Lapis durante il suo soggiorno all’Aja. Si tratta di opere brillanti e tutt’altro che banali sotto l’aspetto tecnico – un fatto che depone sul talento che doveva avere la ragazza – che sotto il profilo stilistico anziché guardare verso le allora nuove suggestioni rococò si riallacciano alla collaudata scrittura di Domenico Scarlatti, che in quegli anni continuava a sfornare sonate su sonate a Madrid.

La vitalità cordiale e coinvolgente di queste opere tratteggia l’immagine di un autore che aveva saputo imporsi efficacemente nei colti salotti della borghesia olandese e che – fatti gli opportuni distinguo – seppe incarnare lo spirito malandrino e avventuroso di un certo Settecento come i ben più noti Giacomo Casanova e Lorenzo Da Ponte.

Per accompagnare il ritorno del compositore bolognese sono state scelte tre sonate per violoncello e basso continuo di una stella di prima grandezza, un satellite (di Arcangelo Corelli) e una meteora del panorama musicale italiano del XVIII secolo. Accanto alle due note pagine di Antonio Vivaldi e di Francesco Geminiani – concepite secondo la struttura della sonata da chiesa, con una doppia alternanza di movimenti lenti e veloci – spicca la bella Sonata di Salvatore Lanzetti, compositore originario di Napoli e attivo per molti anni alla corte torinese di Vittorio Amedeo II, da dove partì per diverse fortunate tournée all’estero – soprattutto in Inghilterra – che gli permisero di mettere in grande evidenza il suo sbrigliato virtuosismo. Più che per la raccolta di sonate per violoncello e basso continuo pubblicata nel 1736, Lanzetti è passato alla storia della musica per i Principes de l’application du Violoncelle par tous les tons, un metodo per violoncello che riscosse un notevole successo per molti anni.”

Giovanni Tasso

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/11/2017