Torino. “E se domani…”

Le scellerate scelte di Chiara Appendino danneggiano la città e pregiudicano il futuro

I famigerati 500 giorni durante i quali la sindaca Appendino si è impegnata a dissipare il patrimonio di civiltà della nostra città, continuano con danni per i cittadini e comunicazioni giudiziarie collezionate da Lei e dai suoi collaboratori.

La Gtt rischia di non pagare le tredicesime ai dipendenti e di finire in bancarotta, ma la sindaca non adotta gli unici provvedimenti proposti da Governo e Regione.

I bilanci non approvati, non sono avallati dai revisori, in quanto farlocchi.

Nel prossimo articolo emergeranno altri inquietanti particolari

Il degrado e la mancanza di sicurezze delle periferie è sotto gli occhi di tutti.

Le manifestazioni di ogni tipo sono state misteriosamente cancellate o rese inattuabili dalla miopia ed insipienza di sindaco e assessori.

Ci si chiede quale sarà la prossima figuraccia. Tra le attività di contenuto e d’immagine c’è il salone del Libro. Si annidano molti misteri, alimentati da scelte o gravi omissioni da parte dei nuovi amministratori, indicati dalla conventicola Chiappendino, ritenuti da molti, o poco accorti o troppo disinvolti.

Lo diranno i fatti. Intanto, come riportato dalla lucida analisi di Alberto Morano, capogruppo della Lista Civica in consiglio comunale, che ospitiamo in calce, l’amministrazione civica sta per avviare una scelta deleteria che rischia di pregiudicare oltre al prossimo Salone del Libro, anche altre manifestazione che il Lingotto potrebbe ospitare in futuro.

 

E se domani i Torinesi, appena svegli, leggeranno sugli organi di stampa che il Salone del Libro non abita più a Torino a chi dovranno dire grazie? Di chi sarà la colpa?

Ieri (lunedì) in Consiglio Comunale illustrando la proposta di Delibera n. 2017-04956/009 dal titolo invero criptico ed in parte ingannevole “Piano particolareggiato Lingotto. Approvazione schema convenzione attuativa lotti I e II. Divisione beni comuni per riordino comproprietà” gli assessori Rolando e Montanari hanno cercato di spiegarci che attribuire il Padiglione 5 del Lingotto Fiere a 8 Gallery (per consentirle un ampiamento della superficie destinata ad area commerciale) era una scelta strategicamente molto importante per Torino.

Perplesso, ho però umilmente ascoltato con attenzione le argomentazioni portate dagli assessori e francamente devo ammettere che non ho capito nulla.

L’unico dato certo e chiaro, dopo 20 minuti di illustrazione e replica, è che circa 8.000 metri di SLP (due terzi della superficie di Piazza San Carlo) cesseranno di essere un padiglione espositivo e la Città incasserà circa 1.100.000 Euro.

Ho provato a chiedere alla Giunta di spiegarci se gli spazi rimanenti saranno sufficienti ad organizzare con successo la nuova edizione del salone del Libro, ma non ho ricevuto risposta alcuna.

Ciò che è sconfortante è che la mancata risposta dipende dal fatto che l’amministrazione cittadina non si è posta il problema.

Al riguardo vorrei ricordare al Sindaco Appendino e alla Giunta Cinque Stelle che amministrare vuole anche dire prevedere e prevenire i problemi e cercare le soluzioni ed in questa prospettiva il silenzio assordante opposto dalla Giunta alle mie modeste domande non può non preoccupare chi ha a cuore i destini di Torino.

Con i proclami non si amministra la Città e se veramente come recentemente affermato pubblicamente durante un’intervista sul futuro della Città) dal Sindaco Appendino il Salone del Libro è un patrimonio importante della Città allora, forse, vale di più di 1.100.000 Euro.

Mi sarei aspettato quindi uno studio di fattibilità da cui emergesse che la perdita del 5° Padiglione per gli operatori che parteciperanno al Salone del Libro (e non nella testa del Sindaco Appendino) non è rilevante.

Mi rendo conto però che sto chiedendo troppo alla Giunta Cinque Stelle perché le chiedo di amministrare la Città pensando al futuro e non solo a gestire le emergenze.

E quindi, se domani il Salone del Libro traslocherà a Milano nessuno potrà dire che è colpa di Fassino, ma tutti ricorderanno una delibera scellerata che per 1 milione di Euro, forse, mette a rischio l’ultimo importante evento culturale rimasto alla Città”.

Alberto Morano

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Articolo pubblicato il 30/11/2017