Trasporti torinesi rimandati: allenarsi a pedalare.

GTT in crisi, scioperi, la canavesana tra le peggiori d’Italia: il punto sui trasporti in Torino e provincia.

Nei giorni scorsi c’è stato l’ennesimo sciopero dei dipendenti GTT che, giustamente, rivendicano la situazione grave nella quale versa l’azienda, soprattutto se si tiene conto del fatto che non paiono esserci soluzioni chiare e immediate all’orizzonte.

Tramite un comunicato, le sigle sindacali si sono rivolte alla cittadinanza facendo sapere che i continui scioperi sono dovuti a come questa Amministrazione Comunale, a dispetto di quanto promesso in campagna elettorale, stia smantellando il sistema dei trasporti della città.

Oltre a mancare un piano, soprattutto economico, per salvare l’azienda, l’unico piano, se così si può chiamare, è quello che tra qualche mese prevede linee di serie A e linee di serie B, tanto da far temere passaggi più radi soprattutto per le linee verso le periferie, quelle zone che erano parse tanto care al sindaco Appendino.

La filosofia che si basa sul numero di timbrature per decretare quanti mezzi far passare su quella linea non pare dare molte garanzie, soprattutto perché non tutti timbrano e non si vedono neanche controllori a verificare chi oblitera o no, con la forte penalizzazione per coloro che invece timbrano e rischiano di veder diminuire i mezzi per statistiche ovviamente non attendibili.

Il sistema dei trasporti per l’area metropolitana di Torino evidenzia problemi anche su altre linee.

Dal rapporto annuale “Pendolaria”, emerge chiaramente che la canavesana tra Chieri e Pont Canavese è tra le prime dieci peggiori d’Italia.
Oltre alle lamentele dei pendolari, sono arrivate anche quelle di Legambiente, cui si aggiunge la grave situazione finanziaria nella quale versa l’azienda che deve fronteggiare una mole di debiti, con ripercussioni sulla manutenzione dei mezzi che, spesso, hanno più di trent’anni.

C’è poi sempre da ricordare, anche se qui non ci sono colpe di amministrazioni locali, come da circa un anno Trenitalia abbia deciso di togliere i Freccia Bianca che collegavano Torino a Milano, ma a differenza dei Freccia Rossa, effettuavano le due fermate intermedie di Vercelli e Novara, situazione tamponata dalla Regione Piemonte mettendo a disposizione alcuni treni regionali che sopperiscono ai tagli operati da Trenitalia.

A Biella, i bus (quattro scioperi in cinque mesi) risultano sempre meno affollati, vedendo negli ultimi anni un calo di passeggeri con punte del 40%, forse legato al periodi di crisi di qualche anno fa durante il quale l’azienda dei trasporti locali aveva effettuato tagli di linee e di dipendenti.

Anche Cuneo e Asti, rispettivamente -32% e -28%, vedono calare il numero di passeggeri per quanto riguarda i trasporti pubblici locali.

La mobilità, per una città ancora in crisi come Torino, è importante, anche per i molti pendolari costretti a raggiungere ogni giorno Porta Susa e Porta Nuova per recarsi a lavorare a Milano con i Freccia di Trenitalia, ragion per cui sarebbe opportuno trovare quanto prima soluzioni efficaci per il trasporto sia locale che interregionale.

Invece di riempire le vetture di volantini “allenati a bippare” e a varare un piano di linee “colorate” per fare tanta scena quando in realtà si andranno semplicemente a ridurre i passaggi di bus e tram, sarebbe opportuno salvare GTT e darci dentro con la seconda linea del Metrò e terminare la linea uno, altrimenti tra un po’, grazie ai diversi operatori di bike sharing, l’Amministrazione Comunale ci dirà “allenati a pedalare”, con un allungamento dei tempi di spostamento ben facili da immaginare.



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Articolo pubblicato il 17/12/2017