I Dem (renziani) già puntano sulla nostalgia: "Ci rimpiangeranno!". Ma non funziona.

"Civico20" ospita un articolo di Carlo Mascio.

Diciamo la verità: una volta tanto al Pd non pare vero che la confusione regni anche al di fuori delle mura del Nazareno. Le trattative prolungate per la formazione del “Salvimaio” o governo giallo-verde che dir si voglia e il clima di incertezza che gravita attorno ai temi del famoso “contratto di governo”, hanno ringalluzzito un Pd come al solito ripiegato a risolvere le “scaramucce” (volendo essere buoni) interne tra le varie correnti. In pratica, era quello che voleva Renzi quando evocava i “pop corn per tutti”. Uno schema per ri-legittimare i Dem e soprattutto Renzi stesso. Della serie: si stava meglio quando si stava peggio. E quindi “nostalgia canaglia per tutti”.

E così c’è chi si lancia in dichiarazioni del tipo: “Gli elettori rimpiangeranno i nostri provvedimenti!” come ha sostenuto il senatore renziano Davide Faraone. Molto più esplicito il buon Ettore Rosato: “Alleanza M5s-Lega? Noi del Pd abbiamo una grandissima opportunità: dobbiamo provare a convincere gli elettori M5S che la nostra proposta politica è alternativa a quella della destra e che siamo molto più coerenti dei 5 Stelle che avevano come unico obiettivo quello di sedersi a Palazzo Chigi”. Oppure c’è chi leggendo la bozza del contratto di governo grida a squarciagola: “Irresponsabili!”. Torna a farsi sentire persino la Boschi che twitta: "Programma tecnicamente impossibile". 

Insomma, lasciando da parte i nodi contrattuali grillino-leghisti, è evidente che il Pd prova a fare opposizione. Prova, già. Perché puntare sulla nostalgia del “vecchio” proprio pochi mesi dopo che quel vecchio è stato sonoramente archiviato dagli elettori, per giunta senza che nel frattempo ci sia stata una rivoluzione interna che abbia rinnovato il partito, suona un po’ male.

E a dirlo sono i dati. Secondo Bankitalia, a marzo il debito delle Amministrazioni è aumentato di 15,9 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.302,3 miliardi di euro. Un nuovo impressionate record del debito pubblico che non è certo passato inosservato dalle parti di Bruxelles che già qualche settimana fa per bocca del commissario Moscovici aveva parlato di “sforzi strutturali pari a zero” compiuti dall’Italia per il 2018 per la riduzione dei conti pubblici. Una bastonata non da poco a Padoan & Co. che, come abbiamo ricordato più volte, aveva fatto della riduzione del debito un suo cavallo di battaglia.

Se a questo si aggiunge che le previsioni economiche di primavera della Commissione europea attestano che l’economia italiana arranca, rimanendo fanalino di coda d’Europa e che i dati Istat registrano un aumento delle persone in povertà assoluta e dei giovani precari, rimane difficile capire cosa ci sia da rimpiangere dei provvedimenti Dem se i risultati sono questi.

Quindi al Pd possono stare tranquilli e tornare alla loro mansione principale: keep calm ed evitiamo di spaccarci (se ci riusciamo). E se sarà Renzi a continuare a dare le carte, le sorprese (brutte) in tal senso non mancheranno di certo. 

loccidentale.it

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Articolo pubblicato il 17/05/2018