Torino. Humanità e Lucifero – Arciconfraternita della Misericordia

Ultimo concerto della dodicesima edizione di Regie Sinfonie, la stagione di musica antica e barocca organizzata dai Musici di Santa Pelagia

Il concerto si terrà giovedì 14 giugno 2018 alle ore 21 presso l’Arciconfraternita della Misericordia, Via Barbaroux 39 a Torino, e vedrà protagonista l’ensemble di casa, I Musici di Santa Pelagia, diretto dal clavicembalo da Maurizio Fornero nell’oratorio per contralto, basso, tromba, flauto, archi e basso continuo di Alessandro Scarlatti Humanità e Lucifero.

Un’opera di rarissimo ascolto che fu eseguita per la prima volta l’8 settembre del 1704, in occasione della festa della Natività della Beata Vergine Maria, nel Collegio Nazareno di Roma di fronte a uno sceltissimo pubblico comprendente diversi cardinali e la crème dell’aristocrazia capitolina, con la partecipazione tra gli interpreti del grandissimo Arcangelo Corelli.

I ruoli solistici saranno eseguiti dal mezzosoprano Roberta Garelli e dal basso Enrico Bava, entrambi membri del Coro del Teatro Regio di Torino e raffinati interpreti del repertorio barocco. Nel complesso, si tratta dell’occasione ideale per riscoprire un compositore tuttora considerato molto meno del suo reale valore e per ascoltare una gemma pervasa da una intensa vena melodica e di una imprevedibile teatralità.

 

Il biglietto costa 6 euro.

 

Programma della serata

 

 L’ORATORIO SECONDO ALESSANDRO SCARLATTI

 

Alessandro Scarlatti (1660-1725)

 

Humanità e Lucifero

Oratorio per soprano, tenore, con violini, viola, violoncello, tromba, flauto dolce e basso continuo

 

I Musici di Santa Pelagia

 

Maurizio Fornero, organo e direzione

Nota di Sala

Si sente spesso dire che l’Italia non sa valorizzare il proprio patrimonio storico e artistico, tra i più vasti e prestigiosi del mondo. In ambito musicale questo lassismo – che spesso degenera in uno sfacciato disinteresse – ha raggiunto livelli clamorosi nel caso di Alessandro Scarlatti, autore di importanza fondamentale del Barocco europeo, il cui 350° anniversario della nascita caduto nel 2010 è passato pressoché inosservato nel nostro paese, mentre in altre nazioni – tra cui il Giappone – al compositore palermitano sono stati dedicati convegni, concerti e registrazioni di grande interesse.

Non è facile capire le ragioni di questa scarsa attenzione nei confronti del padre del più noto Domenico – che ha quasi toccato i toni della damnatio memoriae – perché i suoi lavori strumentali sfoggiano una scrittura ricca ed elaborata, con una sapiente commistione di elementi antichi e moderni, mentre le sue quasi sconosciute opere serie e buffe (oltre cento) presentano una eccellente caratterizzazione dei personaggi e un gradevole passo teatrale, due elementi che costituirono per decenni un modello ineludibile per tutti i maestri della Scuola Napoletana.

A credito di Scarlatti bisogna poi aggiungere una vena melodica di meravigliosa bellezza, che da oltre tre secoli continua a conquistare il pubblico dai gusti più raffinati.

Date queste premesse, non si può che auspicare un recupero organico della produzione di questo faro del Barocco europeo, che dovrebbe vedere coinvolti sia gli ensemble nostrani sia le migliori formazioni straniere.

Da parte loro, I Musici di Santa Pelagia e il direttore Maurizio Fornero hanno deciso di riproporre Humanità e Lucifero, un oratorio in due parti basato su un libretto di buona qualità di autore anonimo, che fu eseguito per la prima volta nel Collegio Nazareno di Roma l’8 settembre del 1704 in occasione della festa della Natività della Beata Vergine Maria.

Le sue dimensioni piuttosto ridotte trovano spiegazione nel fatto che la sua esecuzione fu accompagnata dalla lettura di testi poetici in onore della Vergine scritti per l’occasione e da una serie di brani strumentali, che secondo alcuni studiosi avrebbero visto protagonista nientemeno che Arcangelo Corelli, il grande virtuoso e compositore, che aveva raggiunto una vastissima fama in tutta Europa.

Sotto l’aspetto espressivo, il testo spazia da toni improntati a una fede semplice e sincera a spunti dal carattere quasi operistico, che il grande compositore palermitano rende con una scrittura ricca di contrasti e una struttura che alterna sapientemente sinfonie di notevole impatto, recitativi accompagnati, arie in concerto grosso e arie in unisono, con parecchi passaggi brillantemente virtuosistici.

Nella prima parte l’Humanità (soprano) esprime il giubilo dei popoli di tutto il mondo per la nascita della Vergine Maria – descritta come «del suo parto figlia», riecheggiando il verso dantesco «Vergine Madre, figlio del tuo figlio» – che viene però ben presto rintuzzato da Lucifero (basso), la cui sfida baldanzosa viene espressa in maniera molto efficace dalla tromba.

Sotto l’aspetto letterario, i versi con cui «il nudo Re d’Averno» si presenta potrebbero essere tratti dal libretto di un’opera seria di quegli anni, con l’evocazione inconfondibilmente metastasiana delle «stelle a me rubelle» e la volontà di combattere per impossessarsi del regno del mondo espressa in maniera molto efficace dall’immagine del «lampo del mio brando».

A questa sortita e alla prevedibile sfida al Cielo, fa seguito il dialogo tra i due protagonisti, un topos molto utilizzato in epoca barocca per sottolineare le ragioni contrapposte. Per respingere l’improntitudine del principe infernale, l’Humanità non esita a rispondere per le rime, con un’aria vivace anch’essa ispirata ad atmosfere guerresche, nella quale balena felicemente il «lampo del ciglio di santa guerriera».

Di fronte a questa inattesa reazione, Lucifero reagisce prima con sprezzante ironia e poi con la vigorosa aria con tromba obbligata «Fin ch’arene havrà Cocito», che però costituisce il suo ultimo attacco, prima di essere definitivamente vinto nel duetto «Comincia pure a piangere», con la furia infernale che viene progressivamente ma inesorabilmente placata della suprema grazia della Vergine.

Dopo una energica introduzione strumentale, la seconda parte celebra la vittoria definitiva delle schiere celesti, con i toni danzanti dell’aria di Humanità «Se fanciulla sempre in culla» che celebrano la nascita della Vergine seguiti dalla ammissione della sconfitta di Lucifero «Pianga pure al duol ch’io sento», un’aria pervasa da un’invincibile stanchezza che vede lo scorno di Lucifero sottolineato non più dalla tromba, ma dal più morbido connubio del violino e del flauto a becco.

A questo punto per Lucifero non resta che tornare «ai regni dell’orrido Averno ma […] né prence né re», mentre l’Humanità proclama con ineffabile giubilo i meriti di Maria, la artefice della salvezza promessa da Dio ai progenitori Adamo ed Eva.

 

Musici di Santa Pelagia

L’associazione culturale I Musici di Santa Pelagia nasce a Torino nel 2001 con l’obiettivo statutario di valorizzare, attraverso manifestazioni concertistiche e produzioni discografiche, composizioni inedite del periodo tardo rinascimentale e barocco utilizzando criteri filologici rifacendosi alla prassi esecutiva dell’epoca.

Accanto al repertorio di autori noti nel panorama musicale sei-settecentesco, il gruppo infatti attua una ricerca di musiche inedite privilegiando composizioni rare e di grande pregio artistico.

Di particolare rilievo le prime esecuzioni moderne del Ballet du Temple de la Paix di Jean-Baptiste Lully con la direzione di Barthold Kuijken, l’oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella, la Messa a tre voci per sua Altezza Reale Carlo Amedeo di Savoia di Maurizio Cazzati.

I Musici di Santa Pelagia hanno partecipato a numerose rassegne musicali e a manifestazioni di livello internazionale sia in Italia sia all’estero tra cui il Roma Festival Barocco, Les concerts a Saint-Germain (Ginevra) e Mille Anni di Musica Italiana (Madrid), ottenendo ampi consensi di pubblico e critica.

Di rilevanza internazionale sono state le prime incisioni della Messa per il SS. Natale del 1707 di Alessandro Scarlatti e dell’oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella. L’edizione curata dalla casa discografica Stradivarius ha riscosso ampi consensi di pubblica e critica, evidenziata dai numerosi apprezzamenti su riviste specifiche di musica antica e barocca (Orfeo, Amadeus, Classic Voice).

Dall’anno 2008 l’ensemble ha iniziato uno studio monografico sul violoncellista astigiano Carlo Graziani, protagonista nelle principali corti europee nella seconda metà del XVIII secolo. Il lavoro prevede l’incisione integrale del corpus musicale del compositore piemontese e l’edizione in stampa moderna.

 

Maurizio Fornero

Si è diplomato in Organo e Composizione Organistica, Pianoforte e Clavicembalo presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino e successivamente laureato con lode in Clavicembalo.

Nel 1992 è giunto, come unico rappresentante italiano, alle finali dell’European Organ Festival di Bolton (Gran Bretagna). Perfezionandosi nell’esecuzione filologica del repertorio antico, svolge da anni un’intensa attività concertistica sia come solista sia in formazioni cameristiche, che lo ha portato a esibirsi in festival nazionali e internazionali di musica antica e barocca tra cui Musica en Catedral di Astorga (Spagna), Van Vlaanderen di Bruges (Belgio), Festival Internazionale dell’Aia e di Utrecht (Olanda), L’Altro Suono-Unione Musicale di Torino, Festival Monteverdi di Cremona, Settembre Musica di Torino, Bologna Festival.

Ha partecipato a numerose esecuzioni in diretta radiofonica su radio nazionali (Rai Radio Tre, Rai Filodiffusione) ed europee (Radio 3 Nazionale Belgio, Radio Classica Spagna).

Collabora come organista e cembalista con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, il Teatro Regio di Torino, L’Academia Montis Regalis, l’Accademia Corale Ruggero Maghini e il gruppo vocale Daltrocanto. Ha inciso per le case discografiche Stradivarius, Opus 111, Niccolò e Syrius numerosi CD di musiche di compositori del XVI, XVII e XVIII secolo.

Fondatore dell’ensemble strumentale I Musici di Santa Pelagia, ha inciso, in coproduzione con l’ensemble vocale Festina Lente di Roma, la Messa per il SS. Natale di Alessandro Scarlatti e l’oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella (Stradivarius), entrambe inedite. Docente di pratica del Basso Continuo presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino nel 2006 e nel 2009, attualmente ricopre la carica di Direttore della Scuola Comunale di Musica di Mondovì.

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Articolo pubblicato il 10/06/2018