Miserie Italiane

Lo sciopero dell’autotrasporto sta bloccando il porto di Genova. La dichiarazione di Mino Giachino

Ogni giorno assistiamo alle guapperie del Ministro Di Maio.

Insulta pesantemente i pensionati rei di aver ricevuto la pensione secondo i canoni previsti dalle leggi dello Stato, annunciando, con l’arbitraria interpretazione del diritto, il ricalcolo dei trattamenti in modo opinabile e truffaldino.

Parimenti annuncia, nonostante le dissanguate casse dello Stato, di voler elargire veri e propri trattamenti salariali ai pelandroni che neppure stanno cercando il lavoro.

Con la stessa baldanza, non si accorge che questa settimana, l’attività del Porto di Genova è stata bloccata dai picchetti posti dagli autotrasportatori in sciopero. La Repubblica Italiana è fondata sul lavoro e non sui sussidi. E’ legittimo il diritto di sciopero, ma ancor prima la libertà di svolgere l’attività lavorativa. Invece il Governo, ampiamente sollecitato, si è rifiutato sin d’ora d’intervenire per rimuovere i picchetti e cercare una ragionevole mediazione.

All’allampanato ministro è opportuno ricordare che la leggerezza e il disinteresse dimostrato dal suo dicastero e dal governo comporta:

Danno al porto per dirottamento traffici export da altro porto; Paralisi del traffico cittadino che perdurerà anche per altri 2-3 giorni la settimana successiva; paralisi e ingolfamento dei terminals portuali; danno di immagine; danni alle supply chain del sistema produttivo (import)); danni per rallentamento dei flussi export del Nord Ovest.

Le attese al carico dei containers a VTE da troppo tempo vengono sottovalutate, i picchi di traffico generati dalle mega navi, a cui seguono periodi più o meno brevi di operosità limitata, hanno fatto esplodere fragorosamente il problema e sconcerta che si parli più di penali per i ritardi al carico (una non soluzione) piuttosto che  di miglioramento del servizio con più mezzi e uomini al lavoro.

La soluzione della programmazione di carico e scarico aiuterebbe abbastanza, ma solo nel caso che i terminals fossero operativi H24. Certo è che l’autotrasporto è l’anello debole della catena logistica, bistrattato, e lascia perplessi che per risolvere i problemi si debba arrivare al punto di bloccare un grande porto, in un periodo di grandi soddisfazioni di traffico, nel pieno della stagione di punta dell’anno.

Sino ad ora la mediazione prefettizia non s’è vista, così pure l’interessamento dei sottosegretario genovese.

Amaro è il commento dell’ex sottosegretario di Stato Bartolomeo Giachino.

 

Anch’io nel 2008 , a giugno, ero alla prima vertenza ma seppi tenere l’autotrasporto al tavolo e non lasciai scattare lo sciopero. 

Marchionne aveva dichiarato che se scattava il blocco dei tir avrebbe messo in cig tutta la FIAT.

I trasporti sono un settore strategico e debbono essere governati giorno per giorno non quando bloccano un porto o il Paese.

Lunedì ci sarà lo sciopero nel trasporto pubblico locale , altri disagi pagati dalla gente e dalla economia.

Non un parlamentare che ne parli.

Un conto sono le infrastrutture, un conto sono i trasporti che sono come il sangue che scorre nelle nostre arterie e nelle nostre vene....provata a fermare il sangue e vedrete cosa succede.

Eppure lunedì avevo avvertito il Governo ...

La conoscenza dei problemi e la competenza non sono un optional sono la base per rilanciare un Paese che oggi ,come ha detto VISCO,  e’ più fragile di 10 anni fa. 

Con il blocco dei porti si bloccano le esportazioni, l’unico settore che ci ha tenuto su in questi anni”

Il porto più importante del Paese che dà lavoro a 90.000 persone, di cui 16.000 nel solo Piemonte, e che ha grandi prospettive di crescita merita una attenzione diversa dal Governo e dai sindacati.

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Articolo pubblicato il 14/07/2018