Torino è in difficoltà a causa di scelte insufficienti e perché non ha una visione valida

Le responsabilità prioritarie della Regione e della Città di Torino

Riceviamo ed ospitiamo una puntuale analisi di Mino Giachino, che ringraziamo, sullo stato di crisi che attanaglia ancora il Piemonte e Torino. Urge una coraggiosa e consapevole inversione di rotta

 

Caro Direttore,

Da più di quarant’anni leggo quattro o cinque giornali al giorno oltre alle ricerche economiche che annualmente sono redatte l’Ires, il Censis, l’Unione Industriali e Banca d’Italia e negli ultimi dieci anni quelle della Fondazione ROTA.

Come sai ciò che conta è quanto Ti rimane della lettura dei dati che leggi. Il tutto poi lo dovresti confrontare con il dato annuale della crescita del PIL della Regione o della Città . Un esercizio che mi pare sia andato perdendosi. 

Era un esercizio che a me e ad altri amici come Renato Valente, scomparso l’altro ieri, l’aveva insegnato Carlo Donat-Cattin. 

La tabella che Ti allego ci fa vedere come il Piemonte sia cresciuto meno delle Regioni più importanti ma anche della media nazionale.

Oggi Torino in particolare , salvo alcune belle eccezioni , non è ancora uscita dalla crisi e lo si vede dai tanti senza lavoro, dal calo del fatturato di tanti piccoli esercizi commerciali e artigianali che non sono in grado di cambiare il proprio mezzo Euro 3 che teoricamente non potrebbe più viaggiare.

L’altra sera il Presidente degli architetti Giuntoli ha detto che Torino è ferma perché manca di una Visione.

Il Vicesindaco poco rispettosamente ha sorriso.

Ha ragione Giuntoli. 

Torino in questi anni ha perso 10 punti rispetto a Milano e Bologna perché puntare solo sul turismo e sulla cultura non è stato sufficiente a sostituire tutto ciò che si stava perdendo e perché oggi non ha una VISION avendo rinunciato alla TAV e alle Olimpiadi invernali del 2026.

Perché Torino è più in difficoltà delle altre Città italiane?

Perché era entrata debole nella crisi. Senza che i vertici di Regione e Comune se ne accorgessero il Piemonte cresceva meno della media nazionale dal 2000. In questo motore debole la crisi fortissima ha pesato di più e siccome i motori cui ci si era agganciati sono motori importanti ma non tanto quanto i vecchi settori, Torino è ancora sotto.

Chi paga le conseguenze di analisi e scelte insufficienti sono i giovani che non trovano lavoro, i cassaintegrati e il piccolo ceto medio produttivo. Ecco perché occorre cambiare le Amministrazioni sia in Regione che in Comune.

Se non si cambia Torino continuerà a perdere appuntamenti e continueremo a vivere in una Città depressa, giù di morale perché le entrate economiche da oltre dieci anni sono diminuite e non riescono più a dare il benessere che i nostri genitori avevano costruito negli anni del Boom economico e sino agli anni 90.

I Giornali non dicono queste cose un po’ perché non vogliono deprimere l a Città e un po’ perché interpellano Esperti o Professori che in questi anni hanno collaborato con i vari Sindaci e Presidenti di Regione.

Tanti e veri che il prossimo Rapporto Rota dirà che Torino è finita in un labirinto e non riesce a dire cose nuove per far ripartire economia e lavoro.”

 

TABELLA DI CRESCITA DEL PIL
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Mino GIACHINO

già Sottosegretario ai trasporti.

 

Foto. Torinotoday,

in proprio

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Articolo pubblicato il 13/10/2018