L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: la nuova rappresentazione di chi detiene il potere

Un palcoscenico che ha perso i migliori attori rifugiandosi nelle meno qualificate comparse

All’accanimento terapeutico messo in atto in maniera piuttosto “vivace” contro gli automobilisti che quotidianamente combattono in città contro zone blu, ZTL e quant’altro fa contrasto la dovizia di informazione sulla presenza delle posizioni di controllo della velocità messa in atto con le ormai famose “colonnine”.

Piuttosto strano risulta altresì il numero dei cartelli che preavvisano l’automobilista sul pericolo di incorrere nelle trasgressioni più ancora che il richiamo alla prudenza: una sconcertante forma assistenziale che finisce con limitare l’efficacia presunta in quanto posti alle immediate vicinanze del radar di verifica della velocità.

Certamente è meglio prevenire che punire, ma mi pare alquanto improprio un sistema che in pratica sostituisce gli agenti nella maniera meno appropriata eliminando il dialogo che può portare alla comprensione come pure aggravare la penalità applicata.

L’evoluzione della tecnologia vuole anche questo per cui all’uomo si conferisce esclusivamente la lettura del documento fotografico e della relativa didascalia per applicare la sanzione. Mi verrebbe quasi da definire inutile un sistema che prevede almeno tre cartelli di preavviso sulla postazione per una forma eccessiva di garantismo che aiuta, in un certo senso, i trasgressori.

Più volte si è discusso sulla legalità nella valutazione della velocità del veicolo in transito, ma allora viene spontaneo chiedersi se è una forma di sottovalutazione di chi era preposto al controllo valutativo prima dell’arrivo delle nuove strumentazioni.

In ogni centro abitato esiste una limitazione che viene segnalata con apposito cartello al suo inizio e tale rimano fino al termine, anch’esso segnalato. All’interno della “zona” gli agenti hanno la facoltà di elevare la giusta ammenda a coloro che giudicano inosservanti della limitazione, una normativa cui viene in aiuto anche la valutazione di “velocità pericolosa” il che supplisce in maniera determinante all’assenza dell’occhio elettronico.

Ma come più frequentemente accade, i latini avrebbero detto "id quod plerumque accidit", si va alla ricerca esasperata del mezzo punitivo, dello strumento che solleva le sorti economiche dell’Ente esecutivo piuttosto che la presa di coscienza di chi non rispetta le regole.

Ma qui si attiva un pericoloso innesco che devasta in maniera esponenziale molte e molteplici “sfumature” della vita quotidiana in cui il permissivismo sostituisce troppo spesso il diritto, in cui il buonismo di facciata tira la volata per altri traguardi, politici per essere chiari.

Ed il particolare momento che attraversa la nazione ne è la testimonianza reale, lo specchio di un opportunismo che sfrutta consuetudini consolidate nel tempo piuttosto che la volontà del popolo, quello stesso che subisce le malcelate angherie da chi non ha goduto del consenso elettorale.

Ormai, purtroppo, si naviga a vista evitando quelli che il nocchiero di turno definisce scogli mentre in effetti sono le carte nautiche per una inversione di rotta che deve condurre, ed è il caso di dirlo, nel porto più sicuro.

E mi viene persino il dubbio che il tutto faccia parte di un ben preciso progetto in cui il benessere della gente occupa posizioni di rincalzo.

Non sta certamente a me giudicare il bene ed il male della vicenda, qualunque essa sia; tuttavia il diritto ad esprimere il proprio pensiero non ci è ancora, per il momento, negato.

D’altronde tutto ciò che sa di grottesco parla di avversari che si alleano, di contratti che non si rispettano e di nomine di corridoio anziché elettive.

Non resta perciò che assistere alla nuova rappresentazione di chi detiene il potere e la sta mettendo in scena sul palcoscenico che ormai ha perso i migliori attori rifugiandosi nelle meno qualificate comparse.

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Articolo pubblicato il 08/09/2019