Il Governo delle comari litigiose

Troppe comari in cortile, tutte che vogliono comandare e far valere le proprie ragioni.

Ogni giorno c’è un annuncio nuovo su quali saranno i provvedimenti che verranno presi nella nuova Legge di Bilancio.

Il testo è stato inviato all’Europa ed è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, ma cambia ogni giorno. Quella che verrà votata in Parlamento sarà una legge molto diversa dal testo iniziale. Le forze di governo si comportano come comari litigiose, che discutono animatamente su che tipo di pasta proporre ai propri mariti. La fanno e la rifanno e poi, comunque, si siederanno a tavola a mangiarla insieme poco soddisfatte.

Un Governo senza anima, senza un progetto finale, formato da due forze politiche che poco hanno in comune se non lo scopo di governare quel tanto che basta. Un Governo che con ogni probabilità rimarrà in piedi fino all’elezione del Presidente della Repubblica, perché quello è l’unico scopo davvero chiaro. Il collante è evidente: ostacolare Salvini perché non salga al potere da solo. Chissà se questo basterà?

Lo scossone Umbria è stato forte e ha creato incrinature pesanti, anche se potrebbe essere solo la prima lieve scossa che precede il terremoto delle prossime imminenti elezioni regionali. Troppe comari in cortile, tutte che vogliono comandare e far valere le proprie ragioni. Due forze politiche, il Pd e i Cinque stelle, profondamente lacerate al proprio interno. Una lotta tra correnti che non si ferma mai.

E poi c’è la variabile Renzi, che per ora si limita soltanto a porre qualche veto, ma che ben presto potrebbe alzare la testa. Nel cortile, però, gli argomenti sono anche altri: certo è che se si andasse al voto subito lo si farebbe con la vecchia legge elettorale che garantirebbe a molti di essere rieletti. In caso contrario, tanto vale durare il più possibile, magari cambiando però il Presidente del Consiglio, così da salutare il buon Conte e lasciare il posto a qualcuno che sappia tenere meglio il timone della barca. I nomi non mancano, anche se a vederla bene, sono sempre gli stessi.

E se una parte dell’attuale Governo già immagina Draghi Presidente della Repubblica, un’altra spinge per Prodi. Se quest’ultimo avesse la meglio al Colle, la Presidenza del Consiglio potrebbe essere una buona merce di scambio da offrire a Draghi. Si fanno però i conti senza l’oste e, oggi, l’oste è Salvini.

Roberto Caputo

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Articolo pubblicato il 07/11/2019