Immobiliare. Cui prodest?

A chi giova il matrimonio d’interesse fra IMU e TASI?

L’applicazione del metodo scientifico comporta lo studiare i fenomeni – di qualunque natura essi siano – con rigore, criterio e spirito critico, analizzando i nessi di causa-effetto che li legano. Gli antichi Romani avrebbero parlato di consecutio temporum, i Fisici invocherebbero probabilmente il principio di azione e reazione. Sia come sia, il punto è che “fare una cosa” (o non farla) deve per forza implicare un qualche cambiamento (si spera virtuoso), altrimenti sorge del tutto spontaneo chiedersi per quale ragione ci si prenda la briga di agire…

Così, nella sempre cangiante narrazione di questa manovra economica, fra aggravi e balzelli più o meno micro che – a detta dei Legislatori interessati – dovrebbero però servire all’Italia per non andare fuori strada, tassa che ti tassa pare proprio che la prima a essere colpita debba essere nuovamente la casa. Il bene rifugio per eccellenza degli Italiani.

Il Governo ha proposto l’accorpamento di IMU e TASI, affrettandosi a precisare come detta azione non comporti tuttavia alcun incremento del carico fiscale. Ma allora… perché si fa? Se il provvedimento fosse davvero a gettito invariato, quale sarebbe mai il vantaggio per l’Erario? Il dubbio consiste nel fatto che tale matrimonio celi in realtà la costituzione di una super tassa sul mattone, permettendo così ai Comuni di incrementare le aliquote base fino all'11,4‰, con un notevole snellimento delle tasche dei Risparmiatori.

Tra l’altro il nuovo balzello andrebbe a gravare solo sui Proprietari, i quali si vedrebbero anche addebitare la quota totale della TASI (che pure, essendo essa la TAssa sui Servizi Indivisibili, a rigor di logica spetterebbe a chi effettivamente gode dei servizi legati al bene, cioè all’Inquilino in caso di affitto).

Insomma, se i soliti Latini credevano nel divide et impera, nel caso dell’Immobiliare italiano del giorno d’oggi pare piuttosto più facile unire, per comandare.

Con l’aggravante di sostenere come nulla cambi, quando invece bisognerebbe ricordare scientificamente che nulla si crea e nulla si distrugge: ma tutto si trasforma. Sarebbe auspicabile, non in nuove pesanti tasse.

 

(Immagine in copertina tratta da investireoggi.it)

 

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Articolo pubblicato il 12/11/2019