Torino. Limitati i tagli all’Alta Velocità

Maccanti (Lega) “Bene disponibilità di Trenitalia, ma sul trasporto pubblico locale, i Piemontesi pagani i disastri compiuti da Chiamparino

Nei giorni scorsi, non appena è stata pubblicata da parte di Trenitalia la bozza dell’orario invernale dei treni ad Alta Velocità in partenza ed arrivo a Torino, era partita la presa do posizione decisa del mondo imprenditoriale e delle principali  forze politiche, contro un provvedimento che avrebbe contribuito  ancor più all’isolamento di Torino ed all’emarginazione  del Piemonte, dal contesto nazionale. Assenti ovviamente la  sindaca grillina ed i suoi compagni  di partito, sempre protesi ad inneggiare la decrescita della società e il depotenziamento delle linee ad Alta Velocità.

Dopo i molteplici appelli concretizzatesi anche con  la stesura di una petizione e la raccolta di firme a favore della piena operatività dell’AV, capeggiata da Mino Giachino, ieri si è giunti alla convocazione di Trenitalia, davanti alla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati.

Così, i vertici di Trenitalia, nel corso dell’audizione a Montecitorio,, hanno fatto marcia indietro e presentato un piano completamente diverso, con i treni verso Milano che rimangono gli stessi e che anzi vengono incrementati verso Roma. " Ce ne parla l’On. Elena Maccanti capogruppo della Lega in Commissione Trasporti di Montecitorio .

“Grazie al pressing dei parlamentari e del territorio, Trenitalia prima di Natale aggiungerà due treni diretti sulla Torino-Venezia (che così salgono a 8) e si è impegnata a verificare con Rfi la presenza di ulteriori slot liberi sul nodo di Milano. In più, con il nuovo orario invernale sarà attivato un nuovo Frecciarossa nella tarda serata da Torino a Milano, aumenteranno da 34 a 38 i collegamenti fra Torino e Roma e da 17 a 28 fra Torino e Napoli. Si tratta di un primo segnale di attenzione positivo, ma che certamente non basta ancora. Vigileremo che Trenitalia prosegua su questa strada, precisa l’On. Maccanti: il Piemonte non può rimanere indietro”.

Oltre ai paventati tagli sulle linee ad Alta Velocità, anche il Trasporto locale lamenta carenze impiantistiche e di gestione, nel servizio su alcune linee piemontesi, tra cui quelle attualmente gestite da Gtt, che, avrebbero dovuto passare sotto l’organizzazione di Trenitalia, sin da questi giorni. “Sul fronte del trasporto pubblico locale invece, grazie ai cinque anni di governo della Giunta Chiamparino e ai disastri del suo assessore Balocco, prosegue Elena Maccanti, il Piemonte si ritrova fanalino di coda in Italia . Lo hanno detto chiaramente ieri mattina i vertici di Trenitalia alla Camera: grazie alla scelta della Regione Piemonte di effettuare negli anni scorsi un contratto a breve termine, l’azienda non ha potuto investire o programmare.

A questa situazione si è aggiunto il gran pasticcio combinato sul nodo di Torino – aggiunge Maccanti -. Il risultato è che l’aggiudicazione è avvenuta solo a settembre e ad oggi il contratto non è stato firmato. Trenitalia,  si è detta disponibile a subentrare a Gtt la prossima estate e non a fine 2020, come sembrava in un primo momento. Purtroppo a pagare le spese di tutto questo sono i pendolari torinesi e piemontesi: abbiamo subito chiesto un’audizione in Commissione Trasporti dell’Agenzia della mobilità piemontese, in modo che venga a spiegare come stanno realmente le cose, con trasparenza”.

Anche l’On Carlo Giacometto di Forza Italia, nell’esprimere soddisfazione per gli impegni assunti ieri dall’amministratore delegato di Trenitalia, amplia il discorso sul rapporto tra il Piemonte e Trenitalia in materia di AV e linee locali. “Resta, tuttavia, il tema più generale delle maggiori città piemontesi che, a differenza di quanto avviene in altre regioni, non hanno un accesso diretto alla linea ad alta velocità, pur essendone attraversate: si pensi al nodo di Chivasso o a quello di Novara. Trenitalia, nei suoi comunicati, sottolinea giustamente come il servizio AV in Italia preveda sempre ‘più treni in più stazioni’. Tutto vero – sottolinea l’On Gacometto, - tranne che per il Piemonte, che su questo aspetto paga i cinque anni di inerzia della Giunta regionale precedente. E’ il momento di occuparsene”.

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Articolo pubblicato il 06/12/2019