Olocausto Australia

Il fumo degli incendi si vede dalla Cina e dall’Argentina. Sono le ceneri di miliardi di forme di vita animale e vegetale. L’uomo bianco, l’oro nero.

Ero un giovane ed entusiasta studente universitario quando ho iniziato a occuparmi di sostenibilità dell’ambiente ed energie rinnovabili. Non ho mai smesso di farlo durante quarant’anni di militanza sempre più mortificata dalla pesante, distruttiva impronta dell’uomo sulla meravigliosa pelle del pianeta Terra. Non ho mai pensato di dover assistere un dì ai roghi dell'Australia.

Con il cuore ferito, da giorni osservo, impotente e scoraggiato, l’immenso braciere che sta divorando decine di milioni di acri su quella terra d’Oceania che sembra così lontana da noi, ultima frontiera di un romantico mondo selvaggio che fu degli aborigeni. Ora non più.

Arde la polemica, le autorità australiane sono sotto accusa… Il fuoco non lo sa. Scompare la biodiversità, lo sterminio di ogni forma di vita è cruento e capillare, bruciano i sobborghi della città, bruciano le persone, voli cancellati, aria irrespirabile a Sydney e Camberra, chiusi negozi e tutti i servizi. A migliaia le persone in fuga cercano scampo sulle spiagge, in barca chi ce l'ha.

10.000 cammelli selvatici verranno abbattuti per evitare che bevano la poca acqua rimasta nella regione devastata dalla siccità. Alcuni la cercano nelle case. Che tristezza, gli si sparerà.

Le immagini che giungono dai canali d’informazione sono raccapriccianti, anche le voci dei commentatori, per qualche attimo incespicano tra i denti, il Koala ce la farà? Poi… c’è lo sport, borsa, meteo, pubblicità.

La cronaca riporta di oltre 180 persone arrestate nel Nuovo Galles per incendio doloso, 24 in Victoria, 101 nel Queensland. Numeri imbarazzanti per un cervello sano. Chi sono costoro? Qual è il percorso educativo che ha guidato il loro ipotetico sviluppo? Il 70% sono minorenni, proprio come Greta, è proprio vero che non siamo tutti uguali! Il mio pensiero vacilla, non si dà pace. 

Se cerco il senso del biblico “peccato originale”, lo scopro nella consapevolezza della nostra crudeltà latente, nell’egoismo insaziabile della specie umana, nella bramosia di possesso, nel disprezzo della vita, unica razza che si organizza e talvolta si diverte a sterminare i propri simili. Nessuna bestia è come noi, maestri del fuoco fin dalla preistoria.

Brucia una porzione dell’Australia grande quanto il Belgio, dove scapperà il canguro? Una tregua sembra essere stata concessa da qualche giorno di pioggia, ma da giovedì l’estate australe promette ancora temperature oltre i 50°.

È piovuto in Bolivia e i pompieri che lottavano da mesi contro gli incendi che divoravano l’Amazzonia, hanno pianto di gioia ringraziando il Signore. I danni alla foresta pluviale, nel 2019 sono ancora da quantificare, se ne parla poco, ma la parte brasiliana ha visto andare in fumo 3.000.000 di ettari di foresta. Il presidente del Brasile Bolsonaro avrà le sue terre per coltivazioni intensive. Io prego un Dio buono per far piovere ancora. Altro non so fare… Non avrei mai pensato di dover assistere un dì anche ai roghi dell'Amazzonia e del Borneo.

La foto del pompiere che ringrazia Dio ha fatto il giro del mondo

Il Borneo e l’isola di Sumatra da anni sono in fiamme, bruciati dagli ex squadroni della morte cambogiani al soldo dei ministri corruttori, affamati di verdi dollari spremuti dall’olio di palma. Oro giallo che insaporisce i biscotti inscatolati dalle multinazionali delle cose buone, in testa la Nestlé. E io piango la distruzione del Paradiso degli oranghi, degli elefanti selvatici, dei pappagalli e di ogni bestia innocente, invertebrati inclusi.

E mentre l’Australia brucia, soffiano i venti di una nuova guerra, metterà a ferro e fuoco quella terra araba inzuppata di oro nero? Petrolio, idrocarburi: se non unica ragione, certamente concause di questo cambiamento climatico che sta sciogliendo il pianeta. Quante volte abbiamo già bruciato terra, atolli e stratosfera con roventi esplosioni per testare ordigni nucleari? Fino al 1966, 2044 volte, 711 nell’atmosfera! 

Si parla ancora troppo poco di un cambiamento climatico già in atto da decenni, l’approfondimento è saltuario e sfuggente. Per interesse di chi? E che cosa non dobbiamo sapere? Da chi è proibito? I vertici Onu si chiudono con un nulla di fatto, gli oleodotti pompano, gli scienziati sussurrano, ma le equazioni risolutive scarseggiano. 

Il Borneo, l'Amazzonia, la Thailandia, la nuova Guinea e l'Australia: gli incendi...Strada senza ritorno

Le dimensioni della catastrofe australiana credo siano ancora tutte in divenire. L'immensa nube di fumo è CO2 in atmosfera, è una ulteriore interferenza con gli equilibri della natura che sta interessando una vasta area dell'emisfero australe, fino al Cile, all'Argentina. 

Ma come si può definire un articolo come questo? Cronaca non è, e neppure opinione. Forse è solo lo sfogo amaro di un vecchio ecologista che non ha saputo fare di più. Di un uomo attento ai silenzi e ai depistaggi di certe informazioni al servizio, o al controllo della massa in ascolto, noi manipolati, sedotti e abbindolati da profumi e balocchi.

E qui mi fermo, pregando un Dio buono o chi per lui, perché faccia piovere sull’inferno d’Australia, chiedendo comprensione al paziente lettore che è arrivato fin qui. Sono molto provato dalla sorte del nostro pianeta, abbiamo intasato l’atmosfera, riempito gli oceani di plastica, ucciso l’ultimo rinoceronte… Abbiamo dichiarato guerra da tempo alla Terra e alle sue meravigliose forme di vita.

Non ce la faccio più a non poter fare niente.

Fotografie: open, agi, habitante

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Articolo pubblicato il 08/01/2020