Torino. Quel referendum che infastidisce qualcuno…

Ieri si è svolto il flash mod in piazza Castello

In questi giorni le tentennanti cronache di una maggioranza governativa che procede con la corrente alternata, oltre alle notizie incombenti sul Coronavirus che si estende anche alle nostre latitudini, sta offuscando notizie e prese di posizione sul referendum che si terrà il 29 marzo.

Come dovrebbe essere ormai noto, la legge approvata l’8 ottobre 2019, prevede la diminuzione del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato.

 

Contro la Legge che riduce i Parlamentari e rischia di lasciare ampie zone del Paese senza rappresentanza, si è costituito anche a Torino il comitato che raggruppa cittadini di ogni tendenza politica, per divulgare le motivazioni necessarie al cittadino per esprimere il No al Referendum, che raggruppa il Comitato locale noiNO Torino, Comitato C’è chi dice NO, Partito Radicale Associazione Marco Pannella Torino, Radicali Italiani Gruppo +Europa Torino, Associazione radicale Adelaide Aglietta, Partito Socialista Italiano, PLI- Partito liberale Italiano, UPL Unione PerLeLibertà Piemonte Liberale, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Si Lavoro - Si Tav.

 

Ieri mattina in Piazza Castello, davanti alla prefettura i componenti del Comitato del NO hanno avuto la possibilità di rispondere ai quesiti dei cittadini e divulgare le motivazioni che ispirano questa mobilitazione.

 

Confermando l’appello rivolto alla cittadinanza, per dire no a una riforma pericolosa e demagogica, proposta da chi pensa che la buona democrazia possa essere valutata solo sulla base dei risparmi.

 

La riduzione del numero dei parlamentari che si propone è concretamente una riduzione della rappresentatività del Parlamento rispetto alla complessità sociale e politica del Paese.

 

Ridurre gli sprechi della politica e le inefficienze dei procedimenti legislativi è possibile anche senza indebolire la democrazia e il rapporto tra elettori e eletti, privando intere aree del paese di un’effettiva rappresentanza nelle istituzioni nazionali.

 

Il Governo ha camuffato questa legge come norma “taglia spesa, ma ciò è falso.

 

Siamo tutti amareggiati per la mala politica che allontana i cittadini dall’interessarsi fattivamente e partecipare. Se con il referendum venisse convalidata la legge, cadremo ancor più in mano ad una conventicola di notabili che potrà agire indisturbata varando le leggi che ritiene, in disprezzo del cittadino.

 

Il PD che oggi affianca i grillini che vogliono la distruzione dello Stato di Diritto, ha già abolito i consigli provinciali e  ogni giorno assistiamo allo sfascio degli edifici scolastici privi di manutenzione, con le strade provinciali impraticabili, perché nessuno ha più il potere di agire e provvedere.

 

Avremo ancora modo di ritornare in argomento. Il cittadino con il dovere diritto del voto, non deve calarsi nell’inganno teso dalla casta dei segretari di partito.

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Articolo pubblicato il 24/02/2020