Lo sportello del disabile. Il comune di Perinaldo & una residenza per il progetto “Dopo di noi”

Chi aiuterà concretamente i disabili quando i genitori non saranno più in grado di farlo? Un progetto pilota

Perinaldo è un piccolo borgo millenario abbarbicato a 600 m sopra un poggio dell’entroterra di Imperia e a 14 km dal mare. Da qualche giorno è oggetto di attenzione non solo per la sua posizione o per il suo osservatorio astronomico, ma per un’iniziativa singolare quanto lodevole.

L’amministrazione ha deciso di destinare l’immobile della ex scuola di via Visitazione a un brillante prospetto definito: “Dopo di noi”. È un progetto legato a un problema di vecchia data: dove alloggiare e occuparsi dei disabili non autonomi quando i genitori non saranno più in grado di prendersene cura?

Il progetto prevede la creazione di una residenza attrezzata e integrata con il tessuto sociale del borgo, collaborando con l’associazione “Spes ONLUS” di Ventimiglia. Una iniziativa da imbastire insieme ai familiari dei disabili, i quali daranno disposizioni per l’accoglienza da quando non saranno più fisicamente idonei nel prestare assistenza. Programma dai molteplici orizzonti positivi, non ultimo, una chance per creare nuovi posti di lavoro.

Fin qui le notizie pervenute.

Da esperto in tema di disabilità l’augurio è che l’iniziativa vada a buon fine, poiché il problema del “Dopo di noi” è quanto mai sentito nelle famiglie di molti disabili non autosufficienti, sia dai genitori e dai parenti più stretti, che sentono l’invecchiare come un inevitabile distacco del loro supporto, sia dai disabili, che molte volte avvertono l’avvicinarsi di un vuoto non solo affettivo, ma anche legato alla quotidiana sopravvivenza.

Paure che non dovrebbero insorgere in un paese civile, costruito su una Costituzione che ha ben vergato i doveri e i diritti dei cittadini con parole spesso disattese. L’iniziativa scaturita nel comune di Perinaldo dimostra che molto si può fare con poco se c’è planning, coscienza e complicità tra pubblico e privato.

La nostra sanità sempre più impoverita negli anni, oggi ha la grande occasione di rinnovarsi anche grazie ai cospicui fondi europei emanati dopo il problema CoViD 19. La formazione di centri attrezzati per il “Dopo di noi” non richiede grandi investimenti e presenta molte opportunità.

Nei paesi nordici, la nascita di villaggi dove snellire le difficoltà, riunire le necessità dei disabili e alleggerire gli obblighi dei congiunti è cosa già in atto da tempo anche a livello di gruppo familiare.

Le scelte giuste talvolta sono quelle semplici

È molto più facile coordinare i problemi dei disabili riunendoli in un contesto studiato ad hoc e più gestibile. L’eliminazione delle barriere architettoniche e delle distanze per l’assistenza domiciliare, la presenza di un presidio infermieristico e dei servizi basilari in un unico “villaggio” concepito per la miglior sinergia, sono solo i vantaggi più immediati ed evidenti.

I problemi sono ben noti a chi deve convivere con l’incertezza quotidiana che originano alcune patologie invalidanti; sia nei soggetti portatori che nei familiari, a cui spesso viene scaricato l’onere della maggior parte di ogni assistenza. Il tempo che passa e che avvizzisce sia le disfunzioni che le forze emotive e assistenziali, è un nemico a cui è impossibile opporsi.

Occorrono iniziative sullo stile di quella nata nel borgo ligure

È auspicato che si dia risonanza sia al problema che alla soluzione, e alla crescita di una maggiore interazione tra pubblico e privato. L’handicap è una punizione che può ricadere sulla vita di ognuno, sotto tante forme, sempre in modo inaspettato.

Uno Stato degno di sé dovrebbe prendere esempio da Perinaldo e dar concretezza a uno dei propri ruoli. Tra le tante chiacchiere che volano per il “Transatlantico” questa dovrebbe richiedere “poche parole” e qualche attento “buon intenditore” che si occupi della pressante questione. Molti gliene saranno grati… Anche "dopo di lui".

 

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Articolo pubblicato il 02/06/2020