Poeti consapevoli e pensatori illuminati a Palazzo Tursi, Genova

di Alessandra Gasparini

“La pretesa di escludere, la volontà di riunire; la violazione dei diritti costituzionali e le nuove realtà dissidenti”. Questo il titolo dell’evento che si è svolto a Palazzo Tursi, sede del municipio di Genova, mercoledì 14 giugno dalle 17 alle 20; all’interno del quale, grazie all’ospitalità del Gruppo Consiliare Uniti per la Costituzione, guidato da Mattia Crucioli, è avvenuta la presentazione dell’antologia “Fissando il volto il gelo - poeti contro il green pass”, edita da Terra d’Ulivi.

Noi, poeti idealisti ma concreti e determinati ad agire con strumenti letterari contro le violazioni dei diritti umani, abbiamo nuovamente fatto tappa a Genova, dopo un lungo percorso partito a marzo da Moncalieri (Torino) per dirigersi poi a Carpi (Modena), Calci (Pisa), Venezia, Roma, Genova (presso il circolo culturale Librido), Alba, Firenze…

Questa volta, grazie all’interessamento dell’avvocato, ex senatore e membro della Giunta comunale Mattia Crucioli, presso lo splendido Salone di Rappresentanza del cinquecentesco Palazzo Tursi, nella via dedicata all’eroe dei due mondi.

All’entrata, salendo una lunga scalinata luminosa, è Giuseppe Mazzini a scrutarci dal’alto, malinconico.

Tra le mani il suo progetto non realizzato di un’Italia unita e solidale, democratica ed egalitaria. Sembra non solo consapevole del suo tempo, ma presago del momento difficilissimo che stiamo ora attraversando.

Prima di entrare ho sentito, come un cenno di buon auspicio, le note festose di una canzone di De Andrè, spirito eletto di questa città disposta alla lotta, anche quando impopolare, per ogni giusta causa.

Gli ospiti di oggi sono d’eccezione. Il pubblico gremisce la sala curioso, interessato. Introduce Mattia Crucioli, fondatore del gruppo Uniti per la Costituzione, nato proprio un anno fa, con l’intenzione di riunire le forze politiche interessate alla difesa dei diritti costituzionali e favorevole all’iniziativa referendaria a favore di trattative diplomatiche nel conflitto tra Russia e Ucraina.

Ci anticipa che all’indomani, nella stessa sala, si terrà un incontro con Michelangelo Trombetta e Ugo Mattei e ci sarà la possibilità di firmare il referendum.

Luca Bertoncini, da molti anni intenso declamatore di versi poetici nei luoghi più significativi della città, che ha avuto assieme a Paolo Gera e a Mattia Crucioli un ruolo determinante nell’organizzazione dell’evento, recita “Piccolo Testamento” di Eugenio Montale, in cui il grande poeta genovese rifiuta di piegarsi alle ideologie del suo tempo. Montale non vuole lasciare un’eredità di false certezze, ma tracce di un percorso poetico libero, che offre “un tenue bagliore” di verità.

Paolo Gera, curatore dell’Antologia, spiega come questa opera collettiva, da lui ideata assieme agli amici poeti Luca Bresciani, Ivan Crico, Mario Marchisio e Paolo Pera, sia nata dall’esigenza di reagire col linguaggio poetico alla gestione strumentale della pandemia, che ha eroso spazi fondamentali di libertà.

Il 27 novembre 2021 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge che introduce il “super greenpass”. Con esso ci si avvicina molto, in concreto, all’obbligo vaccinale. Provvedimento ricattatorio, che sospende dal lavoro, violando uno dei fondamentali diritti costituzionali. Le menti attive e consapevoli che non vogliano cadere in depressione devono fare qualcosa. Ed ecco che ci si unisce ad altri condividendo idee e parole, costituendo un gruppo che contrappone alle violazioni di diritti la forza della parola poetica. “Fissando in volto il gelo - poeti contro il green pass” nasce proprio in quel giorno. In poco tempo raggiungerà 160 poeti e artisti firmatari, anche nomi noti, come Francesco Benozzo, Flavio Cuniberto, Federico Sanguineti. Le opere di 80 tra loro sono presenti nell’Antologia, il cui titolo è ispirato a un verso del poeta Mandel’štam, che fu perseguitato dal regime staliniano.

Il poeta Ferlinghetti, aggiunge Gera, offre una risposta molto significativa alla domanda: “Che cos’è la poesia?”. “Continua lotta contro silenzio, esilio, inganno”.

La lotta dei poeti parte come blog in cui, ogni due o tre giorni, si pubblica una poesia.

Poesie che rispecchiano la quotidianità, privata di libertà, di ognuno. Esprimono rabbia, invettiva, ma anche l’interiorizzazione individuale di quanto stava succedendo. I poeti del gruppo vivono sparsi in tutta Italia, da Torino alla Sicilia.

Nel giro di poco tempo il gruppo è seguito da circa 1300 followers e la reazione dei social è di oscurarlo. Con quale motivo? Il gruppo è accusato di contenuti offensivi. Ma… nessuno del gruppo ha insultato. Allora? Il “contenuto offensivo” è il nome stesso del gruppo, viene risposto. Siamo noi. Il nostro intento? Comunicare, lasciare una traccia, rappresentare una testimonianza storica.

ALCUNI POETI, ALCUNI VERSI 

Signor mio, non è per vendetta/che invio loro le pene che ho elencato/È per gioco, per giustizia/ È che tu mi hai creato per la gioia/ e loro, a te ingrati/ mi vogliono uccidere. (da “O Signor per cortesia” di Alessandra Gasparini)

La poesia è una riunione di parole/tutte sono ammesse e hanno uguale importanza/tutte marciano insieme e prendono voce una dall’altra (Paolo Gera)

Molto prima di morire mio nonno mi disse:/ la parola darla come un pugno che non ha la forza/ della morte, ma la forza della vita. (Anila Hanxhari)

Al buio pensano le pecore/una rivoluzione/ma non lo sanno/Niente di niente/Lo sciopero gli animali non lo fanno/non vogliono né vivere né morire (da “Vanno” di Luciana Lanzarotti)

C’eravamo abituati a tutto,/tutto era nell’ordine/delle cose scombinate,/ma alle prime piogge/uscivamo per strada/a monitorare argini,/testare ponti. (da “Simone Benvenuti, di 23 anni morto in ospedale …” di Anna Leone)

LA SOCIETÀ DEL CONTROLLO E IL POETA FOLLE

Primo ospite d’eccezione il Prof. Paolo Becchi, filosofo, docente di Filosofia del Diritto presso l’Università di Genova. Il professore ci parla della PRIVAZIONE a cui l’uomo del nostro tempo è sottoposto. Poeti come Hölderlin, filosofi come Heidegger si ponevano la domanda: “Di cosa veniamo privati?”, poiché avvertivano fortemente una mancanza, la mancanza di Dio. Oggi ad essa si aggiunge un’assenza, una deprivazione più grave: abbiamo cessato di credere nell’uomo, che è immagine di Dio. Siamo arrivati a permettere che l’uomo potesse morire senza conforto. Si è creato un vuoto difficile da colmare. I poeti, con una pluralità di voci, devono riempire, almeno in parte, questo vuoto. Una responsabilità grande. Così siamo stati privati dello spazio. Ci viene detto quando, come, dove muoverci e non. A lungo andare questo diventa insopportabile, ed ecco creare un clima di attesa del siero salvifico, che puntuale arriva. Il timbro sulla nostra pelle, che ci libera. Arriva dentro il nostro corpo.

Avviene dunque il passaggio dalla SOCIETÀ DELLA SORVEGLIANZA (chiusa) alla SOCIETÀ DEL CONTROLLO (aperta). La società attuale, dove il diritto di scegliere è morto. Chi si è adeguato resta felice. Ma le privazioni presto arrivano a tutti, basti pensare alla perdita del lavoro.

Il poeta sa che sarà scambiato per FOLLE. Accetta il pericolo, ma intuisce che nel pericolo c’è anche ciò che salva. Il poeta spera. Si contrappone al nichilismo. Crede valga la pena di lottare.

LA RUOTA DEL CRICETO E IL SISTEMA

Abbiamo avuto il piacere e l’onore di un secondo ospite davvero speciale: Carlo Freccero, massmediologo, autore e critico televisivo, ex direttore di Rai 2. Esordisce sottolineando con forza l’assoluta centralità, in questo momento, del REFERENDUM CONTRO LA GUERRA. Si complimenta subito dopo con noi poeti per la “fiorente scuola di poesia” che, ai suoi occhi, rappresentiamo a Genova. Onorati! In realtà non tutti siamo originari di Genova, anzi, pochi, ma amiamo e frequentiamo questa città che ci parla con i versi indimenticabili dei cantautori, che pure Freccero ricorda. Canzoni venate di malinconia, poiché, dice “I genovesi sono come napoletani depressi”. Divertente! Quando più tardi toccherà declamare al sindacalista Cub - poeta - ferroviere Mauro Milani, dichiarerà col suo sorriso di sempre la propria origine partenopea, stringendo la mano al massmediologo.

Molti di noi, dice Freccero, durante il lock down, pur soffrendo la prigionia e la paura dell’incerto presente e futuro, hanno avuto il privilegio di scoprire la propria VOCAZIONE. Non ci riconoscevamo più nei ruoli in cui, nella vita precedente, eravamo stati incasellati. Quella vita che ci vedeva percorrere la ruota sempre uguale a se stessa del criceto. Il SISTEMA non voleva che ne prendessimo coscienza, ci occupava e ci occupa con mansioni apparentemente indeferibili, che devono riempirci tutte le giornate. Con la noia accettata e interiormente consolidata della routine.

La sedicente semplificazione burocratica di Renzi (sempre Freccero) ha in realtà reso la nostra vita impossibile: combattiamo ogni giorno con mezzi tecnologici che non funzionano, intraprendendo assurde discussioni con voci sintetiche che non vengono mai al punto che c’interessa, ecc.

Il SISTEMA è nel frattempo entrato in CRISI FINANZIARIA TERMINALE e ha reagito recludendoci, preludio a future tappe d’imprigionamento. La prova per il WEF (World Economic Forum) è andata benissimo e KLAUS SCHWAB, il suo fondatore, è soddisfatto: le maggioranze hanno obbedito. Ma… In modo miracoloso è emersa una minoranza di dissidenti, che vogliono esprimere DISSENSO e DISAGIO. Più degli altri sono consapevoli della dissonanza cognitiva che molti avvertono. Della confusione mentale che sono riusciti a crearci. Tanto che la maggior parte dei cittadini, almeno in Italia, non riesce ad esprimersi che attraverso un balbettio, o ripetendo in modo acritico e inconsapevole i diktat governativi.

Eppure la pandemia è stata allo stesso tempo matrice di una nuova generazione di artisti e di poeti. Alcuni sapevano già di esserlo, altri non lo pensavano affatto. Prima. Freccero ci vuol dire che siamo usciti dal percorso della ruota, per cercare la nostra strada. Di ribelli. Poiché in non pochi casi l’isolamento ci ha riconciliati con l’introspezione. Che poi, nella ricerca di senso, ci ha fatto capire perché le nostre vite di prima non funzionavano.

IL VIAGGIO DELL’EROE

Ancora Freccero. Sin dai tempi antichi gli eroi, prima di diventare tali, consumavano i loro giorni nella routine. Ma ecco un evento tragico, un grave ostacolo, una prova iniziatica. E l’individuo qualsiasi, affrontandola, diventa eroico. La pandemia ha creato nuovi “eroi dissidenti”. Ci ha estraniato dalla vita precedente. Siamo diventati consapevoli di un potere violento, che non ha nulla a che fare col sapere. È dittatura.

Siamo rinati, come il Fanciullino di Pascoli. Proviamo stupore di fronte alla realtà, come se la vedessimo per la prima volta. Rifletto: la realtà è più brutta di come la pensavamo, ma noi, forse, siamo più forti, grazie alla consapevolezza. E riusciamo a scorgere la bellezza della lotta, che dovremo intraprendere. Il contrario dell’abbandono alla depressione rassegnata. Freccero ci ha trasmesso una grandiosa speranza, di poter essere protagonisti e non vittime del nostro futuro. Grazie Freccero, e grazie Prof. Becchi per averci letto e interpretato con tanta attenzione e averci rivelato la promessa e il fascino della nostra “follia”.

ALCUNI POETI, ALCUNI VERSI 

In questo tempo di ribellione/ e di rovina è terra d’ombra/la parola, il cuore acquamarina. (Francesco Macciò)

Surriscaldati,/microndizzati,/agitati con onde per nulla marine,/costretti allo scontro violento. (da “Microonde”, di Mauro Milani)

Forza gente, liberate le catene!/Le foglie cadono e l’anima trascende/scendete per strada e ballate.” (Massimiliano Moresco)

Penso che intanto/mi metteranno un cuore d’argento/un giorno/così vero/che in una piccola trattoria/entrando il Qr code impazzirà (da “A me” di Annamaria Scopa)

IL MONDO DEL NUOVO SENSO

Davvero incisivo nella seconda parte dell’evento di Palazzo Tursi è stato l’intervento di Antonietta Di Rienzo, presidente di Giustizia sociale, una delle tre associazioni che hanno sostenuto l’iniziativa. Le altre sono Cub sanità e Libera piazza Genova. “Giustizia sociale” nasce per iniziativa di Antonietta, che ha subito il trauma di non potere più vedere sua madre, entrata in ospedale e mai più uscita. La donna è stata trovata dal fratello legata e svestita in uno sgabuzzino di un ospedale di Genova. Una signora dolce, semplice, che non usciva mai di casa. Tanti altri hanno condiviso questi orrori. A Bergamo, a Brescia, altrove, ci ricorda la Di Rienzo. La sua associazione è nata non solo dall’esigenza di protestare, ma di aiutare le persone che si trovano in difficoltà a causa delle gravi crepe nell’organizzazione dell’assistenza sanitaria e sociale. Fra le tante attività, la ricerca di medici che nella seconda ondata pandemica hanno prestato servizio a casa dei malati. Il sostegno viene dato anche sul piano economico e legale. “Giustizia sociale” non ha velleità politiche, ma si pone come osservatore e pungolatore, con la volontà di supportare chi intende operare costruttivamente a livello sociale. Includendo anche esperienze artistiche ed evidenziando “l’importanza di riprenderci le parole”. I membri dell’associazione hanno a tale scopo creato un proprio inno, intitolato, non a caso, “Il mondo del nuovo senso”.

LE RADICI ANTICHE. LA CITTÀ INTERIORE.

Insigne grecista, uno dei massimi esperti di filosofia e letteratura greca antica e strenuo oppositore alla “deriva transumanista”, Angelo Tonelli è non solo poeta del nostro gruppo ma anche autore della preziosa Introduzione all’Antologia, intitolata “L’inattuale attualità della sapienza”. Sostiene che dobbiamo combattere una vera battaglia contro la SVOLTA TRANSUMANISTA. Alla censura operata sui social all’Antologia e al nostro gruppo poetico si aggiungono nuove ulteriori gravi censure, a cui dobbiamo essere preparati. 

Gli antichi avevano già delineato le caratteristiche del NUOVO SENSO che dobbiamo andare a cercare, ponendoci controcorrente, per attribuirlo all’uomo e alla società. Tonelli ricorda come i Pitagorici, ad esempio, vivessero l’esperienza mistica di stati di coscienza illuminati e solidali. Tra di loro c’erano artisti, musicisti, studiosi della natura, amministratori delle città. A chi voleva intraprendere l’attività politica veniva fornita una formazione globale, atta a riflettersi su azioni sociali importanti per la collettività. Socrate stesso ci ricorda inoltre che “i buoni cittadini devono sapere amministrare la propria città interiore”. Tonelli cita anche Zenone di Elea, il quale, avendo congiurato contro il tiranno, che lo fece avvicinare per interrogarlo sul suo agire, morse l’orecchio all’autorità. C’è bisogno oggi di una RIVOLUZIONE PACIFICA ma molto determinata.

La società attuale, della divisione, del bipolarismo, è una società malata. Viene citato Eraclito, per cui il modello ideale unisce gli opposti. Saggio è chi coglie la vita con lo sguardo del divino, dove gli opposti si uniscono.

Oggi il potere ha strumenti di controllo che mai come ora sono stati così raffinati e pericolosi. A ciò è necessario opporre una sapienza che comporta di essere ben centrati nel sé più profondo e di coltivare questa coscienza. È necessario dare ora più che mai testimonianze, ferme ma amorevoli. Che accolgano l’altro.

CONCLUSIONE

Interessanti anche gli interventi conclusivi di Carla Valieri di Libera piazza, comunità desiderosa di riscattare l’oppressione subita e rivolta ad agire contro ogni futuro tentativo di rinnovarla, e del dottor Valerio Gennaro, epidemiologo, che ci ricorda gli eccessi di mortalità del 2022 rispetto agli altri anni, per tutte le patologie, e come questi numeri vengano volutamente ignorati da chi di dovere.

La riunione si chiude alle 20, con un pubblico sino all’ultimo attento e partecipe. Un segno di apertura, la parola SPERANZA riacquista il significato perduto, di fiducia in un futuro differente, tutto ancora da costruire.

Un particolare grazie va a Byoblu - La TV dei cittadini per il servizio sull’evento, incluso nel tg del 15 giugno.

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Articolo pubblicato il 26/06/2023