Si può essere amici per sempre

Dodi Battaglia e Riccardo Fogli, insieme sul palco del "Le Roi". Cronaca di una serata "unplugged". Intervista esclusiva con i protagonisti.

 

 

Prologo: Toni Campa, il mitico gestore del “Le Roi”, il music hall per eccellenza della nostra città, non sbaglia un colpo. Da anni lui rappresenta per la movida torinese “IL” punto di riferimento e negli anni ha offerto alla nostra città spettacoli e show di alto livello, con i nomi più illustri della musica italiana. Per questo ritrovo sempre in ogni artista che incontro, parole di stima e di affetto per Toni, parole e stima che condivido appieno. L’ultima sorpresa, che riserva al suo numeroso e affezionato stuolo di clienti, è un evento davvero unico e irripetibile: Riccardo Fogli, con Dodi Battaglia, guest star.

Inutile che vi dica chi sono, e che cosa rappresentano: sottolineo soltanto che il locale è “sold out” da settimane.

Mi limiterò, si fa per dire, a raccontarvi cosa è successo in una serata unica e memorabile, che rimarrà a lungo nella mia memoria.

 

Capitolo 1: L’appuntamento per l’intervista, è fissato alle 21 presso il Ristorante/Pizzeria “Marechiaro”, di via San Francesco d’Assisi 21, abituale ritrovo di artisti ed addetti ai lavori. E qui, vorrei solo fare un inciso: la qualità del locale, della cucina e del personale, che non hanno rivali.

Ma torniamo a noi.

Sono davvero sorpreso per l’accoglienza: Dodi e Riccardo, si dimostrano fin da subito, persone aperte e disponibili.

La cena scorre tranquilla, fra una chiacchiera e l’altra, e prima di andare al locale per lo spettacolo, accendo il registratore vocale. 

 

Dodi, parlami di cosa succede in questi due anni che ci separano dal 50 anniversario dei Pooh.

Succede che stiamo lavorando all’organizzazione di questo grande evento, che spero sia il più esaltante possibile. Credo che ce lo meritiamo.

Personalmente, nel  frattempo, non voglio fare delle cose da solista, come un disco, ad esempio.

Voglio divertirmi, suonare, essere ospite, in situazioni come stasera al “Le Roi”, tanto è vero che ho accettato molto volentieri l’invito di Riccardo, perché è un amico, un fratello, una persona con la quale sto bene, canto e suono alla grande. Ci lega una amicizia consolidata, sotto tutti gli aspetti. Sai, spero di poter ripetere l’esperienza di stasera, ancora altre volte, anche se non voglio fare un tour. Voglio essere “ospite”, come ti di dicevo, magari anche di una fantastica cover band, che a volte mi chiama, durante i concerti, dedicati ai Pooh.

Poi c’è una cosa molto importante: sto cominciando a scrivere, quello che sarà un disco, che vedrà la luce nel 2015, con il più grande chitarrista al mondo, Tommy Emmanuel, con il quale mi incontrerò nei prossimi giorni, per definire il progetto.

Sostanzialmente, oltre a preparare il cinquantesimo anniversario dei Pooh, voglio divertirmi, ma questo non significa imporre la mia immagine come solista. Sono fiero di quello che sono.

Avere uno o più modelli di chitarra che portano il tuo nome, credo sia una bella soddisfazione ed una grande responsabilità…

E’ una grande gratificazione. Guarda, quando ho letto il contratto e ho visto che erano previste delle royalties, per le vendite, e che la Fender, aveva previsto lo stesso tipo di benefits, sia per me che per Eric Clapton, e per altri chitarristi di fama mondiale, mi sono sentito parte di una grande cosa.

Cioè, avere con la Fender, lo stesso tipo di rapporto che ha con Eric Clapton, mi ha fatto montare un po la testa…(sorride, ndr)…è molto gratificante, come ti dicevo, perché, hai uno strumento fatto per te stesso, a tua misura.

Ho dimenticato di dirti, prima, che faccio anche molti seminari, durante i weekend, dove incontro chitarristi, addetti ai lavori: ci si confronta, si scambiano idee, esperienze. Io cerco di trasmettere il mio approccio con lo strumento e mi diverto molto. Tornando alla tua domanda, è molto utile avere la chitarra, fatta a tua immagine e somiglianza, molto gratificante.

Anche la Maton, ha fatto un modello “Dodi Battaglia”e quindi, indegnamente, faccio parte di una schiera di chitarristi che…

…indegnamente…sei molto umile, malgrado cinquant’anni di carriera e di successi…ma volevo coinvolgere anche Riccardo…questo progetto, questo show che stasera fate insieme…

…questo gioco che stiamo facendo insieme…il lavoro è un’altra cosa…(ride, ndr)…

Riccardo Fogli oggi…

Sono padre di famiglia, ho una bambina di venti mesi che è la mia gioia più grande, suono in giro per il mondo con la mia band…sono felice e tocco ferro…la mattina quando mi alzo sono felice perché mi sembra che le cose quadrino.

La voce regge, la salute c’è, mangio poco, non fumo e vado a correre.

Amo la vita in campagna, all’aria aperta, ho una fattoria, in Maremma, dove d’estate facciamo Bed & Breakfast…cercare “Casa Fogli”…

Lo farò…ma, permettimi di chiudere con una citazione…gurdandovi stasera, è proprio vero che…”si può essere amici per sempre”…

(sorride, ndr)…si, è vero. L’amicizia che mi lega a Dodi, a parte l’esperienza insieme con i Pooh, è qualcosa di vero e di duraturo nel tempo. Siamo amici sul serio.

Grazie davvero per la disponibilità e la cortesia che mi avete dimostrato. Ricorderò a lungo questa serata.

(rispondono quasi in coro, ndr)…grazie a te. Ciao.

 

Capitolo 2: L’attesa nel locale è davvero palpabile. Tutti sono consapevoli che, quello che sta per succere è un evento, “one night only”, ed esserne partecipi è una cosa di cui ci si potrà vantare nel tempo.

Toni sale sul palco e annuncia Riccardo Fogli.

Boato del pubblico e…musica!!!

Riccardo snocciola i maggiori successi della sua grande carriera da solista, regalando ai presenti un chicca, “I migliori anni della nostra vita”, di Renato Zero, tratta dall’album di cover, “Il vincitore” (2004), che introduce lo “special guest”.

I muri del “Le Roi”, rischiano davvero di crollare.

Dodi imbraccia la chitarra e il primo brano che lui e Riccardo ci presentano, è quello che proprio non ti aspetti: “Pierre”.

Brividi a parte, mi sono chiesto, solo per un attimo, e come me, credo parecchi dei presenti, cosa sarebbero stati i Pooh, se nel 1973, Riccardo, non avesse lasciato il gruppo, con tutto il rispetto per Red Canzian, naturalmente, ma non c’è e non ci sarà risposta.

Rigorosamente “unplugged” i due amici, cantano canzoni del primo periodo dei Pooh, compresa “Alessandra”, che non sentivo suonare dal vivo, praticamente da una vita.

Dodi presenta al pubblico anche alcuni brani tratti dal suo lavoro da solista “D’assolo” (2003), e prima del gran finale, dedica “Vale” alla memoria di Valerio Negrini, servendosi finalmente della ormai mitica Fender Stratocaster, griffata col suo nome.

Gran finale che, manco a dirlo, è “Pensiero”, cantata a squarciagola da tutti i presenti.

 

Epilogo: Non avrei mai immaginato, di chiudere la serata in camerino, a commentare con i due artisti, la loro performance, ma soprattutto non avrei mai immaginato di lasciare la sala con in tasca il plettro con cui Dodi ha suonato la chitarra durante la serata…che regalo…

 

Ringrazio Laura Ferraris per la foto di copertina e i primi piani dell’articolo.


Stay always tuned !!!


Lele Boccardo

 

 

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 17/04/2014