Questa stanza non ha più pareti ma... ricordi
© H.McCloud/Fondazione107/LuceGallery

Da stasera, alla Fondazione Progetto 107 di Torino, in collaborazione con Luce Gallery, l'artista concettuale californiano Hugo McCloud "mette in scena" la sua memoria di vita, insieme ai dipinti astratti del texano Paul Kremer

Hugo McCloud al lavoro per l'allestimento della mostra, foto © aut./H.McCloud/Fondazione107/LuceGalleryQuasi su un'informale/informatica nuvola (dato il cognome), Hugo McCloud, giovane artista californiano con base a Brooklyn, rivoluziona con vari pannelli se-pa-ra-to-ri, cornici e specchi gli spazi della Fondazione 107 di Torino, per proporre e esporre, nell'allestimento "situazionista" curato ad hoc da Federico Piccari in collaborazione con la Luce Gallery, tre luminescenti stanze della memoria, ove rievoca altrettante tappe cronologiche del proprio personale percorso professionale ed esistenziale - che prelude alla successiva destinazione ovvero destino di artista -, attraverso scenici diorami in vetrina (in vitro, si potrebbe anzi dire) di negozi e mestieri del suo passato, rappresentati ossia presentificati in sembianza e stile, insieme immediato e sofisticato, di creative sculture od istallazioni "istantanee" ready-madecon inserimento pure di elementi organici (addirittura dei pappagalli vivi!), a cui s'affiancano le altre intense opere, per lui più consuete, realizzate utilizzando umili materiali recuperati, quali metalli, bulloni e bitume, fusi col fuoco, e sforzando i sup/porti al limite della rot/tura, per ottenere una suggestiva, stupefacente resa visiva, concettuale e fisica, corporea e spirituale. Benché in modo differente rispetto al celebre cunctator Quinto Fabio Massimo che la storia di Roma antica ci tramanda sin sui sudati sussidiari scolastici, egli è quindi - in un certo senso - temporeggiatore. Forse perché noi umani siam fatti della stessa essenza dei... ricordi?

Opere di Paul Kremer in esposizione, foto © aut./P.Kremer/Fondazione107

Intanto, tutt'intorno nelle sale limitrofe campeggiano gli ampi riquadri degli "intuitivi, sensazionali" dipinti di paesaggi astratti del texano Paul Kremer, che "tapezzano le pareti, avvolgendo lo spettatore nel grande abbraccio" dei netti cromatismi geometrici, come spiega il testo critico introduttivo della mostra (organizzata a cura della newyorchese IDEA), il cui titolo richiama fors'anche alla mente l'ossimoro Eyes wide shut (1999) di Kubrick, no? I colori ti entrano negli occhi. Li spalancano chiudendoli. Abbagliati. Aperte le pupille colle palpebre abbassate. Fluttuano liberamente.

Insomma, accanto ai Ghost tracks di Sara Enrico, che tracciano appunto l'itinerario della project-room, si dipanano due sentieri lungo linee parallelamente convergenti.

(c.s./e.s.l.)

 

© Fondazione107

Hugo McCloud

"Timeline"

Mostra personale site-specific

a cura di Federico Piccari

in collaborazione con Luce Gallery

 

Paul Kremer

"Wide open"

Mostra personale site-specific

in collaborazione con IDEA

Istitute for the Development

of Emerging Arts, New York

 

Sara Enrico

"Ghost trucks"

Mostra personale

in collaborazione con ECC

Emanuele Catellani Contemporary

(p/so Project-Room)


Dal 6 novembre al 6 dicembre 2015


Inaugurazione, venerdì 6 novembre 

dalle ore 18,00 alle 23,00

 

© Luce Gallery

Fondazione

Progetto 107

Centro per l'Arte

Via Sansovino, 234 – Torino

Info: 011-4544474

 

www.progetto107.it 

www.progetto107.it/hugo-mccloud

 

 

© Luce Gallery

Luce Gallery

C.so S. Maurizio, 25 – Torino

 

Info: 011-8141011

 

www.lucegallery.com

 

 

per le immagini © aut./H.McCloud/P.Kremer/Fondazione107/LuceGallery

 

 

link al precedente articolo Se s'intingono gli occhi nel colore

relativo alla mostra personale di Robert Davis 

alla Luce Gallery di Torino :

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 06/11/2015