“Panama papers” come “Italia raggiri”?
Foto di repertorio (askanews.it)

Ed altri evidenti confronti

Tutti i mass media italici, sia cartacei che televisivi, hanno intitolato la vicenda emersa nello stato di Panama, “Panama papers”. Non hanno capito che lo stato centro- americano non è per nulla coinvolto nella vicenda.

La fuga del fascicolo riservato digitalizzato, composto da milioni di documenti, riguarda in modo esclusivo lo studio legale Mossack Fonseca, fornitore di servizi finanziari e società leader nelle gestione di offshore particolarmente riservati.

La sede dello studio legale è la città di Panama, da dove dirige ed organizza, secondo, l’Economist, altri quaranta uffici diffusi in tutto il mondo.

Lo stato panamense è del tutto estraneo alla vicenda. E’ come se i mass media italici definissero “Italia raggiri” quei sotterfugi messi in atto in Italia dalla banca Etruria della famiglia Boschi o dal Banco di Siena, da sempre gestito dalla sinistra.

Lo stato di Panama che ha come capitale Panama city, è una realtà molto seria, solida sotto il profilo economico, che dimostra uno sviluppo tumultuoso, legato all’assenza di quelle regole soffocanti ed iperburocratiche che condizionano gli stati europei ed in particolare l’Italia.

Nella city ad esempio un grattacielo di centotrenta piani può essere progettato e costruito in meno di un anno.

Lo stato di Panama trae le sue risorse dai proventi che derivano dalla gestione del canale, che congiunge l’oceano Atlantico con il Pacifico.

Ma anche i commerci, tra i quali quelli finanziari, legati alla amministrazione dei ricchi fondi, che giungono dall’America del sud, ed anche da stati confinanti come la Colombia, hanno un ruolo non secondario.

A differenza dell’Italia e dell’Europa, lo stato di Panama ha delle regole molto rigide e restrittive nei confronti dell’immigrazione, attirata nel paese dal livello di vita.

Non è facile ottenere la cittadinanza o la nazionalità.

Oltre a presentare una esauriente documentazione e dopo avere dimostrato di possedere mezzi di sostentamento, occorre sostenere, presso le autorità preposte, un esame di lingua spagnola.

Un secondo esame del candidato verte sulla conoscenza della storia, della geografia, e delle radici culturali dell’America centrale.

Solo dopo avere superato queste prove, lo straniero può accedere alla CERIMONIA in cui gli viene concessa la nazionalità panamense e può ottenere, sempre che lo si desideri, anche la doppia cittadinanza.

Una differenza abissale con la nostra povera Italia, in cui chiunque metta piede sul nostro suolo, sbarcando da un gommone o da una nave di Alfano  che “lo ha salvato” dalle acque, può sperare, illuso da una canea composita, di ricevere, con qualche sotterfugio legislativo, la cittadinanza italiana.

Il superiore livello di civiltà dello Stato di Panama è anche il risultato del fatto che,  nel pensiero della popolazione locale, è inesistente quella ideologia masochistica, intrisa di falso buonismo, che permea in Italia esponenti della sinistra postcomunista ed alti prelati della CEI.

E che è anche  il mantra di un melting pot di cui fanno parte bergoglioidi, boldrinologi, ginostraducoli, pannelloidi e membri dei centri sociali.

Tutti insieme appassionatamente.

 

 

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Articolo pubblicato il 16/04/2016