Sindrome del pensiero accelerato

Come nasce e perché.

 

La nuova sindrome o disturbo – in quanto non è una malattia – del pensiero accelerato sembra sia dovuta a cofattori ambientali. Un fattore scatenante il disturbo risulta essere la Nomofobia, cioè la paura di rimanere senza il cellulare.

I ritmi frenetici della vita moderna poi fanno il resto. Gli stimoli accessori e inutili che quotidianamente ci vengono propinati da più parti agiscono sulla funzionalità cerebrale, la quale, sempre in azione e sotto stimolo, invece che andare in overdose, ne ricerca di nuovi. 

La calma viene così interpretata come un pericolo. 

Gli esperti dicono che la sindrome – meglio definirlo disturbo -  del pensiero accelerato rientra nelle manifestazioni legate a un quadro disturbo d'ansia generalizzata. 

I più colpiti dal disturbo sono coloro che svolgono un lavoro di responsabilità e costantemente sottoposti a giudizio dei superiori.  

Ha difficoltà a rilassare la mente e calmare i pensieri. Questo sempre alla ricerca di stimoli, che necessitano sempre più informazioni per soddisfare questo desiderio che può essere non solo un caso di una persona occupata, ma la rappresentazione dei sintomi della sindrome di pensiero accelerata

I sintomi del disturbi del pensiero accelerato:

1. Ha difficoltà a rilassare la mente e calmare i pensieri. 

2. E’ sempre alla ricerca di stimoli, che necessitano sempre più informazioni per soddisfare questo desiderio. 

3. Ha la sensazione di essere sopraffatto dalla routine. 

4. 24 ore non possono essere  sufficienti a soddisfare tutto ciò che ha programmato per il giorno.

5. Ha perdita di memoria e deficit di attenzione. 

6. Il ciclo del sonno è alterato con conseguenti sbalzi d’umore repentini durante la giornata. 

7. E’ irritabile. 

8. Ha persistente sensazione di apprensione.

9. Presenta  stanchezza mentale e, nel cercare di sopperire a tale stanchezza, si procura una stanchezza fisica. 

Una componente complice del disturbo è la luce proveniente dallo schermo degli smartphone, tablet e di qualche televisore. La frequenza luminosa della luce, particolarmente percepita di notte, trasmessa dagli smartphone e tablet stimola aree del cervello che contribuiscono alla modifica del ciclo del sonno e al caricare i neuroni quando questo dovrebbero, invece, nelle ore notturne,scaricare gli stimoli.

Brutta notizia per molti. Anche il PC, in forma meno grave, infastidisce i neuroni (di notte).

In questo caso, tuttavia, ad essere più pericolo è il costante chattare con varie persone in contemporanea su social famosi. Appreso di notte, conservato nel sonno, agito durante il giorno.

Controllare il post, rispondere al post, mettere mi piace o taggare, chattare, email, sms, fare questo, fare quello …

Ecco il processo mentale del disturbo del pensiero accelerato.

Come se ne viene fuori? Superando la Nomofobia.

Passeggiare all’aria aperta. Dimenticarsi il cellulare di sera nella penombra della stanza (almeno per le chat, i social, i video) e magari scoprire, come detto in un post trovato sul social, una cosa straordinaria:

“Ho perso il cellulare. Ho incontrato persone simpatiche. Dicono di essere la mia famiglia.”

 

 


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Articolo pubblicato il 20/05/2016