L'angolo della satira del Prof. Giancarlo Pavetto - Becchine di stato o prefiche di regime

Il dubbio di Matteo Renzi

 Matteo Renzi è preoccupato. Da molti dei suoi avantipopolo, viene richiesta l’istituzione del ruolo di prefica di stato. La carica spetterebbe di diritto alla coppia Boschi&Boldry che hanno fatto una eccellente figura, vestite di nero, come due cornacchie, al funerale dell’africano di Fermo.  Ma è riemersa dall’oblio l’ex ministra congolese di Enrico Letta. Cecile Kyenge rivendica il suo diritto di rappresentare il governo, non solo alle esequie degli uomini della tribù di suo padre, ma anche a quelle di tutti gli africani. Ed è difficile che possa essere soddisfatta del ruolo di becchina di regime.

A proposito di referendum. Michele Emiliano, l’omone che presiede la Regione Puglia ed è il successore del buon Vendola, si è speso per mesi nell’organizzazione di un referendum contro le piattaforme che nel mare estraevano petrolio. Quelle piattaforme non hanno mai ucciso nessuno, mentre i treni della Puglia, dimenticati dai due sinistri presidenti hanno fatto, tra morti e feriti, decine di vittime

Un alto prelato di stanza in Vaticano, profugo dal sud America ed importato in Italia, non dalle navi di Alfano, ma sulle ali dello Spirito Santo, afferma che “Dio è nei migranti”. C’è un mistero gaudioso. E’ difficile capire perché Dio non si imbarchi con i migranti quando salpano sui barconi e li lasci morire nel mare. Il seguito non è ben chiaro. Perché sembra che Dio ricompaia nei migranti quando arrivano in Italia, ma che abbia l’assoluto divieto di entrare insieme a  loro in Vaticano.

 Il presidente francese Francois Hollande, amico ed alleato di Matteo Renzi, sembra un grosso tartufo, anche se è seguito giorno e notte da un parrucchiere personale. Molto amato dai sinistri d’oltralpe, aveva proclamato da mesi, in seguito ai massacri di Parigi, lo “stato di emergenza nazionale”. Ma obnubilato dal suo buonismo, si è dimenticato di vietare l’accesso alle grandi manifestazioni pubbliche, dei TIR che trasportano gelati. Dopo aver constatato a Nizza l’efficacia del suo “stato di emergenza”, ha deciso, dopo la strage della promenade, di prolungare il suo decreto per altri tre o sei mesi. E dopo ha deciso di girare alla larga dalla città.

 Enrico Rossi, presidente rosso della rossa regione Toscana, ha ragione. Rievoca la mesta figura di Enrico Berlinguer  ed afferma che l’uomo aveva in animo di “denunciare l’esistenza nel paese di una irrisolta questione morale”. E’ stato sfortunato perché, solo due giorni dopo, il marito della sorella, nonchè cognato del premier Matteo Renzi, ha ricevuto un avviso di garanzia per malversazioni messe in atto proprio nella Toscana del Matteo, amministrata dal Rossi.

 

 

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Articolo pubblicato il 26/07/2016