A Torino la periferia inizia del centro

Il centro città è rinato ma la zona intorno a Porta Susa lascia perplessi

Negli ultimi sei mesi, sia a Torino che a Milano, i neosindaci hanno messo al centro del proprio programma la riqualificazione delle periferie.

Ritornando indietro nel tempo, la Torino di Emanuele Filiberto terminava ben al di qua della Cittadella e di quella che sarebbe poi diventata Piazza San Carlo, ragion per cui la zona dell’attuale XVIII Dicembre (praticamente Porta Susa) e Corso Valdocco non faceva parte del centro storico del capoluogo subalpino.

L’impressione è che questa’area ancora oggi continui a rimanere per così dire “emarginata” rispetto alle altre zone del centro di Torino.

Nonostante la faraonica operazione di realizzazione della nuova stazione ferroviaria di Porta Susa, appena si risale dai binari e si esce su Piazza XVIII Dicembre di sera (e immaginate quindi di essere un turista) il quadro che si presenta è pressappoco il seguente: poca illuminazione; l’ex palazzo della Rai, ormai in disuso per via dell’amianto, praticamente abbandonato senza impalcature che ne facciano presagire una prossima riqualificazione; la vecchia stazione ferroviaria precedentemente rivitalizzata (giusto per utilizzare un eufemismo) grazie al Mercato Metropolitano e ora tornata nell’abbandono più completo; panchine abitualmente utilizzate da sbandati e barboni.

Spostandosi poco più in là, lungo Corso Valdocco, la zona dei Quartieri militari ha visto l’istituzione prima del Museo Diffuso della Resistenza e recentemente la nascita del Polo del 900, ma, purtroppo, vede ancora una certa decadenza dei muri e della pavimentazione nei paraggi di Via Del Carmine.

Non bisogna poi dimenticarsi dell’Ospedale Oftalmico dietro Piazza Statuto, edificio che cade a pezzi e che, purtroppo, si vorrebbe far chiudere dimenticandone l’importanza storica ma anche attuale, visto che è l’unico centro dedicato esclusivamente all’oculistica all’interno della città.

Va bene, dunque, (ri)pensare alle periferie, aiutando le circoscrizioni, ma sarebbe anche opportuno prevedere un piano di riqualificazione urbana della zona appunto tra Porta Susa e Corso Valdocco, poiché la sola nascita dell’avveniristica stazione ferroviaria non basta a rendere più appetibile la zona, né per i Torinesi né per i turisti.



Marco Pinzuti


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Articolo pubblicato il 19/01/2017