La Lira e il carbone

Salvini rivorrebbe la vecchia Lira e Trump spinge il carbone: è il “nuovo” che avanza

Siccome si stava meglio quando si stava peggio, tornare indietro di qualche decennio è quello che devono aver pensato alcuni lumi della Destra del mondo occidentale e così, dopo che diversi leader da Salvini alla Le Pen spingono per una uscita dall’Euro, ecco spuntare Trump con l’idea di riaprire le centrali di carbone e puntare sulle energie fossili come petrolio e gas.

E’ vero che la Destra è per tradizione conservatrice, ma quando conservare significa tornare indietro alla moneta locale, pensando che svalutandola si possa stare meglio, quando in realtà tornerebbero a galoppare l’inflazione e il costo dell’import; e tornare al carbone significa avere ripercussioni ambientali con conseguenze pazzesche sull’inquinamento quando da più parti si stanno facendo sforzi enormi per spingere le fonti rinnovabili, ecco che la contrapposizione non appare più tra conservatori e progressisti, ma tra incoscienti e strateghi.

Per quel che riguarda l’abbandono all’Euro si è già scritto e detto molto. L’Europa Unita, per gli euroscettici, non ha portato nulla in una quindicina di anni, per cui il progetto è bello che fallito, dimenticando che, per un continente lacerato non da anni ma da secoli di guerre, divisioni, sino all’epilogo dei nazionalismi che hanno portato a quel che sappiamo durante la prima metà del secolo scorso, pensare che in quindici anni si possa risolvere tutto è semplicemente assurdo.

Lottare per una Europa diversa, in cui ciò che ci unisce non è solo una moneta ma una veduta di insieme che ci proietti verso un futuro diverso, è quello che dobbiamo fare, ben diverso dall’abbandonare il progetto addossando, per altro, la colpa alla nuova moneta quando sappiamo benissimo che      tutti i problemi economici, sociali e occupazionali che viviamo da alcuni anni sono frutto della svalutazione, del debito, della mancata innovazione, delle poche liberalizzazioni, della burocrazia  e dei lunghi tempi della giustizia, problemi che comunque mascheravamo ma che sono venuti a galla recentemente.

Spostandoci oltreoceano, Trump è ormai proiettato verso il passato: cancellazione del programma di assistenza sanitaria di Obama anche per i più deboli, dazi su alcuni prodotto importati, innalzamento di muri sia fisici che diplomatici con il vicino Messico e la recente idea di ritorno al carbone.

Tra un conservatore che vorrebbe tornare al carbone o alle monete locali e un progressista a favore delle quote rosa forzate e di voler chiamare ministre e sindache per dare più importanza alle donne, quando ci vorrebbe ben altro per scardinare il pensiero maschilista dominante della nostra società, sarebbe auspicabile che una nuova classe politica fosse in grado di traghettarci verso un futuro migliore sia sul piano morale che su quello ambientale, cosa che al momento sembra essere ancora lontana se continueremo a votare certi strateghi.


Marco Pinzuti


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Articolo pubblicato il 01/04/2017