Lo jus soli per le zanzare

Indispensabile, sostiene Gentiloni, accogliere ed integrare

 Se i compagni al governo avessero già approvato lo jus soli, non vi sarebbero stati problemi. L’anopheles che ha infettato e poi ucciso, trasmettendole l’infezione  malarica, una bambina italiana di quattro anni, sarebbe stata con lo jus soli di Renzi, Gentiloni e Minniti, una zanzara italiana a tutti gli effetti. O, almeno di famiglia italiana e quindi di seconda generazione. 

 

L’insetto aveva declinato sette od otto generalità diverse ed era vissuto nascosto, forse in possesso di regolare permesso di soggiorno per ragioni umanitarie, in un albergo a quattro stelle nei dintorni di Trento, nutrendosi con il sangue degli abitanti della regione.

 

La sua scoperta era avvenuta in ospedale, dove si era avventurato, eludendo la attenta vigilanza delle istituzioni sanitarie della regione Trentino-Alto Adige.

 

Se la legge sullo jus soli fosse già stata approvata, i giornali ed i mass-media di sinistra, avrebbero potuto evitare di intonare la solita tiritera razzista che definisce gli immigrati (e di riflesso anche i loro insetti) giovani, sani e robusti e quindi infettati dai nostri connazionali e vittime del nostro modo di vivere. 

 

Se malattie, quasi scomparse in Europa come la tubercolosi, i parassiti come il sarcoptes scabiei e la malaria si sono diffuse tra noi, era ed è solo perché i buoni immigrati venivano attesi e colpiti al loro sbarco da micobatteri italiani, da insetti nazionali e da acari verso i quali non erano immunizzati.

 

Se lo “jus soli zanzarae” fosse già legge, i quotidiani di De Benedetti ed i telegiornali RAI e Mediaset non sarebbero stati costretti a citare ogni giorno, cercando di scagionarle dall’accusa di avere operato come “gli untori” del Manzoni, le due bambine del Burkina Faso.

 

Che, affette proprio da malaria, erano ricoverate nello stesso reparto pediatrico e forse nella stessa camera, della bimba italiana morta per complicazioni cerebrali della stessa malattia.

 

E non avrebbero dovuto rendere pubblici, o nascondere in settima pagina, quei comunicati, del ministero della salute trasmessi a tutte le regioni, che certificavano che sono migliaia i casi di malaria registrati in Italia, e che nell’ottanta per cento dei casi si tratta di zanzare al seguito di richiedenti asilo africani.

 

Eventuali provvedimenti contro questi fatti, sostengono, in fraterna comunità di intenti, la Boldrini e la Lorenzin, rappresenterebbero un’azione politicamente scorretta.

 

Perché verrebbero subito interpretati dai populisti nostrani, sempre in agguato, come un’accusa diretta a quelle anopheles extra comunitarie, che si prestano a sostituire quelle nostrane nel compito di pungere e di diffondere la malattia malarica.

 

Farebbero in realtà quel compito che le zanzare nazionali non sono da tempo più in grado di fare.

 

Tra qualche mese, ne siamo sicuri, i risultati delle analisi in corso sul dna della zanzara toglieranno ogni dubbio e sapremo la verità, anche se non è da escludere, da parte delle procure che si occupano del caso, il ricorso ad un’autopsia sul corpo dell’insetto.

 

Stimolato da Emma Bonino che, lasciati perdere gli aborti con la pompa, afferma: “non sia mai che i migranti siano diventati il capro espiratorio anche delle zanzare”, si sta attivando in Libia il nuovo “uomo della provvidenza” Marco Minniti.

 

Sembra che abbia convocato in riunione tutti i sindaci della Libia, invitandoli a frenare l’esodo delle zanzare verso l’Italia.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 13/09/2017