Il punto sulla Campagna ONU per le Città Resilienti.

Conoscere e applicare la resilienza.

Nell’ambito della ingegneria dei materiali, la resilienza è un concetto  che indica la capacità di un materiale di resistere  a sollecitazioni senza spezzarsi; questo concetto  si è diffuso rapidamente negli ultimi anni, in ambiti anche molto diversi, sino agli ecosistemi e ai sistemi sociali.

Nell’area della Protezione Civile la resilienza di una città è la sua capacità di resistere alle sollecitazioni dinamiche che si presentano nella forma di disastri naturali e di cambiamenti climatici.

In merito, il Segretariato Strategia Internazionale della Riduzione Catastrofi Naturali delle Nazioni Unite, ha lanciato nell’ormai lontano 2010, una Campagna Internazionale per sensibilizzare sindaci e amministratori locali, sulle azioni di previsione e prevenzione da mettere in campo per fronteggiare i rischi legati ai cambiamenti climatici,  che propone una lista di misure  per rendere le città resilienti.

Tra queste si evidenzia il ruolo fondamentale  della comunicazione tra l’amministrazione, il più ampio sistema  di Protezione Civile e i cittadini, prevedendo la costituzione di un coordinamento che punti sulla partecipazione di gruppi di cittadini e della società civile, evidenziando inoltre la necessità di  assegnare un budget per le misure finalizzate alla riduzione dei rischi di catastrofe, di una scrupolosa pianificazione territoriale che identifichi il grado  di rischio dei diversi territori. Per quanto riguarda poi il dopo-catastrofe il programma Making Cities Resilient segnala la necessità che la ricostruzione sia guidata dai bisogni dei sopravvissuti.

Ogni sindaco può aderire alla Campagna Making Cities Resilient, facendo propri gli impegni contenuti nei dieci punti del programma.

Tra questi sono particolarmente significativi il punto 3: mantenere un sistema aggiornato di dati sui rischi e le vulnerabilità locali, realizzare valutazioni di rischio e temerne conto come base nei piani e nelle decisioni sullo sviluppo urbanistico della città. Il punto 4:investire nelle infrastrutture che riducono i rischi, quali opere per la regimentazione idrica, garantendone la manutenzione e i necessari adeguamenti al cambiamento climatico. Il punto 8 : proteggere gli ecosistemi e le zone che per loro natura fungono da prevenzione per mitigare gli effetti delle esondazioni, degli eventi meteoclimatici intensi e altri eventi verso i quali la città è vulnerabile.

A livello mondiale la città di Rotterdam è stata la prima ad aderire al programma, mentre in  Italia pare che solo Ancona, Milano e Roma  abbiano aderito ufficialmente ai programmi della Campagna  che facilitano il cammino delle città verso la resilienza.

Ricordiamo ancora una volta che è assai più costoso riparare i disastri che spendere per prevenirli. 

 

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Articolo pubblicato il 03/09/2018